Agostino Ciarpaglini

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Agostino Ciarpaglini
NascitaFirenze, 8 gennaio 1899
MorteDembeguinà, 15 dicembre 1935
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
GradoTenente di complemento
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
CampagneCampagna di Libia (1913-1921)
BattaglieBattaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Agostino Ciarpaglini (Firenze, 8 gennaio 1899Dembeguinà, 15 dicembre 1935) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Firenze l'8 gennaio 1899, figlio di Tito e Amelia Centi.[2] All'età di sedici anni, ancora studente, fuggì di casa per arruolarsi fra i combattenti del Regio Esercito senza tuttavia riuscirvi.[1] Nel 1917, dopo aver frequentato il corso allievi ufficiali di complemento a Caserta, con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria, entrò in servizio attivo e l'anno successivo combatte sul Piave e poi a Vittorio Veneto.[1] Dal marzo 1919 al maggio 1921 partecipava, sempre come volontario, alle operazioni di grande polizia coloniale per la riconquista della Libia.[1] Rientrato in Patria fu posto in congedo riprendendo il suo lavoro nella Azienda.[1] Nel settembre 1935 venne richiamato in servizio a domanda, con il grado di tenente, in vista dell'inizio delle ostilità con l'Impero d'Etiopia.[1] Salpò da Napoli imbarcato sul Cesare Battisti, sbarcando a Massaua, in Eritrea, dove fu assegnato in servizio al 54° Autoreparto del 31° Autogruppo mobilitato assumendo il comando della 1ª Autosezione (autocarrette).[1] Cadde in combattimento a Dembeguinà il 15 dicembre 1935, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una via di Firenze porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale automobilista, volontario di guerra, comandante di un reparto di autocarrette, dopo aver rifornito di carburante uno squadrone di carri veloci, veniva accerchiato da soverchianti forze nemiche. Assunto volontariamente il comando della centuria di scorta, dirigeva il disperato combattimento, rifiutando l’offerta di ripararsi in un carro armato sopraggiunto, e continuando a rincuorare i suoi dipendenti. Colpito a morte, disponeva freddamente per la distruzione dei documenti e dei materiali, perché il nemico traesse il minor vantaggio dall’inevitabile sacrifizio. Moriva da comandante, fulgido esempio delle più alte e belle virtù militari. Dembeguinà, 15 dicembre 1935.[3]»
— Regio Decreto 3 settembre 1936.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p.132.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Ciarpaglini, Agostino, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 132.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]