Balvano (famiglia)

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Balvano
D'oro alla fascia di nero accompagnata da tre api d'azzurro, due nel capo affrontate ed una rivoltata nella punta.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Casata di derivazioneConti dei Marsi
Titoli
FondatoreRiccardo Berardi
Ultimo sovranoAltadonna di Balvano
Data di fondazioneante XII secolo
Data di estinzione1350 circa
Confluita inRuffo
EtniaItaliana

La famiglia Balvano (anticamente Balbia[1], Balbano[2] o Valvano[2], talvolta preceduti dalla preposizione di) è stata una famiglia nobile italiana[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia originatasi dai Conti dei Marsi prima dell'inizio del XII secolo, prese il nome dalla signoria di Balvano avuta in feudo da Riccardo, primo membro della casata di cui si hanno notizie, attestato nel 1124[4]. Tra i membri più noti della famiglia si ricordano Ruggero, secondogenito di Riccardo, che nel 1137 fu a capo delle truppe del re del Regno di Sicilia Ruggero II d'Altavilla contro l'imperatore Lotario II di Supplimburgo, e Gionata di Balvano, che in tempo del re Guglielmo il Malo congiurò contro il tiranno Maione da Bari, gran cancelliere e grande ammiraglio del Regno di Sicilia, e nel 1187, sotto il re Guglielmo il Buono, partecipò alla spedizione di recupero di Gerusalemme, seguito dal cugino Filippo[5]. Deopoldo, secondogenito di quest'ultimo, ricevuta la signoria di Dragoni, mutò il cognome e lo stemma della propria casata, dando origine alla famiglia Dragoni[6]. La casata Balvano possedette un totale di 2 contee (Apice e Conza) e 20 baronie; si estinse intorno al 1350, quando Altadonna, ultima discendente, figlia di Giordano, andò in sposa al conte di Sinopoli Fulcone Ruffo[7].

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Balvano dal capostipite Riccardo, vivente nel 1124, fino ai discendenti di Gilberto, Ruggero e Deopoldo, per la maggior parte stilato secondo la ricostruzione del genealogista Ferrante della Marra[6]:

 Riccardo[A 1]
 
  
 Gilberto[A 2]
 Ruggero[A 3]
  
   
 Gionata[A 8]
 Riccardo[A 9]
 Filippo[A 4]
   
        
Raone[A 10]
Sibilia[A 11]
Gilberto[A 12]
Sibilla[A 15]
Ruggero[A 5]
Deopoldo[A 6]
Tommaso
Simone
   
    
 Magalda[A 13]
Mansella[A 14][8]
 Raone[A 7]
Linea dei Dragoni

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ Considerato il fondatore della famiglia, fu signore di Balvano e Luzzano. Risulta vivente nel 1124.
  2. ^ Fu conte di Conza e giustiziere di Capitanata.
  3. ^ Fu conte di Apice.
  4. ^ Fu conte di Apice. Si sposò con Luipranda/Luppranda ?.
  5. ^ Fu conte di Apice.
  6. ^ Fu conte di Apice e signore di Dragoni. Ricevuto quest'ultimo feudo, cambiò il proprio cognome in Dragoni e mutò lo stemma della propria casata da d'oro alla fascia di nero accompagnata da tre api d'azzurro, due nel capo affrontate ed una rivoltata nella punta a fasciato d'oro e di nero, di 8 pezzi, divenendo così il fondatore della famiglia Dragoni. Si sposò prima con Diamuta ? e poi con Isabella di Bisaccia.
  7. ^ Fu conte di Apice. Morì nel 1239 senza essersi sposato ed aver avuto figli.
  8. ^ Fu conte di Conza.
  9. ^ Fu barone e gran connestabile del Regno di Sicilia.
  10. ^ Fu conte di Conza. Da lui il lignaggio proseguì fino al 1350 circa, quando Altadonna di Balvano, ultima discendente, figlia di Giordano, andò in sposa al conte di Sinopoli Fulcone Ruffo, determinando così l'estinzione della casata. Altri membri che si incontrano lungo il prosieguo del lignaggio sono Gentile, viceré dell'Abruzzo, marito di Margherita Borrello, e Tommasa di Balvano, moglie di Berardo di Dinissiaco, attestati nel 1322.
  11. ^ Fu signora di Fraine. Si sposò con Pietro Capece Latro.
  12. ^ Si sposò con Margherita di Armaterra.
  13. ^ Si sposò con Trogisio di Bisaccia.
  14. ^ Si sposò con Ruggero di Morra.
  15. ^ Si fece monaca.
Riferimenti
  1. ^ Comune.balvano.pz.it.
  2. ^ a b Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 57.
  3. ^ Campanile (1680), p. 172.
  4. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 57; Comune.balvano.pz.it.
  5. ^ Ciarlanti (1644), p. 307; Comune.balvano.pz.it; Marra (1641), pp. 145-146.
  6. ^ a b Marra (1641), pp. 145-146.
  7. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 5, p. 168 e vol. 6, p. 57; Istoria della casa dei Ruffo (1873), p. 208.
  8. ^ Giustiniani (1816), p. 61.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Filiberto Campanile, Dell'armi, overo insegne dei nobili, Napoli, Antonio Gramignano, 1680, ISBN non esistente.
  • Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 5 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
  • Giovanni Vincenzo Ciarlanti, Memorie historiche del Sannio chiamato hoggi Principato Vltra, Contado di Molise, e parte di Terra di Lauoro, prouince del Regno di Napoli, Isernia, Camillo Cavallo, 1644, ISBN non esistente.
  • Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, vol. 3, Napoli, Giovanni de' Bonis, 1816, ISBN non esistente.
  • Istoria della casa dei Ruffo, Napoli, Reale albergo dei poveri, 1873, ISBN non esistente.
  • Ferrante della Marra, Discorsi delle famiglie estinte, forastiere, o non comprese ne' Seggi di Napoli, imparentate colla Casa della Marra, Napoli, Ottavio Beltrano, 1641, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]