Francesco Battista

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Francesco Battista
NascitaCosoleto, 3 agosto 1897
MorteAcab Saat, 29 febbraio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
Reparto263ª Legione CC.NN.
GradoCamicia Nera
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Francesco Battista (Cosoleto, 3 agosto 1897Acab Saat, 29 febbraio 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cosoleto, provincia di Reggio Calabria, nel 1897, figlio di Francesco e Maria Rosa Sgro.[2] Prese parte alla prima guerra mondiale come soldato mitragliere in forza al 39º Reggimento fanteria.[1] Congedato nel 1920, in seguito venne arruolato nella 163ª Legione della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale.[1] Nel giugno 1935, in vista dello scoppio delle ostilità con l'Impero d'Etiopia fu assegnato al CCLXIII Battaglione CC.NN. "Reggio Calabria" mobilitato per esigenze in Africa orientale, e il 12 settembre successivo si imbarcò a Napoli con il suo reparto sbarcando a Massaua, in Eritrea, il 18 settembre 1935. Cadde in combattimento ad Acab Saat[N 1] il 29 febbraio 1936, durante una azione con le bande di retroguardia di Ras Immirù lasciate indietro per evitare l'accerchiamento da parte degli italiani che marciavano a tenaglia dal sud e dal nord.[3] A questo scontro parteciparono oltre alla 3ª Divisione CC.NN. "21 aprile" anche le Divisioni "Gran Sasso" e "Gavinana".[3] I combattimenti iniziarono verso le 13:00 e proseguirono fino a notte.[3] Per onorarne il coraggio in questo frangente venne insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Servente di mitragliatrice durante una difficile azione, dimostrava coraggio e sprezzo del pericolo, provvedendo anche alla difesa del suo centurione. Colpito ad una gamba dal piombo avversario, recisamente rifiutava di essere trasportato al posto di medicazione, continuando a combattere per oltre tre ore, sino a quando una seconda pallottola lo colpiva mortalmente al capo. Cadendo eroicamente, alto gridava la sua fede nell'Italia e nel Duce. Acab Saat, 29 febbraio 1936.[4]»
— Regio Decreto 15 dicembre 1936.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Durante questa azione persero la vita ben 12 camicie nere.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 158.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]