Battaglia di Sacriporto

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Battaglia di Sacriporto
parte Guerra civile romana (83-82 a.C.)
DataAprile, 82 a.C.
LuogoSacriporto
EsitoVittoria degli Ottimati
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
40,000 Legionari45,000 Legionari
Perdite
Pochecirca 15,000 perduti
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La battaglia di Sacriporto ebbe luogo nell'aprile dell'82 a.C., durante la Guerra civile romana. La battaglia sconfisse gli Ottimati sotto il comando di Lucio Cornelio Silla contro i Populares comandati da Gaio Mario il Giovane. La battaglia si concluse con una vittoria decisiva degli Ottimati.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver firmato il trattato di pace a Dardanos, Silla tornò in Italia con l'intenzione di affrontare i suoi avversari politici, i Populares. Gli Ottimati erano guidati da Gaio Mario il Giovane e da Gneo Papirio Carbone. Silla invase l'Itali nell'83 a.C., mettendo in fuga diversi eserciti di Populares. Arrivato l'inverno, entrambe le parti si accamparono e si prepararono a continuare i combattimenti con l'inizio della primavera.

Secondo i resoconti storici, in una notte di aprile, Silla sognò che Gaio Mario diceva a suo figlio, Gaio Mario il Giovane, che non avrebbe dovuto combattere le forze di Silla il giorno successivo. Incoraggiato da questa premonizione, Silla decise di combattere i Populares e chiamò Gneo Cornelio Dolabella, che era accampato nelle vicinanze, per avere un aiuto. L'esercito di Dolabella era esausto dopo aver marciato sotto un intenso temporale e i tribuni militari avevano ordinato che l'esercito si accampasse. Incoraggiato dalla mancanza di azione del nemico, Gaio Mario decise di attaccare pensando che sarebbe stato in grado di sorprendere gli Ottimati e vincere. Gli uomini di Silla conficcarono i loro pila nel terreno per creare una barricata, e usando le spade, formarono linee di battaglia e attaccarono. Il contrattacco dei Sillani mise i Mariani sulla difensiva, che alla fine iniziarono a vacillare e alla fine furono respinti. Alla fine cinque coorti equitate abbandonarono Silla e l'esercito di Mario si disperse. Mario perse 28.000 uomini in totale mentre Silla affermò di aver perso solo 23 uomini.[1]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Le forze sopravvissute, incluso Marius, si rifugiarono a Palestrina per sfuggire ai Sillani. Silla arrivò poco dopo e assediò la città. La città cadde il 4 novembre, resistendo fino a quando tutta l'Italia fu sotto il controllo diretto di Silla.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lynda Telford, Sulla: A Dictator Reconsidered, pp 170-172; Philip Matyszak, Cataclysm 90 BC, pp 138-139; Appiano, Le guerre civili, 1,87.
  2. ^ Appiano, Le guerre civili, 1, 88.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti classiche[modifica | modifica wikitesto]

Fonti moderne[modifica | modifica wikitesto]