Gli Abenceragi

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Gli Abenceragi
Titolo originaleLes Abencérages
Lingua originalefrancese
Generetragédie lyrique
MusicaLuigi Cherubini
LibrettoVictor-Joseph Étienne de Jouy
Fonti letterarieJean-Pierre Claris de Florian
Attitre
Prima rappr.6 aprile 1813
TeatroOpéra Garnier
Prima rappr. italiana1814
TeatroTeatro alla Scala di Milano
Personaggi
  • Noraïme, principessa reale (soprano)
  • Almansor, guerriero abenceragio (tenore)
  • Alémar, visir degli Zégri (basso)
  • Alamir, nobile Zégri (baritono)
  • Kaled, nobile Zégri (tenore)
  • Abderam, presidente del senato e del tribunale (basso)
  • Octaïr, guerriero Zégri (baritono)
  • Un araldo (basso)
  • Egilone, confidente di Noraïme (soprano)
  • Un trovatore (basso)
  • Gonsalvo di Cordova, generale spagnolo (tenore)
  • Prima ancella (soprano)
  • Seconda ancella (mezzosoprano)
  • Abenceragi, Zégri, Spagnoli, trovatori, popolo di Granada, dame, guerrieri

Les Abencérages, ou L'étendard de Grenade (in italiano Gli Abenceragi, o Lo stendardo di Granada) è una tragédie lyrique in tre atti musicata da Luigi Cherubini su libretto di Étienne de Jouy, tratta dal romanzo Gonzalve de Cordoue di Florian[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima rappresentazione di Les Abencérages avvenne a Parigi, all'Opéra Garnier il 6 aprile 1813, alla presenza di Napoleone e Maria Luisa. Sotto la direzione di Louis-Luc Loiseau de Persuis il cast della prima comprendeva i soprani Alexandre-Caroline Chevalier Branchu (Noraïme) e Joséphine Armand (Egilone), i tenori Louis Nourrit (Almansor), Laforêt (Kaled) e Jacques-Émile Lavigne (Gonsalvo), i baritoni Duparc (Alamir) e Alexandre (Octaïr) e i bassi Henri-Étienne Derivis (Alémar), Jean-Honoré Bertin (Abderam) e Mouttit padre (araldo)[2].

L'opera ebbe inizialmente successo (circa venti di repliche alla prima rappresentazione[3]), ma cadde nel dimenticatoio dopo la caduta di Napoleone, con l'eccezione di una ripresa a Berlino nel 1828, per interessamento di Spontini, che ebbe successo favorevole ma breve[3]. Per la presenza di grandi cori e balletti, e per le caratteristiche del soggetto (una storia d'amore sullo sfondo di grandi avvenimenti storici), Les Abencérages ha alcune caratteristiche del grand opéra. Il balletto contiene variazioni sul tema musicale della Follia. L'aria di Almansor "Suspendez de ses murs" divenne da allora parte del repertorio dei tenori.

Dopo il 1828, la prima ripresa fu una rappresentazione avvenuta il 9 maggio 1957 al Teatro comunale di Firenze, nell'ambito del Maggio Musicale Fiorentino. Sotto la direzione di Carlo Maria Giulini, fra gli interpreti vi erano i soprani Anita Cerquetti (Noraïme), Lydia Toncelli (Egilone) e Carla Caravita (prima ancella), il mezzosoprano Maria Bertolini (seconda ancella), i tenori Louis Roney (Almansor), Valiano Natali (Kaled) e Alvinio Misciano (Gonsalvo), i baritoni Paolo Washington (Alamir) e Augusto Frati (Octaïr), i bassi Mario Petri (Alémar), Aurelian Neagu (Abderam) e Lorenzo Testi (araldo)[4]. Lo spettacolo fu applaudito[5], ma parte della critica trovò l'opera poco interessante: Andrea Della Corte ne giudicò l'oblio giustificato «pel difetto di emozione», salvandone solo alcuni brani, tra cui un sestetto e qualche aria di Noraïme e Almansor[5].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

L'intreccio di Les Abencérages, alquanto macchinoso, è incentrato sui trionfi di Almansor, l'ultimo degli Abenceragi.

Atto I[modifica | modifica wikitesto]

L'azione si svolge nel Regno di Granada, l'ultimo stato musulmano in Spagna, alla fine del XV secolo. Esiste una faida tra le famiglie degli Abenceragi e degli Zégri. Nonostante l'asprezza della lotta, Almansor, un giovane guerriero abenceragio, e Noraïme, una principessa degli Zégri, si sono innamorati e hanno fissato le nozze. Almansor ha fatto amicizia anche con il nobile spagnolo Gonsalvo e ha sottoscritto un trattato di pace tra musulmani e cristiani. Ma la popolarità di Almansor gli ha procurato anche molti nemici nel clan degli Zégri i quali tramano contro di lui. Il giorno delle nozze scoppia una rivolta in una tribù e Almansor è costretto a interrompere la cerimonia per recarsi a soffocarla. Porta con sé lo stendardo di Granada, un emblema così sacro che la sua perdita comporterebbe l'esilio.

Atto II[modifica | modifica wikitesto]

Almansor sconfigge i ribelli, ma perde lo stendardo sacro e viene perciò messo sotto accusa e processato. Almansor si difende sostenendo che uno dei suoi nemici, Octaïr, glielo ha strappato; ma le sue scuse non sono accettate e Almansor viene condannato all'esilio.

Atto III[modifica | modifica wikitesto]

Almansor non può sopportare la lontananza da Noraïme e si reca di nascosto nel giardino dell'Alhambra per incontrarla. Ma cade in un'imboscata tesagli dai suoi nemici Zégri: è arrestato e condannato a morte, a meno che non si faccia avanti un campione disposto a difendere la sua causa in singolar tenzone. Un guerriero sconosciuto, che porta lo stendardo di Granada scomparso, raccoglie la sfida per conto di Almansor. Combatte, sconfigge Alamir, il campione degli Zégri, e infine si presenta: è Gonsalvo, il quale dimostra inoltre che Octaïr e i suoi compagni di congiura si sono impossessati dello stendardo e lo hanno nascosto con lo scopo di sconfiggere Almansor. I congiurati sono arrestati e si può procedere, fra il tripudio generale, al matrimonio tra Almansor e Noraïme.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gonzalve de Cordoue, ou Grenade reconquise, par m. de Florian, de l'académie françoise, 3 voll, à Paris: de l'imprimerie de Didot l'aîné, 1791. Edizione in italiano: Il Gonzalo di Cordova ossia la conquista di Granada del signor di Florian, Macerata: presso Luigi Viarchi, 1833
  2. ^ www.amadeusonline.net, Les Abencérages, su amadeusonline.net. URL consultato il 27 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2012).
  3. ^ a b f. t., «Gli Abencerragi escono dall'oblio», Stampa Sera, 9 maggio 1957, pagina 6
  4. ^ Teatro comunale di Firenze, Gli Abenceragi: lo stendardo di Granata: opera in 3 atti di Étienne Jouy: musica di Luigi Cherubini, Città di Firenze, Ente autonomo del Teatro comunale, XX Maggio musicale fiorentino, Firenze, 1957
  5. ^ a b Andrea Della Corte, Gli "Abencerragi" di Cherubini, La Stampa, 10 maggio 1957, pagina 3
  6. ^ Luigi Cherubini - Gli Abencerragi - Carlo Maria Giulini (1956), su operaclass.com, Operaclass. URL consultato l'8 febbraio 2014.
  7. ^ Recordings of Les Abencérages by Luigi Cherubini: 1 1957(LI) - Giulini Carlo Maria - Maggio Musicale Fiorentino, su operadis-opera-discography.org.uk, operadis-opera-discography.org.uk. URL consultato l'8 febbraio 2014.
  8. ^ Luigi Cherubini - Gli Abencerragi - Peter Maag (1975), su operaclass.com, Operaclass. URL consultato l'8 febbraio 2014.
  9. ^ Recordings of Les Abencérages by Luigi Cherubini: 2 1975?(RA) - Maag Peter - RAI Milano*, su operadis-opera-discography.org.uk, operadis-opera-discography.org.uk. URL consultato l'8 febbraio 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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