Dispensario antitubercolare di Alessandria

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Dispensario antitubercolare
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàAlessandria
IndirizzoVia Don Francesco Gasparolo, 4
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1934-1938
Usopoliambulatorio
Realizzazione
ArchitettoIgnazio Gardella

Il Dispensario antitubercolare di Ignazio Gardella, architetto ed ingegnere, è un edificio in Alessandria progettato secondo le regole dell'architettura razionalista. L'edificio nasce prima dell'istituzione del servizio nazionale sanitario, per combattere la tubercolosi esisteva il Consorzio antitubercolare. Il Dispensario antitubercolare è un luogo di prevenzione e analisi preventiva contro la tubercolosi, molto diffusa negli anni '30. In sostanza era il luogo dove i pazienti venivano radiografati per individuare i sintomi della malattia[1].

L'edificio è stato restaurato negli anni Novanta riportando l'intera struttura allo splendore originario e viene utilizzato come poliambulatorio, quindi ha mantenuto la sua funzione sanitaria.

Analisi storica[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio venne realizzato tra il 1934 e il 1938 e si compone di un parallelepipedo posto in orizzontale, concepito da moduli in pianta di 35 x 35m e in altezza di 25 x 35m e di due piani fuori terra e uno seminterrato con orientamento est-ovest parallelo ai lati lunghi. L'ingresso avviene al piano terra tramite una scala e si entra in una grande sala d'attesa con ambulatori circostanti, al piano primo la distribuzione è molto simile, ma sono presenti gli uffici amministrativi al posto degli ambulatori che si affacciano sul solarium esterno.

Tecnologia architettonica[modifica | modifica wikitesto]

I materiali usati per l'intera struttura sono il cemento armato, il mattone, l'intonaco, il vetro e il vetrocemento.

Descrizione architettonica[modifica | modifica wikitesto]

La facciata principale, dalla quale si accede all'edificio, è suddivisa in tre parti scandite dalle solette interpiano. Il piano seminterrato è caratterizzato da mattoni in vetrocemento e da una finestra a nastro. Il piano terra rialzato è caratterizzato da due file di finestre a nastro intervallate da blocchi in vetrocemento, lasciando in muratura piena una parte della facciata; al piano superiore la corrispettiva area priva di finestre del piano sottostante viene qui riempita con vetrocemento e una finestra a nastro corre lungo la facciata fino a circa metà edificio. Questa facciata termina con un motivo in mattoni in corrispondenza del solarium. L'alternanza di materiali non è casuale, ma riprende il concetto di modulo già presente all'interno.

La presenza del vetrocemento, delle finestre a nastro e dei mattoni posizionati in modo tale da creare un motivo forato permettono di far filtrare una grande quantità di luce naturale all'interno dell'edificio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mario Bocchio, "Ignazio Gardella, l'innovatore che fronteggiò il fascismo, in "Quando l'architettura era razionale" - Notizie, 4 - dicembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Quando l'architettura era razionale" e "Ignazio Gardella, l'innovatore che fronteggiò il fascismo", di Mario Bocchio, in Notizie (rivista), N° 4, Dicembre 2016, Torino