È piccerella

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È piccerella
Lingua originaledidascalie italiane e napoletane
Paese di produzioneItalia
Anno1922
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedrammatico
RegiaElvira Notari
SoggettoLibero Bovio
SceneggiaturaElvira Notari
Casa di produzioneFilm Dora
Distribuzione in italianoFilm Dora
FotografiaNicola Notari
Interpreti e personaggi
  • Eduardo Notari: Gennariello
  • Alberto Danza: Tore, suo fratello
  • Elisa Cava: Maria, loro madre
  • Rosè Angione: Margaretella
  • Antonio Palmieri: Carluccio
  • Signora Duval: ziè Rosa

È piccerella è un film del 1922, diretto da Elvira Notari. Il titolo del film (e, in parte, il contenuto[N 1] è tratto da una celebre canzone napoletana su testo di Libero Bovio e musica di Salvatore Gambardella[2][N 2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il rientro dei fedeli a Napoli, di ritorno, a piedi o in carrozza, dal pellegrinaggio al Santuario di Montevergine, è sempre stato motivo per i napoletani per festeggiare. Al ristorante, Tore fa la conoscenza della figlia dell'altera donna Carmela, Margaretella, e, nonostante gli amici gli sconsiglino vivamente di averci a che fare[N 3], il giovane ne rimane come incantato. E la ragazza ci sta.

E sarà un susseguirsi, per Tore, di situazioni appaganti quanto frustranti. Margaretella lo induce a spendere molto danaro per regali che, tra l'altro, a volte la ragazza spocchiosamente rifiuta, dichiarandoli fuori moda: Tore, pur di compiacerla, storna i fondi destinati alle rate arretrate per l'acquisto dei macchinari dell'officina di famiglia (che vengono perciò requisiti), per comprarle qualche gioiello. Inoltre l'ultimo moroso di Margaretella, Carluccio – ultimo di una serie di tanti - non gradisce il subitaneo voltafaccia della giovane che si era volta tutta alla sua nuova conquista.

La zia della ragazza, Rosa, con sua figlia Nunziatina – occhiute osservatrici di quanto stava accadendo – forse per invidia, data la loro castigata morigeratezza, non mancano di avvertire Tore, con un messaggio anonimo, dei pericoli della sua relazione con Margaretella. Ma è solo quando Tore viene colto dalla madre Maria e dal fratello Gennariello a rubare denaro e gioie dalla cassa di famiglia, che i primi dubbi e pentimenti cominciano ad affacciarsi alla sua mente. E la madre, Maria, addolorata per il comportamento del figlio, cade malata.

Qualunque cosa accada, tuttavia, Tore si ritrova sempre più strettamente incatenato al suo rapporto con Margaretella. La giovane, riluttante come è sempre stata a instaurare un rapporto fisso, comincia a mentirgli, e verosimilmente a tradirlo. Quando Tore va a cercarla a casa, dove aveva detto che si sarebbe trovata mentre in realtà era alla popolare Festa del Carmine, la madre donna Carmela giustifica la sua assenza dicendogli che la figlia "è piccola, e stare chiusa in casa non le conviene"[N 4].

Maria è in fin di vita, e chiede al figlio Gennariello di portarle Tore, di cui non si hanno tracce. Tore ha appena avuto uno scontro armato con Carluccio, dal quale è stato ferito. Il fratello lo raccoglie e lo porta al capezzale della madre, che spira elargendogli, in fin di vita, il suo perdono e la sua benedizione. Di Margaretella non si ha più notizia, nei tempi a venire.

L'anno successivo, sempre in occasione del festoso pellegrinaggio di Montevergine, Tore si approccia alla carrozza di Margaretella e la uccide. È prontamente arrestato e portato in carcere dai carabinieri. Nella sua cella, Tore è visitato dal fantasma della donna, e cade esausto al suolo.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Elvira Notari è considerata la prima donna regista cinematografica italiana, con una prolifica produzione, fra il 1906 e il 1930, di oltre 60 lungometraggi e centinaia fra cortometraggi e documentari, in massima parte perduti. Insieme al marito Nicola, Elvira Notari ha fondato a Napoli la casa di produzione cinematografica Dora Film, che aprirà in seguito una succursale a New York[3].

Il film è stato girato a Napoli. La pellicola, per l'uscita originale, consisteva di quattro rulli per una lunghezza complessiva di 1 214 metri.

Copie della pellicola sono custodite presso la Cineteca Nazionale di Roma[2] e il MoMA di New York[4]. È piccerella è stato restaurato in 4K nel 2018 a cura del Centro sperimentale di cinematografia-Cineteca nazionale, con il sostegno della ZDF/arte, a partire dal duplicato negativo stampato nel 1968 da una copia in nitrato non più disponibile[5].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Locandina che pubblicizza l'uscita del film il 24 aprile 1923 al Cosmo Theatre di New York

Il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane nel dicembre del 1922. La versione restaurata è stata trasmessa alle televisioni tedesca (col titolo Neapolitanische Nächte – È piccerella[6]) e francese (col titolo La Petite) il 26 novembre del 2018.

In tempi recenti, È piccerella è stato programmato all'interno della sezione "Napoli che canta. Omaggio a Elvira Notari e Vittorio Martinelli" del festival Il Cinema Ritrovato, organizzato dalla Cineteca di Bologna nel 2018, con una colonna sonora di Enrico Melozzi[5], e allo Sguardi Altrove (International Women's Film Festival) di Milano nel 2021[7].

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha avuto un grande successo, insieme ad altre produzioni della Notari, anche fra le comunità di emigranti in America, in quanto evocativo della vita dei ceti popolari napoletani[2][3].

Nota Enza Troianelli: "Come la gran parte dei napoletani, Margaretella è impegnata sopratutto a vivere. In questo si discosta nettamente dalla dark lady americana. Il lusso non le serve all’accumulo di denaro. Piuttosto è un mezzo che le procura dei piaceri. Anche il suo dongiovannismo sentimentale risulta ben distante da quello della femme noire. Non tende alla distruzione del maschio, bensì questa è un’ineluttabile conseguenza del suo desiderio di vita e di libertà. Margaretella non è una gran dama o un’amante di stampo dannunziano: sa che nel Sud, se ci si fidanza, si rischia una sorta di ergastolo tra le quattro mura domestiche. E così, scissa tra il "vorrei ma non posso", oscilla con disinvoltura tra un fidanzato e l’altro."[5][8]

A parere di Yann Esvan "Quello che colpisce di questa vicenda è la brutalità che riesce a mettere in scena. Quando avviene l’omicidio, il volto di Tore è trasfigurato dalla rabbia; il personaggio è entrato in uno stato bestiale al termine di un processo di corruzione che lo ha portato a fare tutto quello che riteneva sbagliato pur di appagare gli insaziabili capricci della sua Margaretella. (…) Una reazione così scomposta e, per certi versi umana, raramente si può vedere in un film muto italiano, in cui il dolore e la sofferenza, per quanto esasperati nella gestualità, mantengono comunque una sorta di compostezza. Ma è proprio questa caratteristica a far emergere il cinema della Notari rispetto ai suoi contemporanei, che diventa un primo passaggio verso quel cinema neorealista che prenderà forma solo nel dopoguerra."[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ Una strofa della canzone recita: "È piccerella e intanto,/saccio sul'io chello ca dice 'a gente./Ma 'a mamma dice ch'è 'na piccerella./E i' dico appriess'â mamma: "È piccerella".[1]
  2. ^ Secondo altre fonti la musica è di Nicola Valente.[1]
  3. ^ "Non ti scottare al fuoco di quegli occhi, 'a figlia e donna Carmela nnamuratu lassa e nnamuratu piglia!...", gli dicono, secondo la didascalia a 6'55" del film come presente su Commons (e riportato supra).
  4. ^ "È piccerella, e dint'à casa nun arreposa", come legge la didascalia a 49'12".
Fonti
  1. ^ a b (ITNAP) È piccerella, su Napoligrafia. URL consultato il 29 ottobre 2021.
  2. ^ a b c Antonella Pagliarulo, Nicola ed Elvira Notari, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 78, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 29 ottobre 2021.
  3. ^ a b Elvira Notari fu regista, attrice, sceneggiatrice, produttrice e distributrice, su Fondazione CSC, Centro sperimentale di cinematografia. URL consultato il 29 ottobre 2021.
  4. ^ (EN) Kim Tomadjoglou, Elvira Notari, in Jane Gaines, Radha Vatsal e Monica Dall’Asta (a cura di), Women Film Pioneers Project, New York, Columbia University Libraries, 2013, DOI:10.7916/d8-zdmp-rs37.
  5. ^ a b c È piccerella, su Il Cinema Ritrovato, Cineteca di Bologna. URL consultato il 29 ottobre 2021.
  6. ^ (DE) Neapolitanische Nächte – È piccerella, su programm.ard.de, ARD, 27 novembre 2018. URL consultato il 29 ottobre 2021.
  7. ^ Omaggio a Elvira Notari, su Sguardi Altrove Film Festival, 6 agosto 2021. URL consultato il 29 ottobre 2021 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2021).
  8. ^ Enza Troianelli, 1989.
  9. ^ Yann Esvan, È piccerella – Elvira Notari (1922), su E muto fu, 11 luglio 2018. URL consultato il 29 ottobre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Giorgio Bertellini, Silent Italian Cinema. A New Medium for Old Geographies, in Frank Burke (a cura di), A Companion to Italian Cinema, Chichester/Malden, Mariland, Wiley-Blackwell, 2017, pp. 31-47, ISBN 978-1-4443-3228-5.
  • (EN) Martin Loiperdinger, Iconographies of Naples and Neapolitans. Elvira Notari’s È Piccerella in the local context of Photography and Early Cinema (DOC), in Echoes of Partenope Symposium, 19 dicembre 2017.
  • (EN) Bernadette Luciano e Susanna Scarparo, Women in Italian Cinema. From the Age of Silent Cinema to the Third Millennium, in Frank Burke (a cura di), A Companion to Italian Cinema, Chichester/Malden, Mariland, Wiley-Blackwell, 2017, pp. 427-446, ISBN 978-1-4443-3228-5.
  • (EN) Chiara Ricci, Napoli Terra d’Amore. The Eye on the Screen of Elvira Notari, in Maristella Cantini (a cura di), Italian Women Filmmakers and the Gendered Screen, New York, Palgrave Macmillan, 2013, pp. 15-32, ISBN 978-1-349-46352-7.
  • Enza Troianelli, Elvira Notari pioniera del cinema napoletano (1875-1946), Roma, Euroma, 1989.

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