Arnaldo Petretti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Arnaldo Petretti

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato21 dicembre 1939 –
LegislaturaXXX
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
ProfessioneFunzionario; dirigente d'azienda

Arnaldo Giuseppe Francesco Marcello Petretti (Orbetello, 13 febbraio 1878Roma, 11 febbraio 1952) è stato un avvocato, funzionario e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Funzionario pubblico, in forza nelle amministrazioni dell'interno e del tesoro dal 1904 al 1923, è stato consigliere di stato dal 1927 al 1948, con funzioni di presidente della terza sezione dal 1946[1]. Nel corso della sua carriera ha svolto numerosi incarichi:

  • direttore generale dei combustibili e servizi diversi presso il Ministero dell'agricoltura (1920-1923)[2]
  • reggente la Direzione generale dell'industria e delle miniere presso il Ministero dell'economia nazionale (31 gennaio 1926)
  • reggente la Direzione generale del commercio e della politica economica presso il Ministero dell'economia nazionale (28 giugno 1928)
  • membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale per le assicurazioni (INA) (21 ottobre 1923)
  • membro del Consiglio di amministrazione, vicepresidente e presidente dell'Azienda generale italiana petroli
  • membro del Consiglio di amministrazione dell'ENIT
  • membro del Consiglio di amministrazione dell'Ente nazionale serico
  • consigliere della Società nazionale Cogne
  • consigliere dell'Ente nazionale per l'esportazione
  • membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto mobiliare italiano
  • Vicepresidente dell'Azienda minerali metallici italiani.

Fu Vicegovernatore generale dell'Africa Orientale italiana (25 giugno 1936-15 dicembre 1937).

Nel secondo dopoguerra, l'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo respinse la richiesta di sua decadenza da senatore.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia decorato di Gran Cordone - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Grande Ufficiale dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia decorato di Gran Cordone - nastrino per uniforme ordinaria

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ XXXIX Annuario del Consiglio di Stato, p. 12.
  2. ^ In tale veste nella primavera del 1923 si oppose ad una proposta di acquisto di residuati bellici avanzata da Amerigo Dumini: secondo Mauro Canali, Il delitto Matteotti, Camerino, 1996, p. 190, il ministro Giuseppe De Capitani d'Arzago lo definì "ottimo e rigidissimo funzionario", in una replica giornalistica del luglio 1924 (su La miniera italiana: nota 73 di pagina 219) al quotidiano Il Popolo, che aveva rivelato il fatto.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]