Aonyx congicus

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Aonyx congicus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Mustelidae
Sottofamiglia Lutrinae
Genere Aonyx
Specie A. congicus
Nomenclatura binomiale
Aonyx congicus
Lönnberg, 1910

Aonyx congicus Lönnberg, 1910 è un carnivoro della famiglia dei Mustelidi [2].

È chiamato anche lontra dalle guance bianche del Congo.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Fino a pochi anni fa la lontra dalle guance bianche del Congo veniva classificata in un genere a parte, Paraonyx. Si suddivide in tre sottospecie: congicus, quella nominale, microdon e philippsi. In passato tutte queste venivano ritenute specie proprie. Secondo alcuni autori tutte e tre le forme non sarebbero altro che semplici sottospecie della lontra dalle guance bianche africana (Aonyx capensis) [3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La lontra dalle guance bianche del Congo è caratterizzata dalle dita anteriori e posteriori armate di piccole unghie smussate e unite rispettivamente da una membrana natatoria incompleta e completa. Le zampe anteriori sono munite di «polpastrelli» nudi estremamente sensibili che vengono utilizzati per individuare il cibo. Il mantello, splendente, è di colore bruno scuro uniforme sul corpo e ornato da disegni grigi o biancastri sul muso, da cui il nome. Il corpo misura 60 – 100 cm e la coda 40 - 71. Il peso si aggira sui 13 – 20 kg.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Vive lungo i corsi d'acqua che attraversano le foreste pluviali del bacino del Congo, in Guinea Equatoriale, Gabon, Repubblica del Congo e Repubblica Democratica del Congo. Altre popolazioni sparse si incontrano anche nelle regioni meridionali del Camerun e della Repubblica Centrafricana e nell'Angola settentrionale. Verso est l'areale della specie si spinge fino a Ruanda, Burundi e Uganda.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Conosciamo molto poco delle abitudini di questa specie. Dati i denti deboli e corti, si presume si nutra di piccoli vertebrati terricoli, rane e uova.

Non ha una stagione degli amori definita. Alla nascita i piccoli sono bianchi e raggiungono la colorazione marroncina degli adulti non prima dei due mesi. La durata della vita è di circa 10 - 15 anni.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante sia molto difficile da catturare, la lontra dalle guance bianche del Congo viene talvolta cacciata per la carne in Congo e Camerun, ma non in Gabon, dove il consumo di carne di lontra viene ritenuto pericoloso: una leggenda radicata in questo Paese, infatti, vuole che la lontra emetta una scarica elettrica quando viene colpita da una lancia. Nelle terre in cui vive, a tale animale sono inoltre attribuiti poteri magici; catturarne uno ed indossarne la pelle si ritiene possa rendere invisibili agli occhi dei nemici, sì da poterli evitare. Tale idea nasce dalla notevole abilità delle lontre nel fuggire dalle reti da pesca. In Camerun la pelle di questo animale viene utilizzata anche per fare tamburi [4].

A causa della caccia, la lontra dalle guance del Congo è scomparsa da alcune aree. In Nigeria, ad esempio, non viene più avvistata da molti anni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Hussain, S.A. (Otter Red List Authority) and Hoffmann, M. (Global Mammal Assessment Team) 2008, Aonyx congicus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Aonyx congicus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ ITIS Standard Report Page: Aonyx capensis congicus
  4. ^ Jacques, Hélène, et al. "The Congo clawless otter (Aonyx congicus) (Mustelidae: Lutrinae): a review of its systematics, distribution and conservation status." African Zoology 44.2 (2009): 159-170. Academic Search Premier. EBSCO. Web. 26 Apr. 2010.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Animal Bytes, su seaworld.org. URL consultato l'8 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2010).
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