Chiesa dei Santi Fedele e Simone

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Chiesa dei Santi Fedele e Simone
facciata
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
CantoneTicino
LocalitàVico Morcote
IndirizzoStrada da Vigh 3, 6921 Vico Morcote
Coordinate45°55′49.22″N 8°55′20.32″E / 45.93034°N 8.92231°E45.93034; 8.92231
Religionecattolica
TitolareSimone apostolo
Diocesi Lugano
Stile architettonicobarocco
Completamento1720

La chiesa dei Santi Fedele e Simone[1][2], di Vico Morcote, fu eretta tra il 1591 e il 1625, sui resti della chiesa primitiva del secolo XI.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Il campanile sul fianco destro è incatenato da lesene ed incoronato da un attico ottagonale a cupola. Sulla facciata ci sono quattro nicchie con le statue dei santi Fedele e Simone e Giuda Taddeo.

Il timpano a sesto ribassato è ornato a stucco. Il portale quattrocentesco ha l'architrave in marmo nero del 1720 ed è sormontato da un timpano spezzato.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

All'interno l'aula a navata unica presenta due cappelle per lato, con volta a botte trasversale, aggiunte tra il 1636 e il 1670, e coro quadrangolare coperto da una cupola ottagonale a lanterna illuminata da oculi, preceduto da una parete frontale con lunetta e finestra serliana. Un'articolazione di paraste ioniche sorreggono il cornicione perimetrico su cui s'imposta la volta a botte lunettata.

Sulla parete di fondo del coro si conservano affreschi eseguiti nel 1626 raffiguranti la Crocifissione di Gesù. Sui pilastri d'angolo sono presenti due reliquiari murali settecenteschi in stucco: quello di sinistra reca una tiara alludendo a sant'Aniceto, papa dal 155 al 166, nativo di Vico Morcote secondo la tradizione. Inoltre il pontefice viene ricordato da una targa: FIGLIO DI QUEST'UMILE VILLAGGIO / MUOVENDO CON L'AQUILE DI ROMA / GIOVANNI LEGIONARIO IN SIRIA / DIEDE DECIMO SUCCESSORE A S. PIETRO / IL FIGLIO PAPA SANT'ANICETO MARTIRE + 167.

Negli ultimi anni la parte esterna della chiesa era divenuta piuttosto fatiscente con statue rotte, intonaco crepato e spaccato quasi ovunque nonché innumerevoli infiltrazioni d'acqua. Grazie all'intesa tra i comune ed il consiglio parrocchiale si sono avviati i restauri, tra il 2006 e l'agosto 2008.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 581-582.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 314-315.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 345-346.

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