Bieiris de Romans

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Bieiris de Roman(s)[1] (... – ...; fl. XII-XIII secolo) è stata una trobairitz della prima metà del XIII secolo. Il suo luogo di nascita fu Romans nei pressi di Montélimar.[2] Ci ha lasciato una canso, "Na Maria, pretz e fina valors" ("Signora Maria, pregio e fin valore"), indirizzata a un'altra donna chiamata Maria. La poesia è scritta nel tipico stile trobadorico dell'amor cortese ed è stata di conseguenza analizzata come una poesia lesbica.[3] Bieiris avrebbe potuto, tuttavia, scriverla semplicemente dal punto di vista maschile, immergendosi pienamente nella mascolinità del genere.[3] Ciò nonostante, l'attribuzione certa del componimento poetico a una donna la rende inverosimile dato che si tentato in tutti i modi di "plagiare" l'uditorio: la poesia risulterebbe di conseguenza effeminata.

François Zufferey ha argomentato che la composizion di Bieiris sia in effetti un lavoro di Gui d'Ussel.[4] Insieme a lui, nell'ascrivere la poesia di Bieiris a un uomo, ci sono Oskar Schultz-Gora, Gianfranco Folena ed Elizabeth W. Poe.[5] Il primo medievalista francese Jean-Baptiste de Lacurne de Sainte-Palaye crede che sia stata scritta a favore di un uomo.[5] Il lesbismo di Bieiris, inoltre, ha i suoi difensori: Pierre Bec, Magda Bogin, René Nelli e John Boswell.[6] Angelica Rieger, d'altra parte, ha tenacemente difeso il suo punto di vista negando il suo lesbismo,[7] cercando di mostrare che Bieiris stia in effetti impiegando il linguaggio di estrazione popolare tra le nobildonne del periodo.[8] La Na Maria della poesia è anche stata intesa come la Vergine Maria e la sincerità e l'innocenza del testo non esclude questa possibilità.[6]

L'ultima stanza della sua canso è questa:

(OC)

«Bella domna, cui pretz e joi enansa
e gen parlar, a vos mas coblas man,
car en vos es gaiess' e alegransa,
e tot lo ben qu'om en domna deman.
»

(IT)

«Bella donna, cui pregio e gioia innalza
e ben parlare, a voi mie coblas mando,
perché in voi c'è gaiezza e allegranza
e tutto il ben che a donna si domanda.[2]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vi sono alcune discordanze su come leggere il nome nei manoscritti: "Beiris", "Bierris" o "Bietris". (Da Bietris, anche Beatriz o Beatritz; italiano: "Beatrice")
  2. ^ a b Bogin, 132–133.
  3. ^ a b Sankovitch, 122.
  4. ^ Poe, 208.
  5. ^ a b Pendle, 31.
  6. ^ a b Pendle, 32.
  7. ^ Harvey, 333.
  8. ^ Paterson, 198.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Bogin, Magda. The Women Troubadours. W. W. Norton & Company, 1988. ISBN 0-393-00965-3.
  • Bruckner, Matilda Tomaryn; Shepard, Laurie; and White, Sarah. Songs of the Women Troubadours. New York: Garland Publishing, 2000. ISBN 0-8153-0817-5.
  • (EN) Dronke, Peter. Women Writers of the Middle Ages. Cambridge: Cambridge University Press, 1984.
  • (EN) Harvey, Ruth E. Review of The Voice of the Trobairitz: Perspectives on the Women Troubadours by William D. Paden. In Medium aevum, 59 (1990) pp. 332–333.
  • (EN) Paterson, Linda M. Review of The Voice of the Trobairitz: Perspectives on the Women Troubadours by William D. Paden. In The Modern Language Review, 86:1 (Jan., 1991), p. 198.
  • Pendle, Karin. Women and Music: A History. Indianapolis: Indiana University Press, 2001. ISBN 0-25321-422-X.
  • (EN) Poe, Elizabeth W. Review of The Voice of the Trobairitz: Perspectives on the Women Troubadours by William D. Paden. In Speculum, 67:1 (Jan., 1992), pp. 207–209.
  • (EN) Sankovitch, Tilde. "The trobairitz". The Troubadours: An Introduction. Simon Gaunt and Sarah Kay, edd. Cambridge: Cambridge University Press, 1999. ISBN 0-521-57473-0.
  • Nelli, René. L'érotique des troubadours, Toulouse, Privat, 1963.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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