Centrale nucleare di Fukushima Dai-ni

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Centrale nucleare di Fukushima Dai-ni
La centrale nucleare Fukushima II
Informazioni generali
StatoBandiera del Giappone Giappone
LocalitàNaraha
Coordinate37°19′10″N 141°01′16″E / 37.319444°N 141.021111°E37.319444; 141.021111
Situazionechiusa
GestoreTokyo Electric Power
Anno di costruzione1976
Inizio produzione commerciale1982
Chiusura2019
Reattori
FornitoreToshiba
Hitachi
TipoBWR
ModelloBWR-5
Fermati4 (4268 MW)
Produzione elettrica
Nel 20190 GWh
Totale720.7 TWh
Ulteriori dettagli
CostruttoreKajima
Takenaka
Sito internet
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Giappone
Centrale nucleare di Fukushima Dai-ni
Dati aggiornati al 20 febbraio 2020

La Centrale nucleare di Fukushima Dai-ni (福島第二原子力発電所?, Fukushima Dai-ni Genshiryoku Hatsudensho), nota semplicemente come Fukushima Dai-ni (lett. Fukushima n°2), è una centrale nucleare giapponese situata nella città di Naraha, nel Distretto di Futaba della Prefettura di Fukushima.

La centrale Fukushima II è gestita dalla compagnia Tokyo Electric Power (TEPCO). Solo 11,5 km più a nord, nella città di Ōkuma, è situata la Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi (Fukushima I), gestita anch'essa da TEPCO.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruzione ed entrata in funzione[modifica | modifica wikitesto]

Durante i primi anni del 1970, la compagnia elettrica giapponese TEPCO decise di costruire una seconda centrale nucleare che affiancasse (anche geograficamente) la prima centrale nucleare della compagnia, la Centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi. I lavori di costruzione iniziarono quindi nel 1976 a soli 11,5 km di distanza dalla gemella e terminarono nel 1982, qualche mese dopo l'accensione del primo reattore.

L'impianto è collegato al resto della rete elettrica giapponese dalla linea Tomioka (富岡線?).

Incidente del 1989[modifica | modifica wikitesto]

Nel gennaio 1989, il sistema del refrigerante del reattore 3 si è rotto durante una saldatura, provocando il flusso di una grande quantità di detriti metallici attraverso il circuito primario. Il reattore è stato quindi spento per un periodo di tempo considerevole.

Terremoto del 2011[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto e maremoto del Tōhoku del 2011.

In seguito al terremoto del Tōhoku del 2011 dell'11 marzo i suoi quattro reattori sono stati automaticamente fermati,[1] ma in tre di essi le pompe di raffreddamento sono risultate danneggiate. Nel quadro del disastro di Fukushima Dai-ichi è stata necessaria la dichiarazione di emergenza nucleare e l'evacuazione degli abitanti della zona circostante in un'area di 30 km di distanza da entrambe le centrali.

Il 15 marzo tutte e quattro le unità sono entrate nel cosiddetto "arresto freddo" in cui l'acqua del liquido refrigerante è a meno di 100 °C, con il pieno funzionamento di tutti i sistemi di refrigerazione.[2] Mentre l'arresto dell'unità 3 è andato come previsto, i danni ai sistemi di raffreddamento di emergenza delle unità 1, 2 e 4 hanno richiesto l'annuncio dello stato d'emergenza.[3] Questi tre reattori sono stati preparati per un potenziale rilascio di pressione, ma questo non è stato necessario. L'unità 1 ha annunciato l'arresto a freddo alle 01:24 del 14 marzo,[4] l'unità 2 alle 03:52 dello stesso giorno[5] e l'unità 4 alle 07:15 del 15 marzo.[6] I livelli dell'acqua sono stabili in tutti e quattro i reattori, mentre è disponibile l'energia dagli elettrodotti e non si deve ricorrere all'alimentazione di emergenza.[7]

La perdita di acqua di raffreddamento nei reattori 1, 2 e 4 è stata classificata a livello 3 dalla scala internazionale degli eventi nucleari (incidente grave) dalle autorità giapponesi a partire dal 18 marzo.[8][9]

Terremoto del 2016[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 novembre 2016, un terremoto di magnitudo 6,9 ha colpito il Giappone a 37 km a sud-est di Namie, nella prefettura di Fukushima, a una profondità di 11,3 km.[10] 14 persone sono rimaste ferite e più di 1.900 case hanno perso brevemente l'elettricità.[11] Sebbene sia stato emesso un avviso di un possibile tsunami di 3 m di altezza, l'NHK ha segnalato un'onda di 1 m presso il sito della centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi.[12] Il segretario capo di gabinetto Yoshihide Suga ha affermato che i sistemi di raffreddamento del combustibile esaurito del reattore 3 a Fukushima Dai-ni si erano fermati a causa del terremoto; TEPCO ha successivamente segnalato il riavvio del sistema di raffreddamento del combustibile esaurito dopo soli 100 minuti di arresto.[13][12]

Decommissionamento[modifica | modifica wikitesto]

Il 31 luglio 2019, il consiglio di amministrazione di TEPCO ha deciso di dismettere l'impianto, in risposta alle richieste locali. Si prevede che la disattivazione richiederà più di 40 anni per essere completata.[14]

Reattori[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i reattori nella Centrale Nucleare di Fukushima II sono del tipo BWR-5[15] con una potenza elettrica di 1.100 MW ciascuno (produzione netta: 1.067 MW ciascuno).[16]

I reattori delle unità 1 e 3 sono stati forniti dalla Toshiba, quelli delle unità 2 e 4 dalla Hitachi. Le unità da 1 a 3 sono state costruite dalla Kajima mentre l'unità 4 fu costruita dalla Shimizu e dalla Takenaka.[16]

Unità Entrata a regime Costi di installazione (yen/MW) Produttore del reattore Progettazione Costruzione
1 31/07/1981 250.000.000 Toshiba Toshiba Kajima
2 23/06/1983 230.000.000 Hitachi Hitachi Kajima
3 14/12/1984 290.000.000 Toshiba Toshiba Kajima
4 17/12/1986 250.000.000[17] Hitachi Hitachi Shimizu
Takenaka

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Japan initiates emergency protocol after earthquake - Nuclear Engineering International, su neimagazine.com. URL consultato il 4 marzo 2022.
  2. ^ World Nuclear Association - World Nuclear News, su world-nuclear-news.org. URL consultato il 4 marzo 2022.
  3. ^ Emergency declared at 2nd Japan nuke plant after cooling fails, su USATODAY.COM. URL consultato il 4 marzo 2022.
  4. ^ TEPCO : Press Release | Occurrence of a Specific Incident Stipulated in Article 15, Clause 1 of the Act on Special Measures Concerning Nuclear Emergency Preparedness (Unit 1), su tepco.co.jp. URL consultato il 4 marzo 2022.
  5. ^ TEPCO : Press Release | Occurrence of a Specific Incident Stipulated in Article 15, Clause 1 of the Act on Special Measures Concerning Nuclear Emergency Preparedness (Unit 2), su tepco.co.jp. URL consultato il 4 marzo 2022.
  6. ^ TEPCO : Press Release | Occurrence of a Specific Incident Stipulated in Article 15, Clause 1 of the Act on Special Measures Concerning Nuclear Emergency Preparedness (Unit 4), su tepco.co.jp. URL consultato il 4 marzo 2022.
  7. ^ (EN) All Fukushima Daini units in cold shutdown
  8. ^ (EN) Fukushima Nuclear Accident Update Log, su iaea.org, 2 giugno 2011. URL consultato il 4 marzo 2022.
  9. ^ (JA) Nuclear and industry safety agency, su meti.go.jp. URL consultato il 4 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2014).
  10. ^ earthquake.usgs.gov, https://earthquake.usgs.gov/earthquakes/eventpage/us10007b88/executive#executive. URL consultato il 4 marzo 2022.
  11. ^ (EN) Strong Japan Earthquake Produces Tsunami but Spares Major Damage | The Weather Channel - Articles from The Weather Channel | weather.com, su The Weather Channel. URL consultato il 4 marzo 2022.
  12. ^ a b (EN) Fukushima: Japan lifts tsunami alert after 7.4 quake, in BBC News, 22 novembre 2016. URL consultato il 4 marzo 2022.
  13. ^ (EN) Anna Fifield, Japan’s Fukushima region rocked by 7.4-magnitude earthquake, in Washington Post, 22 novembre 2016. URL consultato il 4 marzo 2022.
  14. ^ Tepco declares Fukushima Daini for decommissioning : Corporate - World Nuclear News, su world-nuclear-news.org. URL consultato il 4 marzo 2022.
  15. ^ (EN) Reactors in operation, su www-pub.iaea.org, IAEA, 31 dicembre 2009. URL consultato il 12 marzo 2011.
  16. ^ a b (EN) Nuclear Reactor Maps: Fukushima-Daini, su nuctrans.org, Council for Security Cooperation in the Asia Pacific. URL consultato il 14 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2005).
  17. ^ (JA) 原発の発電コスト, su nuketext.org, 28 ottobre 2008. URL consultato il 16 marzo 2011.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàNDL (ENJA001273819