Alberto Grifi

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Alberto Grifi (Roma, 29 maggio 1938Roma, 22 aprile 2007) è stato un regista, pittore e inventore di dispositivi video-cinematografici italiano, considerato tra i massimi esponenti del cinema sperimentale italiano[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esordisce filmando l'opera teatrale Cristo '63 di Carmelo Bene che però viene censurata e la registrazione, sequestrata dalla polizia, è da considerarsi perduta[2]. Tra le sue opere principali si ricordano Verifica incerta (1964, con Gianfranco Baruchello), film di montaggio che scompone celebri film hollywoodiani suscitando l'entusiasmo di Man Ray, John Cage, Marcel Duchamp e Max Ernst[3]; In viaggio con Patrizia (iniziato nel 1965), viaggio nella poesia fonetica di Patrizia Vicinelli con musiche di Paolo Fresu nella versione postuma presentata al Festival del cinema di Roma nel 2007[4]. No stop grammatica (1967), evento di 12 ore con una colonna sonora di pezzi di pellicola magnetica distribuiti tra la folla e poi rimontati; Non soffiare nel narghilè (1970), girato nella comune hippy di Terrasini; Anna (1975, co-regia di Massimo Sarchielli), forse la più celebre delle sue opere, realizzata con il primo videoregistratore portatile open reel da un quarto di pollice arrivato in Italia e presentata nel 1975 al Festival di Berlino, alla Biennale di Venezia e al Festival di Cannes; Michele alla ricerca della felicità (1978), film sulla condizione carceraria commissionato e poi censurato dalla Rai. Negli anni sessanta, insieme a Patrizia Vicinelli, frequenta il teatro sperimentale di Aldo Braibanti (che sarà da lui sempre considerato un suo maestro), esperienza testimoniata in opere come "Transfert in Camera verso Virulentia" (1967).

Grifi ha ideato e usato negli anni settanta un particolare vidigrafo, sulla base del Kinescope sviluppato alla fine degli anni venti, in grado di trascrivere su pellicola le riprese fatte sul nastro di una videocassetta[5] creandolo con i pezzi di una moviola comprata a Porta Portese, nonché il macchinario lavanastri per la rigenerazione dello stato fisico dell'emulsione dei nastri analogici e la restituzione su supporto digitale, una struttura specificatamente progettata per restaurare videonastri incisi negli anni sessanta-settanta.

Filmografia e videografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cyril (una cosa urgente), 1960. 16 mm, b/n, 20'
  • Lariano, 1961. 16 mm, b/n (mai montato)
  • Nonotte, 1961. 35 mm, b/n. Co-realizzazione: Beppe Lenti
  • Verifica incerta, 1964/65. 16 mm, colore, 35'. Corealizzazione: Gianfranco Baruchello
  • Pezzi dell'Amleto, 1966. Proiettati durante lo spettacolo di De Berardinis e Peragallo
  • Transfert per kamera verso Virulentia, 1966/67. 35 mm, colore, 20'
  • No stop grammatica, 1967. 16 mm, b/n. Rimontato nel 1988 con l'aggiunta di nuovi materiali
  • L'occhio è per così dire l'evoluzione biologica di una lagrima, 1965/67. 35 mm, muto con testo letto dallo speaker
  • Autoritratto Auschwitz, 1965/67. 16 mm, b/n, 30'circa. Sonorizzato nel 1970
  • Orgonauti, evviva! (Un viaggio con carburante erogeno), 1968/70. 35 mm, colore
  • Non soffiare nel narghilè, 1970. 16 mm, b/n e colore
  • Le avventure di Giordano Falzoni, 1970. 35 mm, colore, 20'
  • A Saro crescono i capelli per amore, 1970. 35 mm, colore
  • Il grande freddo, 1971. 35 mm, colore, 21'
  • Vigilando reprimere, 1972. 35 mm, colore, 26'
  • Anna, 1975. Video trasferito su 16 mm, b/n, 225'. Co-realizzazione: Massimo Sarchielli
  • Il manicomio - Lia, 1977. Documentario
  • Il preteso corpo, 1977. Documentario
  • Michele alla ricerca della felicità, 1978. Colore, 23'. Co-realizzazione: Guido Blumir
  • Dinni e la Normalina, ovvero la videopolizia psichiatrica contro i sedicenti nuclei di follìa militante, 1978
  • A partire dal dolce (conosciuto anche come Doux comme saveur), 1979/80, b/n, 22' (riprese per il progetto di Gianfranco Baruchello)
  • Leoncavallo, i giorni dello sgombero, 1994
  • Addo' sta Rossellini?, 1997
  • A proposito degli effetti speciali, 2001. 16 mm e video, b/n e colore, 40'. Presentato alla 58ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nella sezione "Nuovi Territori"[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sonia D'Alto, Il cinema secondo Alberto Grifi. Il libro di Stefania Rossi, su Artribune, 17 dicembre 2017.
  2. ^ Gabriele Francioni, (Fuoricampo di) Anna, su Kinematrix, 9 settembre 2011.
  3. ^ Paolo D'Agostini, Addio a Grifi regista e pioniere dei video-film, su la Repubblica.it, 23 aprile 2007. URL consultato il 14 dicembre 2019.
  4. ^ Filmato audio AssociazioneGrifi, In Viaggio con Patrizia alla Festa del Cinema di Roma 2007, su YouTube, 5 marzo 2012. URL consultato il 29 maggio 2018.
  5. ^ Filmato audio AssociazioneGrifi, Ma chi è questo Grifi di Cristina Mazza e Giordana Meyer, su YouTube, 20 aprile 2012. URL consultato il 29 maggio 2018.
  6. ^ A proposito degli effetti speciali, su asac.labiennale.org, la Biennale di Venezia. URL consultato l'11 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2022).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Silvestri (a cura di), Il cinema contro di Alberto Grifi, Bellaria, Anteprima per il cinema indipendente italiano, Edizioni Laceno, 1993, SBN IT\ICCU\TSA\0031164.
  • Carla Subrizi (a cura di), Baruchello e Grifi. Verifica incerta. L’arte oltre i confini del cinema, Roma, DeriveApprodi, 2004, ISBN 88-88738-40-1.
  • Manuela Tempesta (a cura di), Alberto Grifi: oltre le regole del cinema, Atripalda, Edizioni Laceno, 2008, ISBN 978-88-88655-19-2.
  • Stefania Rossi L'Evoluzione Biologica di una lacrima : Il Cinema di Alberto Grifi, 2017, Timia, Roma ,ISBN 9788899855147
  • Annamaria Licciardello, Il cinema laboratorio di Alberto Grifi, Alessandria, Falsopiano, 2018, ISBN 9788893041003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN62660691 · ISNI (EN0000 0000 1714 524X · LCCN (ENno2017148073 · GND (DE130619299 · BNF (FRcb169236846 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2017148073