Achille Formis (militare)

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Achille Formis
NascitaPadova, 1905
MorteTobruch, 3 maggio 1941
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Anni di servizio1939 - 1941
GradoSottotenente
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Notedati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Achille Formis (Padova, 1905Tobruch, 3 maggio 1941) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un cannone anticarro da 47/32 Mod. 1935 esposto presso il Museo di El Alamein. Dietro si nota un carro armato M13/40 e un cannone anticarro tedesco da 88/55 in posizione di marcia.

Nacque a Padova nel 1905, figlio di Pericle e Clementina Scotti. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere andò a lavorare presso le Acciaierie Falk di Sesto San Giovanni.[1] Rinunciato volontariamente al servizio breve di leva, si arruolò nel Regio Esercito, frequentando il corso per allievi ufficiali di complemento presso il 12º Reggimento bersaglieri di Pola, al termine del quale fu promosso sottotenente ed assegnato all’8º Reggimento bersaglieri nel 1939.[1] Trattenuto in servizio attivo, conseguì la laurea in scienze economiche e commerciali presso l’Università Bocconi di Milano, rientrando presso il suo reparto il 22 gennaio 1941.[1] Partì subito con il suo reparto per l’Africa Settentrionale Italiana al seguito della 132ª Divisione corazzata "Ariete".[3] Cadde durante l'assedio di Tobruch[3] il 3 maggio dello stesso anno, e fu decorato dapprima con la Medaglia d'argento al valor militare, successivamente tramutata in Medaglia d'oro alla memoria.[1] La sezione di Padova dell’Associazione nazionale bersaglieri in congedo è intitolata a lui, così come una via della città e una di Cadoneghe.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una sezione di cannoni anticarro, nel corso di operazioni di assedio e di attacco ad una munita piazzaforte, dava ripetute prove di ardire e di elevato spirito combattivo. Penetrato il suo battaglione nel cuore dei sistema fortificato nemico, e fatto segno a violenti contrattacchi di mezzi corazzati e di preponderanti forze di fanteria, col tiro preciso delle sue armi, contribuiva efficacemente al successo ed al consolidamento delle posizioni conquistate. Resisi, per effetto della violenta reazione dell’artiglieria nemica, inefficienti due pezzi della sua sezione e caduti quasi tutti i serventi, con ardimento e decisione, pari alla gravità della situazione, continuava da solo a far funzionare l’unico pezzo rimasto efficiente, centrando e fugando alcuni mezzi blindati. Inceppatosi anche l’ultimo cannone, si lanciava alla testa di un pugno di eroi in un’impari lotta a corpo a corpo contro le forze avversarie. Ferito gravemente da una raffica di pistola mitragliatrice, esortava i superstiti a non preoccuparsi di lui, e li incitava con inesausto ardore all’ardua pugna, finché colpito da una granata a mano cadeva da prode sul campo dell’onore. Fulgido esempio di ardimento e di valore personale, ferrea tempra di soldato e nobile figura di comandante. Bir Scerif (A.S.), 16 - 18 aprile 1941; Ras ci Medauar, 2 - 3 maggio 1941 .[4]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di sezione pezzi anticarro, per varie ore resisteva al violento fuoco dell’artiglieria nemica, intervenendo con calma e tempestività contro mezzi meccanizzati avversari, distruggendone uno e fugando gli altri. Nel corso di un’altra azione nemica, confermava le sue elette doti di comandante valoroso e animatore finché cadeva sul pezzo, tanto gloriosamente difeso. Tobruk, 1-3 maggio 1941.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  2. ^ FORMIS Achille, su quirinale.it. URL consultato il 21 dicembre 2020.
  3. ^ a b Jowett, Andrew 2001, p. 13.
  4. ^ Quirinale - scheda - visto 4 maggio 2018

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.1, Botley, Osprey Publishing Company, 2000, ISBN 1-85532-864-X.
  • (EN) Philip S. Jowett e Stephen Andrew, The Italian Army Vol.2, Botley, Osprey Publishing Company, 2001, ISBN 1-85532-865-8.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]