Chiisakobe

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Chiisakobe
ちいさこべえ
(Chīsa Kobe e)
Copertina del quarto volume dell'edizione italiana, raffigurante i protagonisti Shigeji e Ritsu
Generedrammatico, psicologico, slice of life
Manga
AutoreMinetarō Mochizuki
EditoreShogakukan
RivistaBig Comic Spirits
Targetseinen
1ª edizione3 settembre 2012 – 9 febbraio 2015
Tankōbon4 (completa)
Editore it.Edizioni BD - J-Pop
1ª edizione it.28 febbraio – 29 agosto 2018
Volumi it.4 (completa)
Testi it.Roberta Tiberi

Chiisakobe (ちいさこべえ?, Chīsa Kobe e, lett. "Piccolo bambino") è un manga seinen scritto e illustrato da Minetarō Mochizuki. L'opera è stato serializzata dal 3 settembre 2012 al 9 febbraio 2015 sulla rivista giapponese Big Comic Spirits e in seguito pubblicata dalla casa editrice Shogakukan in quattro volumi tankōbon. La pubblicazione dell'edizione italiana è iniziata nel febbraio 2018, a cura della casa editrice J-Pop che aveva precedentemente annunciato il titolo durante il Lucca Comics & Games nel 2017[1].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un violento incendio riduce in cenere una considerevole parte di un quartiere di Tokyo formato prevalentemente da case antiche costruite in legno. Nel tragico evento viene distrutta la sede dell’impresa edilizia Daitome, specializzata nella costruzione di edifici in legno di stile tradizionale, e vi perdono la vita gli anziani coniugi proprietari della ditta. Shigeji, il loro giovane e unico figlio laureato in architettura e appassionato bibliofilo, decide di ricostruire l’impresa di famiglia senza l’aiuto di nessuno dei tanti amici del padre che gli offrono sostegno, materiale e morale. Shigeji, così, ritorna nella propria casa e vi trova Ritsu, una giovane che conosce sin dall’infanzia e che è stata assunta da un suo collaboratore affinché lo aiuti nelle faccende domestiche. Tuttavia, Ritsu non è sola, ma in compagnia di un piccolo gruppo di bambini rimasti senza dimora dopo che l’orfanotrofio in cui erano ospitati è andato distrutto nell’incendio.

Manga[modifica | modifica wikitesto]

Il manga, formato da 44 capitoli, è stato serializzato dal 3 settembre 2012 al 9 febbraio 2015 sulla rivista giapponese Big Comic Spirits e poi raccolto in quattro volumi tankōbon. In Italia, la pubblicazione è iniziata nel febbraio 2018 ed è terminata nell'agosto dello stesso anno, a cura della casa editrice J-Pop.

Data di prima pubblicazione
GiapponeseItaliano
129 marzo 2013[2]ISBN 978-4-09-185109-3 28 febbraio 2018[3]ISBN 978-88-6634-890-0
230 settembre 2013[4]ISBN 978-4-09-185507-7 18 aprile 2018[5]ISBN 978-88-3275-322-6
328 marzo 2014[6]ISBN 978-4-09-186137-5 13 giugno 2018[7]ISBN 978-88-3275-345-5
430 marzo 2015[8]ISBN 978-4-09-186848-0 29 agosto 2018[9]ISBN 978-88-3275-352-3

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

La serializzazione di Chiisakobe, composta tra il 2012 e il 2015, possiede una precisa evoluzione che lo stesso Mochizuki ha più volte spiegato nel corso di interviste[10]. L’opera è un libero adattamento del romanzo Chīsa kobe (ちいさこべ) pubblicato nel 1962 da Shūgorō Yamamoto, autore i cui testi sono stati in più occasioni adattati per il grande schermo, si pensi ai soli Barbarossa e Dodes'ka-den di Akira Kurosawa e Sabu di Takashi Miike. Nella composizione dell’adattamento, Mochizuki decide di abbandonare l’ambientazione scelta originariamente da Yamamoto, il periodo Edo, preferendo una cornice contemporanea per gli eventi della storia. Se Dragon Head era stato concepito come sorta di risposta alla crisi economica vissuta nel Giappone a causa della bolla monetaria nei primi anni Novanta, in Chiisakobe si riflette invece il dramma dello tsunami dell’11 marzo 2011. Il tratto grafico che aveva caratterizzato Dragon head, fondato su un realismo colmo di dettagli e particolari nelle figure umane come negli sfondi, è ora sostituito da Mochizuki con uno diametralmente opposto, pulito e rarefatto al limte dell’essenziale e con un preciso ed esplicito interesse verso la pop art.

Da sempre profondamente influenzato dall’arte cinematografica, in Chiisakobe, Mochizuki utilizza un preciso modello autoriale come fonte di ispirazione: il regista Wes Anderson, in particolar modo nella pellicola I Tenenbaum. Un'ulteriore prova dell’amore di Mochizuki per il cinema è presente nella divertita citazione della pellicola Shining di Stanley Kubrick, più volte inserita nelle tavole attraverso le magliette indossate da uno dei bimbi ospitati da Shigeji.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Chiisakobe ha vinto il Prix Asie dell'ACBD (Association des critiques et journalistes de bande dessinée) e il Prix de la série del Festival d'Angoulême 2017.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le prossime novità J-POP!, J-Pop, 6 maggio 2017. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2018).
  2. ^ (JA) ちいさこべえ 1, su shogakukan.co.jp, Shogakukan. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  3. ^ Chiisakobe 1, su animeclick.it, AnimeClick.it. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  4. ^ (JA) ちいさこべえ 2, su shogakukan.co.jp, Shogakukan. URL consultato il 1º luglio 2017.
  5. ^ Chiisakobe 1, su animeclick.it, AnimeClick.it. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  6. ^ (JA) ちいさこべえ 3, su shogakukan.co.jp, Shogakukan. URL consultato il 1º luglio 2017.
  7. ^ Chiisakobe 3, su animeclick.it, AnimeClick.it. URL consultato il 12 giugno 2018.
  8. ^ (JA) ちいさこべえ 4, su shogakukan.co.jp, Shogakukan. URL consultato il 1º luglio 2017.
  9. ^ Chiisakobe 4, su animeclick.it, AnimeClick.it. URL consultato il 29 agosto 2018.
  10. ^ (FR) Marius Chapuis, Chiisakobé, deuil pour œil, su next.liberation.fr, 9 ottobre 2015. URL consultato il 22 agosto 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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