Crassula ausensis

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Crassula ausensis
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
Ordine Saxifragales
Famiglia Crassulaceae
Sottofamiglia Crassuloideae
Genere Crassula
Specie C. alstonii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno [Tracheobionta]]
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Rosales
Famiglia Crassulaceae
Genere Crassula
Specie C. ausensis
Nomenclatura binomiale
Crassula alstonii
Hutchison, 1952[1]
Sinonimi

Crassula karasana
Friedrich
Crassula littlewoodii
Friedrich

Crassula ausensis (Friedrich, 1952) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, originaria di una piccola area della Namibia meridionale, compresa tra le località di Aus e la catena dei Monti del Gran Karas[2].

L'epiteto specifico ausensis si riferisce alla località di Aus, nella regione di ǁKaras, nei pressi della quale è infatti diffusa la specie[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Giovani esemplari di C. ausensis.

C. ausensis è una pianta perenne di piccole dimensioni che si sviluppa a partire dalle rosette basali fino a raggiungere l'aspetto di piccoli cespugli, ancorati al suolo da fini radici fascicolate. Gli steli sono corti, con diametro di circa 3 millimetri e danno alla pianta un aspetto compatto simile a quello di Crassula sericea, ma se ne differenzia per le foglie.

Le foglie difatti hanno una forma più appuntita, da lanceolata ad ellittica, sono lunghe tra i 15 e i 35 mm, per 6–11 mm in larghezza e con la crescita non cadono nel tempo. Sono di colore grigio-verde, frequentemente con le estremità rossastre e ricoperte da piccoli e diffusi peli. Hanno la pagina superiore da piatta a leggermente convessa e quella inferiore convessa, presentano estremità acute e mucronate.

Le infiorescenze, che si sviluppano tra marzo e aprile qualora la pianta si trovi in habitat, sono portate su di un peduncolo lungo circa 8 centimetri e possono essere sia ramificate in numerose dicasia che sviluppare i fiori su di una sola dicasia subumbellata. Questi presentano dei sepali triangolari, lunghi fino a 3 mm, dai margini cigliati e le punte acute. La corolla, larga fino a 6 mm, è di forma tubolare e formata da diversi petali fusi tra loro alla base, di un colore tra bianco e crema, e presentano una fine appendice dorsale. Le antere sono di colore bruno[4][5][6][7].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Al momento, oltre alla pianta in sé, sono accettate altre due sottospecie:

Inoltre, per riferirsi alla specie principale, viene utilizzata anche la denominazione C. ausensis subsp. ausensis.

Esemplare di C. ausensis subsp. giessii.

Crassula ausensis subsp. giessii[modifica | modifica wikitesto]

C. ausensis subsp. giessii è una sottospecie di C. ausensis diffusa principalmente nell'area compresa tra i due paesi di Maltahöhe e Helmeringhausen, più a nord dell'areale principale della specie.

Le maggiori differenze che caratterizzano questa sottospecie si ritrovano nelle foglie: infatti presentano una peluria più rada rispetto a C. ausensis ma sono invece ricoperte da lunghe ciglia che si sviluppano lungo i margini delle foglie stesse, non presenti in C. ausensis. Inoltre questa specie sviluppa un'infiorescenza a dicasia singola, che porta solitamente cinque fiori sessili.

Questa sottospecie era anche nota col nome di Crassula giessii (Friedrich, 1974), quando venne classificata come specie a sé stante. L'epiteto specifico venne scelto in onore di Heinrich J. W. Giess, botanico ed imprenditore agricolo tedesco, ed è il basionimo dal quale deriva la denominazione attuale[4][7][10].

Esemplare di C. ausensis subsp titanopsis in fiore.

Crassula ausensis subsp. titanopsis[modifica | modifica wikitesto]

C. ausensis subsp. titanopsis è una sottospecie di C. ausensis diffusa nei pressi di Grünau, nel distretto di Karasburg, dove è stata scoperta per la prima volta nel 1998.

È una pianta che cresce in colonie più grandi, fino ad un metro di diametro, comunque ancorate al suolo con radici fascicolate. Le foglie sono di forma da ovata a obovata, a volte quasi circolare, con misure: 1–2 cm in lunghezza, 0,7-1,3 cm in larghezza e spesse 3–7 mm. Hanno estremità acute, con le due pagine in genere da piatte a convesse, sono di colore grigio-verde e hanno apici di colore arancio-rossastro con sfumature rugginose. Diversamente da quanto si credeva inizialmente sono ricoperte da finissimi peli traslucidi, non visibili singolarmente a occhio nudo, e non da papille. Questi sono più concentrati nell'area intorno agli stomi (o agli idatodi) mentre, laddove questi non siano presenti, sono più uniformemente distribuiti.

L'infiorescenza a tirso ramifica in 1-3 dicasia ed è unita alla pianta grazie ad un peduncolo, lungo 4–5 cm e largo 2 mm, ricoperto di peli. Lungo questo peduncolo si trovano tra una e tre coppie di brattee, lunghe circa 2,5 mm, di forma triangolare, dall'apice arrotondato e rossastro, pelose e che presentano alcune ciglia marginali. A queste infiorescenze sono uniti i fiori attraverso un pedicello lungo 3–6 mm. Questi presentano un calice formato da sepali triangolari e a punta acuta, di colore rossastro, ricoperti da peluria e con ciglia marginali. La corolla è invece formata da petali ricurvi di colore bianco ed attraversati da un'appendice dorsale papillosa[4][7][11][12].

Coltivazione[modifica | modifica wikitesto]

In genere le Crassula richiedono un terreno povero di componente organica e ricco di minerali, ben drenante in modo da evitare ristagni idrici che ucciderebbero la pianta. Annaffiare solo a terreno ben secco.

Nello specifico C. ausensis è una pianta originaria di aree incluse nelle USDA Hardiness Zones da 9b a 11b, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori a 10 °C e comunque mai al di sotto dei -3,9 °C. Preferisce difatti una posizione soleggiata, ed essendo una specie di ridotte dimensioni è consigliata la coltivazione in vaso.

Così come altre specie appartenenti al suo genere, C. ausensis può essere propagata per seme, pollone o talea[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Cactus and Succulent Society of America, Cactus and Succulent Journal, vol. 24, n. 1, Thousand Oaks, Tim Harvey, Febbraio 1952, pp. 106-108.
  2. ^ (EN) Crassula ausensis Hutchison, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  3. ^ (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 19, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 14 dicembre 2020.
  4. ^ a b c (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, pp. 88-89, ISBN 9058093239.
  5. ^ a b (EN) Crassula ausensis, su World of Succulents, 29 giugno 2016. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  6. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  7. ^ a b c (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 39, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
  8. ^ (EN) Crassula ausensis subsp. giessii (Friedr.) Toelken, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 22 dicembre 2020.
  9. ^ (EN) Crassula ausensis subsp. titanopsis Pavelka, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  10. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  11. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 23 dicembre 2020.
  12. ^ (EN) Crassula ausensis subsp. titanopsis, su World of Succulents, 6 luglio 2016. URL consultato il 23 dicembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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