Bruno Ranieri (militare)

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Bruno Ranieri
NascitaIvrea, 1915
MorteCampagna italiana di Grecia, 23 dicembre 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1936-1940
GradoTenente in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Bruno Ranieri (Ivrea, 1915Campagna italiana di Grecia, 23 dicembre 1940) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Ivrea, provincia di Aosta, nel 1915, figlio di Umberto e Antonietta Leone.[2] Dopo aver conseguito il diploma di maturità classica nel Liceo della sua città natale, fu arruolato nel Regio Esercito e nell'ottobre 1934 entrò nell'Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino da cui uscì due anni dopo con il grado di sottotenente in servizio permanente effettivo assegnato all'arma di artiglieria, specialità artiglieria da montagna.[3] Frequentata la scuola di applicazione d'arma e promosso tenente, nel 1938 fu destinato a prestare servizio nella 10ª batteria del 4º Reggimento artiglieria da montagna.[3] Alla vigilia dell'Entrata in guerra dell'Italia nella seconda guerra mondiale passò alla 25ª batteria del gruppo "Val Tanaro" con la quale prese parte alle operazioni belliche sulla frontiera alpina occidentale.[4] Il 29 ottobre dello stesso anno partì per l'Albania imbarcandosi a Bari.[4] Cadde in combattimento sul fronte greco-albanese il 23 dicembre 1940.[4] Dopo aver contrastato efficacemente ben 7 attacchi nemici, rimasto ferito insieme ai serventi del pezzo, si lanciò all'attacco dell'avversario con una mitragliatrice nel tentativo di respingere il nemico.[4] Riuscì a porre in salvo la sua batteria ma a causa dell'imponente emorragia perse i sensi decedendo sul posto. Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un pezzo ardito, in linea con gli alpini, in posto avanzato e delicatissimo, sprezzante di ogni pericolo, si prodigava generosamente nell’impiego dell’arma e riusciva, sparando ininterrottamente a zero, a contenere ripetuti e violenti attacchi nemici. Ferito assieme a parecchi serventi durante il settimo attacco avversario, rifiutava le cure e, nell’infuriare della lotta vicinissima, si lanciava arditamente in avantì tra i primi, e con la mitragliatrice e con le bombe a mano, ricacciava gli attaccanti e salvava il pezzo. Esausto per l’abbondante sangue perduto, decedeva poco dopo. Esempio di coraggio e di elevate virtù militari. Chiarista e Fratarit (Fronte greco), 23 dicembre 1940.[5]»
— Regio Decreto 18 marzo 1943.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.509.
  2. ^ Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b Bianchi, Cattaneo 2011, p.240.
  4. ^ a b c d e Bianchi, Cattaneo 2011, p.241.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 4 maggio 1943, registro 15 guerra, foglio 156.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 509.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]