Don't Be a Sucker

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Don't Be a Sucker
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1943
Durata22 minuti 48 secondi (1943), 17 minuti 21 secondi (1947)
Dati tecniciB/N
Generedocumentario
ProduttoreUnited States Department of War

Don't Be a Sucker (traduzione letterale: Non essere stupido) è un film cortometraggio realizzato nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, dal Corpo di divulgazione e propaganda del Dipartimento della guerra degli Stati Uniti d'America per l'esclusivo uso delle forze armate. Nel 1947 ne fu montata una versione più breve.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un americano, mentre ascolta un comizio di un politicante razzista e bigotto che usa parole di odio contro le minoranze etniche e religiose e contro gli immigrati, viene avvicinato da un distinto signore, anche lui americano ma di origine ungherese, fuggito dalla Germania nazista (forse un sopravvissuto all'Olocausto). Egli gli spiega come tale retorica e demagogia abbiano permesso ai Nazisti di salire al potere in Germania durante la Repubblica di Weimar, e avverte che gli americani non devono assolutamente cadere in errore per una simile demagogia propagata da altri americani razzisti e bigotti.

Obiettivo[modifica | modifica wikitesto]

Fu un manifesto di propaganda antirazzista e antifascista, realizzato con lo scopo di educare gli spettatori contro il pregiudizio e le discriminazioni. Dopo la guerra, venne divulgata una versione abbreviata del film che fu ampiamente mostrata sia sotto il profilo commerciale, sia sotto l'aspetto educativo anche nelle scuole. Nel 1947 il Dipartimento di ricerca scientifica del Comitato ebraico americano si impegnò a studiare l'impatto del film ([1], i dati sono stati raccolti con la collaborazione dell'Istituto di ricerca sociale). Il film è stato realizzato anche per propugnare la desegregazione nelle Forze armate degli Stati Uniti.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nell'agosto 2017 il cortometraggio è diventato virale su Internet all'indomani del violento raduno della destra americana a Charlottesville, in Virginia.[2][3][4] Dopo la violenza di Charlottesville, il video di propaganda antifascista della seconda guerra mondiale trova un nuovo pubblico e varie copie sono state caricate su siti di video sharing nell'anno successivo.

In Italia[modifica | modifica wikitesto]

Viene riproposto in rete coi sottotitoli, sia intero che in spezzoni, dopo le elezioni politiche del 2018, e la formazione del nuovo Governo italiano Lega Nord-Movimento 5 Stelle, con la nomina a Ministro dell'Interno di Matteo Salvini per le sue idee di modifica sulle leggi di accoglienza migranti; era comunque già presente in rete con i sottotitoli in italiano da diversi anni.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ PDF
  2. ^ Adam Gabbatt, How a 1947 US government anti-Nazi film went viral after Charlottesville, in The Guardian, 14 agosto 2017. URL consultato il 16 agosto 2017.
  3. ^ Derek Hawkins, After Charlottesville violence, World War II anti-fascist propaganda video finds a new audience, in The Washington Post, 14 agosto 2017. URL consultato il 16 agosto 2017.
  4. ^ This anti-Nazi film went viral after Charlottesville. It may be less effective than it seems., in Vox. URL consultato il 21 agosto 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eunice Cooper e Helen Schneider, Don't Be a Sucker" A Study of An Anti-Discrimination Film, su Berman Jewish Policy Archive @ Stanford University, Department of Scientific Research, New York, American Jewish Committee, 17 marzo 1948, pp. 1-44. URL consultato il 17 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2017).
    «"Don't Be A Sucker" is an anti-discrimination film which was produced during World War II by the Army Signal Corps for use with the armed forces. After the war, a shortened version of the film was widely shown both commercially and under educational auspices. In 1947, the Department of Scientific Research of the American Jewish Committee undertook to study the impact of the film. (The data were collected with the cooperation of the Institute of Social Research.)»
    (PDF)
  • Eunice Cooper e Helen Dinerman, Analysis of the Film "Don't Be a Sucker": A Study in Communication, in Public Opinion Quarterly, vol. 15, n. 2, Oxford University Press, 1º gennaio 1951, pp. 243–264, DOI:10.1086/266306. URL consultato il 17 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2017).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema