Calligaris (azienda)

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Calligaris
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sede centrale a Manzano
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1923 a Manzano
Fondata daAntonio Calligaris
Sede principaleManzano
Persone chiave
Settoredesign, arredamento
Prodottisedie, tavoli, mobili, letti, complementi d'arredo
Fatturato252 milioni di (2022)
Utile netto47 milioni di
Dipendenti660
Sito webwww.calligaris.com

La Calligaris è un'azienda italiana di design e arredamento con sede a Manzano, nel Friuli-Venezia Giulia. Progetta, produce e distribuisce sedie, tavoli, letti, divani, mobili e complementi d'arredo. Cinque i marchi: Calligaris, Connubia, Ditre Italia, Luceplan, Fatboy.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondata da Antonio Calligaris nel 1923 a Manzano, a una quindicina di chilometri da Udine, è all'inizio una piccola falegnameria artigianale che produce sedie, in particolare la "Marocca", tipica sedia in paglia della zona.[1] Nel dopoguerra, con Manzano che diventa il centro del distretto friulano per la realizzazione di sedie, la Calligaris si trasforma in azienda industriale (è la prima a introdurre nel 1960 l'impagliatrice automatica che riduce il tempo di lavorazione per una sedia da due ore a un minuto e 40 secondi)[2] specializzandosi nella produzione di sedie per conto terzi, in gran parte si tratta di imprese del mobile che poi rivendono il prodotto ai negozianti e società della grande distribuzione come l'Ikea.

Anche con alla guida il figlio di Antonio Calligaris, Romeo, l'azienda continua a produrre solo sedie (1500 al giorno) fino al 1985.[3] Quell'anno inizia la trasformazione dell'azienda che abbandona gradualmente l'attività per conto terzi e realizza, con ai vertici già la terza generazione Calligaris, i fratelli Walter e Alessandro, sempre più prodotti venduti con il proprio marchio. E non più solo sedie ma anche tavoli e poltrone per arrivare poi negli anni, facendo leva sul design, a fornire proposte complete di arredamento per la casa, dai letti ai mobili, dai tappeti all'illuminazione.[1] Già nel 2000 l'azienda offre 650 modelli di mobili, una quindicina d'anni più tardi sono 800 i prodotti a catalogo disponibili in 7.000 versioni.[1] Il pezzo simbolo dell'azienda diventa un tavolo dalla forma ovale, "Orbital", hanno successo anche le sedie imbottite "Annie" e "Stockholm".

Dopo avere aperto una filiale commerciale negli Stati Uniti, nel Nord Carolina (il mercato americano rappresenta il 10% del giro d'affari dell'azienda), e avere aperto altri tre stabilimenti in Friuli e un quarto in Croazia, nel 2007 Alessandro Calligaris (il fratello Walter ha lasciato per dedicarsi ad un'altra attività di famiglia, gli immobili e l'agricoltura) decide di dare più forza all'espansione all'estero ricorrendo all'aiuto di un fondo di private equity: cede così il 40% dell'azienda al fondo LCapital, emanazione del gruppo francese del lusso LVMH di Bernard Arnault.[2] Sono aperti punti di vendita (più di 600 di cui una settantina con il proprio marchio) con l'export che sale sino a sfiorare il 70% del fatturato. Dieci anni più tardi, nel 2014, Calligaris decide di riacquistare la quota dal fondo francese.[2]

Accanto al marchio Calligaris, situato nell'alto di gamma, l'azienda vara anche Connubia,[4] un brand di fascia media che commercia solo sedie e tavoli.[2] Continua anche l'apertura di negozi monomarca (gli ultimi, nel 2017, a Vancouver, Washington e tre in Cina).[4] Nel dicembre 2017 la società acquisisce dalla famiglia De Marchi l'85% di Ditre Italia, azienda trevigiana di imbottiti fondata nel 1976.[5]

Nell'estate 2018 il controllo della società passa ad un fondo di private equity, Alpha. La famiglia Calligaris, con Alessandro che resta alla presidenza dell'azienda, rimane con il 20%.[6] In ottobre nominato il nuovo amministratore delegato, Stefano Rosa Uliana.[7]

Nell'ottobre 2019 Calligaris acquisisce Luceplan, un'azienda di illuminazione di alta qualità (pezzi iconici come "Costanza" e "Hope") fondata a Milano nel 1978 e di proprietà dell'olandese Signify. L'obiettivo è di diventare polo del design.[8][9]

Riconoscimenti e certificazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Certificato Elite - identifica chi si distingue per eccellenza
  • Good Design Awards 2016 per la poltrona "Lazy" e la collezione Bahia ideata dai designer Dondoli e Pocci
  • Certificazione FSC (Forest Stewerdship Council) con la Croazia: impegna Calligaris a seminare una piantina ogni volta che viene usato un tronco per realizzare un elemento d'arredo.[2]

Dati economici[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 i ricavi hanno toccato i 116,7 milioni di euro (+2% rispetto all'anno precedente) con un Ebitda di 18,3 milioni (+18%).[1] Nel 2017 il fatturato ha raggiunto i 140 milioni di euro con un Ebitda di 22,7 milioni (+22,7%).[10] Nel 2018 i ricavi hanno toccato i 142 milioni di euro con una quota export in aumento del 70%.[8] Nel 2020m il fatturato ha tregistrato un calo a quota 142 milioni rispetto ai 162,4 del 2019.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Calligaris, il mobile si apre al mondo, su repubblica.it, 1º maggio 2017. URL consultato il 10 giugno 2018.
  2. ^ a b c d e Calligaris, un gigante a 4 gambe. "Partiti con una sedia impagliata", su repubblica.it, 18 dicembre 2017. URL consultato il 10 giugno 2018.
  3. ^ Alberto Mazzuca, I numeri uno del made in Italy, op.cit., p.77
  4. ^ a b Tre mesi sprint per Calligaris, possibile acquisizione, su ilsole24ore.com, 30 marzo 2017. URL consultato il 10 giugno 2018.
  5. ^ Calligaris acquisisce la trevigiana Ditre Italia, su ilfriuli.it, 18 dicembre 2017. URL consultato il 10 giugno 2018.
  6. ^ Calligaris, ceduto il controllo dell'azienda friulana di design e arredamento, su udinetoday.it, 4 agosto 2018. URL consultato il 7 agosto 2018.
  7. ^ Uliana al timone del gruppo Calligaris, su ilfriuli.it, 9 ottobre 2018. URL consultato il 22 ottobre 2018.
  8. ^ a b Luceplan illumina Calligaris, su aifi.it, 9 ottobre 2019. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  9. ^ Arredamento, Calligaris acquista Luceplan, punta a diventare polo design, su borsaitaliana.it, 7 ottobre 2019. URL consultato il 9 ottobre 2019.
  10. ^ Calligaris, continua la crescita di fatturato, su nuovavenezia.gelocal.it, 22 maggio 2018. URL consultato il 10 giugno 2018.
  11. ^ Callegaris: "Pronti per nuove acquisizioni", su design.pambianconews.com, 22 aprile 2021. URL consultato il 16 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Mazzuca, I numeri uno del made in Italy, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2005, ISBN 88-8490-796-9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]