Francesco Garsia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Francesco Garsia (Palermo, 1590Paternò, 1670) è stato un poeta, drammaturgo e giudice italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nell'anno 1590, a Palermo, secondo Giuseppe Galeano[1], o a Paternò, come lo crede Gregorio Alessio Paternò.[2] C'è anche il Dionigi che lo identifica con Francesco Antonio Gasdia:[3] dottore in diritto civile e canonico, Accademico Fucinante detto l'Ammartellato, a Messina, autore dei versi nel Duetto delle Muse (1667), Trattenim. II.[4]
Contemporaneo del Lanario, dello Scammacca, dell'Aversa, completati gli studi con la laurea in Diritto nello Studio catanese, Garsia si dedicò nelle belle lettere e nella poesia, e quest'ultima coltivò con grande fecondità d'ingegno. Pubblicò molte produzioni liriche, altre lasciò manoscritte, i cui titoli si possono leggere per la prima volta in Mongitore (Bibliotheca Sicula, 1708). Fu pure autore di opere drammatiche: la tragedia Ester e il S. Vincenzo Martire, tragedia sacra, di cui secondo il Marletta niente ha potuto dirci la storica del teatro Pasculli[5], eppure «dovrebbero esser ricercate e studiate, specialmente l'"Ester", che potrebbe darci modo di meglio risolvere qualche problema riguardante la storia dello svolgimento del teatro siciliano»[6] .

Esercitò la professione di giudice in Paternò. Appartenne a varie accademie di Sicilia (Accademico Riacceso di Palermo, Rinnovato di Paternò, Intrepito di Acireale, Chiaro di Catania).
Morì a Paternò nel 1670.

Un sonetto appare nel volume di Filadelfo Mugnos su Lisso e Lico. Favola Boscareccia. Al Magnanimo, e virtuoso Cavaliero Don Mario Buglio Baron della Bifera e Favarotta, e del Fiume Gela (In Roma, appresso gli heredi di Lodovico Grignani, 1650).

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1628: Teria festante, epitalamio nelle nozze delli eccell. Sig. D. Luigi Moncada e D. Maria Ribera principi di Paternò e duchi di Montalto, Palermo, presso Decio Cirillo.
  • 1638: La caduta di Lucifero, poemetto eroico cogli argomenti di D. Pietro Lo Squiglio barone di Galati, Palermo, presso Decio Cirillo.
  • 1646: La Pira austriaca nella morte del Serenissimo Infante D. Baldassare principe della Spagna, Catania, presso Giovanni Rossi.
  • 1665: Il tempio di Cerere Catanea, ed i vaticinii di Simeto per la venuta in questo Regno dell'emin. sig. cardinale Astalli vescovo di Catania, Catania, presso Giuseppe Bisagno. (poemetti eroici)
  • 1667: Oda nella quale s'incoraggian gli austriaci all'acquisto di Portogallo, Monteleone, presso Domenico Ferro.
  • S. Ana en quatro cantos con los argumentos del senor D. Prosper Paternò y Lança varon de Piraino (manoscritto)
  • Il viaggio di Mongibello (in spagnolo).[7]
  • Canzoni siciliane [8]
  • Canzoni sacre siciliane [9]
  • L'Ester (tragedia) [2][10]
  • Il S. Vincenzo martire (tragedia sacra) (manoscritto)
  • (come Francesco Agrias) Apologetico sentimento intorno ai Discorsi di Antonino Mirello e Mora sopra le glorie di Messina (manoscritto) [11]
  • La S. Anna (poema drammatico) (manoscritto) [12]
  • Discorso encomiatico di S. Anna (manoscritto)
  • Catania combattuta da Federico Barbarossa (poema eroico) (manoscritto)
  • Lucifero vaneggiante (poema eroico) (manoscritto)
  • L'Armida (componimento drammatico) (manoscritto)
  • Rime, vol. 2 (manoscritto)
  • L'innocenza difesa per l'Immacolata Concezione (discorso encomiastico) (manoscritto)
  • L'antica età dell'oro (poemetto eroico) (manoscritto)
  • vari discorsi accademici (manoscritti)
  • Idea del buon governo; discorsi politici in lode dell'eccellentissimo sig. duca di Montalto con prologo contenente la discendenza della casa Moncada.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Galeano, con lo pseudonimo di Piergiuseppe Sanclemente, nelle Muse siciliane, vol. I, parte II, 1647, p. 222, e parte IV, p. 96.
  2. ^ a b Così si afferma in Giuseppe Mira, Bibliografia siciliana ovvero Gran dizionario bibliografico delle opere edite e inedite, antiche e moderne di autori siciliani o di argomento siciliano stampate in Sicilia e fuori, Palermo, vol. I, 1873, p.405: voce Francesco Garsia. Vedi pure, A. Mongitore, Bibliotheca Sicula, Panormi, 1708, vol.I, p. 214.
  3. ^ Giacomo Nigido Dionisi, L'Accademia della Fucina di Messina (1639-1678) ne' suoi rapporti con la storia della cultura in Sicilia, con cenni biografici, indicazioni e descrizioni bibliografiche, Catania, Giannotta, 1903.
  4. ^ Il duello delle Muse, ovvero trattenimenti Carnevaleschi degli accademici della Fucina, Monteleone per Domenico Antonio Ferro, 1667.
  5. ^ Concetta Pasculli, Il teatro in Sicilia nel '600: appunti con documenti inediti, Reggio Calabria, Stab. tip. Corriere di Calabria, 1922.
  6. ^ Sull'Accademia dei Clari di Catania, di cui fece parte Garsia, si veda: Fedele Marletta, La vita e cultura catanesi ai tempi di don Francesco Lanario, in A.S.S.O. (Archivio storico per la Sicilia orientale), anno XXVII, 1931.
  7. ^ Vedi la scheda biografica di Francesco Garsia del Comune di Palermo
  8. ^ Si leggono nel vol. I parte II delle Muse siciliane.
  9. ^ Si leggono, ivi, parte IV.
  10. ^ La tragedia viene ricordata da Leone Allazio nella sua Drammaturgia (1755) nell'Indice 6. Cfr. Mira.
  11. ^ L'autografo era presso Vincenzo Auria, successivamente in mano al Mongitore, per poi passare ancora a Francesco Serio, infine si è conservato nella Biblioteca comunale di Palermo classificato come BCP Qq C. 32. Cfr. Mira; e I manoscritti della biblioteca comunale di Palermo, a cura di Gaspare Rossi, 1873, vol. I.
  12. ^ Si conservava presso gli eredi di Francesco Alessio, da Paternò. Cfr. Mira.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Narbone, Bibliografia sicola sistematica, Palermo, 1850-55, vol. I, p. 99; vol. II, p. 57; vol. IV, p. 95;
  • A. Narbone, Istoria della letteratura siciliana, Palermo, 1863, vol. V, p. 265;
  • F. Marletta, La vita e la cultura catanese ai tempi di don Francesco Lanario, in Archivio storico per la Sicilia Orientale, VII (1931), pp. 222, 228;
  • T. Giuffrida, Catania dalla dominazione sveva alla dominazione spagnola, Catania, 1981, pp. 305 s.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]