Giuseppe Carbone

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Giuseppe Carbone (Messina, 7 febbraio 1939) è un ex ballerino, coreografo e direttore artistico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Allievo di Giuseppe Urbani, è stato primo ballerino del Teatro dell'Opera di Bonn dal 1962 al 1970 e in questi anni ha cominciato a maturare esperienze da coreografo; parallelamente all'attività sulle scene, dal 1968 al 1970 ha diretto anche la compagnia.[1] Nel 1969 ha vinto il primo di tre Premio Positano Léonide Massine[2] e, di ritorno in Italia, dal 1971 al 1973 ha danzato come primo ballerino al Teatro La Fenice, dirigendone anche il corpo di ballo; in questo periodo ha curato le coreografie delle opere Don Giovanni, La Wally, La Traviata, Madama Butterfly e Turandot, oltre a coreografare i balletti La falena, Itineraires, Enea e La follia d'Orlando.[3] Nei due anni seguenti invece ha diretto il corpo di ballo del Teatro Regio di Torino.[4]

Tra il 1975 e il 1979 ha diretto il Cullberg Ballet a Stoccolma, per cui ha creato anche coreografie originali. Tornato in Italia, è stato nominato direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, rimanendo in carica fino al 1981. Nel periodo della sua direzione, il corpo di ballo del Piermarini e danzò per la prima volta alla Metropolitan Opera House, insieme a quattro artisti ospiti: Rudol'f Nureev, Margot Fonteyn, Carla Fracci e Paolo Bortoluzzi.[5][6] Nel 1982 ha rimpiazzato Roberto Fascilla alla direzione del Corpo di Ballo dell'Arena di Verona.[7] In questa veste ha curato allestimenti di alto profilo, tra cui, nel 1985, una riprese di Giselle con le coreografie originali di Jean Coralli e Jules Perrot di Giselle con Carla Fracci ed Elisabetta Terabust nel ruolo dell'eponima protagonista.[8][9] Dopo altri due anni con la compagnia di danza dell'Arena di Verona, nel 1991 è tornato a dirigere la compagnia della Scala per un biennio;[10] la scelta della direzione ha causato dissapori con Nureev, che aveva già avuto problemi con Carbone a Verona, tanto che il danzatore sovietico decise di ritirare la proprie coreografie dal repertorio scaligero.[11] Carbone avrebbe diretto la compagnia milanese per un terzo e ultimo mandato nel 1998. Dal 2009 al 2010 ha sostituito Anna Razzi alla direzione del Corpo di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli.[12]

Dalla moglie Iride Sauri ha avuto due figli: Alessio Carbone, ex premier danseur del Balletto dell'Opéra di Parigi,[13] e Beatirce Carbone, ex solsita del corpo di ballo del Teatro alla Scala.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nadia Scafidi, Rita Zambon e Roberta Albano, La danza in Italia: la Scala, la Fenice, il San Carlo : dal XVIII secolo ai giorni nostri, Gremese, 1998, p. 87, ISBN 978-88-7742-111-1. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  2. ^ admin, Le dichiarazioni di Luciana Savignano, Anna Maria Prina e Giuseppe Carbone a favore del Prof. Alberto Testa, su Giornale della Danza, 22 agosto 2011. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  3. ^ Fondazione Teatro La Fenice - Archivio Storico | Giuseppe Carbone, su www.archiviostoricolafenice.org. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  4. ^ Alberto Basso, Il Nuovo teatro regio di Torino, Cassa di risparmio di Torino, 1991, p. 175. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  5. ^ (EN) Anna Kisselgoff, LA SCALA BALLET: A DIFFERENT 'GISELLE', in The New York Times, 27 luglio 1981. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  6. ^ (EN) CARLA FRACCI, 'PRIM BALLERINA ASSOLUTA', in The New York Times, 12 luglio 1981. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  7. ^ José Sasportes, Storia della danza italiana dalle origini ai giorni nostri, EDT srl, 2011, p. 353, ISBN 978-88-6040-752-8. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  8. ^ Alberto Testa, Storia della danza e del balletto, Gremese Editore, 2005, p. 83, ISBN 978-88-8440-392-6. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  9. ^ (EN) Roberto Pasini e Remo Schiavo, The Verona Arena: The Largest Opera House in the World, Arsenale Editrice, 1995, p. 166, ISBN 978-88-7743-154-7. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  10. ^ Marinella Guatterini, "Ai ballerini prometto sudore, lacrime e sangue" (PDF), in L'unità, 26 giugno 1991.
  11. ^ Mario Pasi e Luigi Pignotti, Nureyev: la sua arte, la sua vita, Sperling & Kupfer, 1993, ISBN 978-88-200-1679-1. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  12. ^ Doppia nomina al San Carlo: da luglio si cambiano i vertici della Fondazione - Corriere del Mezzogiorno, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  13. ^ Camilla Gargioni, Alessio Carbone, torna a Venezia il primo ballerino dell’Opéra: «A Parigi la vita era troppo frenetica», su Corriere del Veneto, 12 agosto 2022. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  14. ^ Nives Canetti, L’addio di Beatrice Carbone al Teatro alla Scala, su DHN - Rivista di danza online, 16 gennaio 2023. URL consultato il 23 febbraio 2024.
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