Gruppo f/64

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Ansel Adams, Church, Taos Pueblo, New Mexico, 1942

Il Gruppo f/64 fu fondato da Ansel Adams nel 1932 allo scopo di riunire alcuni fotografi aderenti alla straight photography.

Il manifesto costitutivo fu sottoscritto da otto fotografi:

Il termine f/64 (originariamente Group f.64) si riferisce alla "apertura del diaframma" dell'obiettivo (per grande formato), che avrebbe consentito unire la migliore visibilità dei dettagli dell'ottica, con la tipica profondità di campo dell'occhio umano, ed è anche il precetto su cui si fonda il gruppo.

Il fondamento parte dalla riproduzione fotografica tipica della "focale normale" (40 mm equivalente), la quale proporzione tridimensionale, risulta equivalente a quella della nostra visione ad occhio nudo. Oggi, utilizzando una fotocamera di piccolo formato (24x36, formato Leica o Full-Frame) con obiettivo da 40 mm circa, sarebbe in via teorica come utilizzare il diaframma f/8 (calcolo matematico), nonostante una profondità di campo equivalente a f/64 si ottiene con f/11, quando il punto di partenza per il confronto è un banco ottico 5x7" (circa 13x18cm) con focale 190 mm (ma il calcolo è fatto confrontando l'iperfocale). Il motivo per cui il diaframma f/64 non produce la fastidiosa perdita di qualità dovuta alla diffrazione, dipende dal fatto che il foro dell'apertura di diaframma su ottiche di grande formato è molto più ampio rispetto ad un diaframma equivalente su ottiche normali di piccolo formato (circa 4-5 contro 0,7-1mm). L'eventuale "valore equivalente" della profondità di campo, Adams lo trovava più spesso adeguando i vari movimenti del banco ottico di grande formato che era solito utilizzare (nella maggior parte dei suoi paesaggi), passando dal negativo 4x5" (10x12 cm) al 8x10" (20x25 cm). La miglior nitidezza dell'immagine e quindi la grande profondità di campo, diventano la simbolica risposta al pittorialismo che definisce l'approvazione della straight photography, la quale concentrò il proprio operato sugli stimoli forniti dall'attualità e dai risvolti sociali e si propose di rilanciare l'arte contemporanea sul principio dell'indipendenza ideologica del fotografo e della fotografia, rifiutando i crismi della corrente pittorialista che, seppur propri delle arti grafiche, erano qualcosa di diverso dalla pura fotografia. Una pura fotografia che non doveva avere alcuna velleità artistica o stilistica, ma invece doveva dedicarsi in maniera essenziale e diretta (straight), alla cattura della quotidianità e della realtà senza modificarla, usando la più alta qualità ottica possibile.

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