Giovanni di Lorenzo (giornalista)

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Giovanni Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo (Stoccolma, 9 marzo 1959) è un giornalista italiano naturalizzato tedesco[senza fonte], direttore del settimanale tedesco Die Zeit.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Padre italiano e madre tedesca,[1] è cresciuto in Italia, dove ha frequentato la Deutsche Schule Rom[2] e dopo la separazione dei genitori (Carlo e Marianne)[3] si è trasferito all'età di undici anni a Hannover.[4] Ha studiato a Monaco di Baviera, laureandosi in Scienze della comunicazione e Scienze politiche con una tesi sui network mediatici di Silvio Berlusconi.[1]

Ha esordito nel mondo del giornalismo con una collaborazione con la Neue Presse, quotidiano locale di Hannover. Il suo primo articolo, riguardante il cantautore italiano Angelo Branduardi, fu pubblicato a firma di Hans Lorenz, pseudonimo dietro cui si celava il suo vero nome tradotto in tedesco. Ha scritto poi per alcuni settimanali e mensili locali di Hannover e Monaco.

Gli anni '80 sono anche quelli che segnano il suo debutto come conduttore televisivo: nel 1984 conduce su Bayerischen Rundfunk il magazine giovanile Live aus dem Alabama. Tra il 1988 e il 1989 è invece inviato per la ARD al Monaco International Film Festival.

Nel 1985 viene assunto dalla Süddeutsche Zeitung, prima con un contratto di consulenza e, dal 1987, come redattore per la politica interna. Dal 1994 al 1998 è responsabile della prestigiosa Seite Drei del quotidiano bavarese, dove vengono pubblicati reportage e inchieste da tutto il mondo.

Nel 1999 è stato nominato caporedattore del quotidiano berlinese Der Tagesspiegel di cui è tuttora coeditore. Nel 2004 è stato chiamato a dirigere il prestigioso settimanale Die Zeit[5] e da allora svolge quella professione. Inoltre è dal 1989 conduttore del talkshow 3 nach 9 dell'emittente pubblica Radio Bremen[1]: il programma va in onda una volta al mese, il venerdì, a rotazione con gli altri talk show regionali della ARD, ma viene trasmesso anche da Das Erste in un'ulteriore puntata del martedì, per la serie Talk am Dienstag.

Nel 2014 di Lorenzo, che ha il passaporto italiano e tedesco, solleva una polemica per aver detto apertamente in un talk show di avere votato due volte per il Parlamento europeo: una volta come cittadino italiano nel consolato di Amburgo ed una volta come cittadino tedesco in una scuola elementare di Amburgo.[6]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2005 al 2015 è stato legato alla presentatrice Sabrina Staubitz. I due hanno una figlia.[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni di Lorenzo: Stefan, 22, deutscher Rechtsterrorist: Mein Traum ist der Traum von vielen, Rowohlt Verlag, Reinbek 1984 ISBN 3-498-03827-3
  • Giovanni di Lorenzo/Helmut Schmidt: Auf eine Zigarette mit Helmut Schmidt, Kiepenheuer & Witsch, Köln 2009, ISBN 978-3-462-04065-4
  • Giovanni di Lorenzo/Axel Hacke: Wofür stehst Du?: Was in unserem Leben wichtig ist. Eine Suche, Kiepenheuer & Witsch, Köln 2010, ISBN 978-3-462042412
  • Giovanni di Lorenzo/Sabrina Staubitz: Wölkchen, Simon und der Regenbogen, Carlsen Verlag, Hamburg 2011, ISBN 978-3-551-05200-1
  • Giovanni di Lorenzo/Karl-Theodor zu Guttenberg: Vorerst gescheitert: Karl-Theodor zu Guttenberg im Gespräch mit Giovanni di Lorenzo, Herder Verlag, Freiburg 2011, ISBN 978-3-451-30584-9.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Chi è Giovanni di Lorenzo, il direttore di Die Welt, su espresso.repubblica.it, 3 gennaio 2013. URL consultato l'11 agosto 2019.
  2. ^ ambasciata tedesca Archiviato il 25 aprile 2012 in Internet Archive., Comunicato stampa, 18 novembre 2010.
  3. ^ Stefano Lorenzetto, Conquisto i lettori andando contro lo spirito del tempo, Corriere della Sera, 8 agosto 2019, p. 19
  4. ^ Vom Paradies in die Hölle und zurück, Die Zeit, 36/2001.
  5. ^ "Bollwerk gegen den Zeitgeist", FOCUS Magazin, 28 giugno 2004.
  6. ^ (DE) Zweimal gewahlt: Staatsanwaltschaft ermittelt gegen di Lorenzo, su Spiegel.de, 26 maggio 2014. URL consultato l'11 agosto 2019.
  7. ^ (DE) Giovanni di Lorenzo und Sabrina Staubitz trennen sich, su welt.de, 15 novembre 2015. URL consultato l'11 agosto 2019.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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