Destropropossifene: differenze tra le versioni

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==Usi clinici==
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Il farmaco è stato usato come analgesico nel trattamento di dolori di intensità moderata.<br>
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==Effetti collaterali ed indesiderati==
==Effetti collaterali ed indesiderati==
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In caso di assunzione concomitante di alcool o di altri deprimenti del SNC, anche l'ingestione di una dose di 750 mg potrebbe risultare letale.<br>
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Il naloxone non risulterebbe sempre efficace e potrebbe essere necessario somministrarlo in dosi elevate e ripetute. L'assistenza respiratoria è essenziale. La lavanda gastrica e la somministrazione di carbone attivo può essere utile, mentre la dialisi non presenta alcun vantaggio. Le convulsioni possono essere controllate con anticonvulsivanti. L'uso di stimolanti è controindicato per il rischio di convulsioni.<ref name=pmid4692700>{{cite journal |author=Hunt V |title=Treatment of dextropropoxyphene poisoning |journal=Br Med J |volume=1 |issue=5852 |pages=554 |year=1973 |month=March |pmid=4692700 |pmc=1588677 |doi= |url=}}</ref><ref name=pmid5694929>{{cite journal |author=Corby DG, Decker WJ |title=Treatment of propoxyphene poisoning |journal=JAMA |volume=205 |issue=4 |pages=250–1 |year=1968 |month=July |pmid=5694929 |doi= |url=}}</ref><ref name=pmid5694929>{{cite journal |author=Corby DG, Decker WJ |title=Treatment of propoxyphene poisoning |journal=JAMA |volume=205 |issue=4 |pages=250–1 |year=1968 |month=July |pmid=5694929 |doi= |url=}}</ref>
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==Interazioni==
==Interazioni==

Versione delle 00:30, 22 ago 2012

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Destropropossifene
Nome IUPAC
(1S,2R)-1-benzyl-3-(dimethylamino)-2-methyl-1-phenylpropyl propionate
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC22H29N1O2
Massa molecolare (u)339.471 g/mol
Numero CAS469-62-5
Numero EINECS207-420-5
Codice ATCN02AC04
PubChem10100
DrugBankDBDB00647
SMILES
CCC(=O)OC(CC1=CC=CC=C1)(C2=CC=CC=C2)C(C)CN(C)C
Dati farmacocinetici
Metabolismoepatico
Emivita8-24 ore
Escrezionebiliare e urinaria
Indicazioni di sicurezza

Il destropropossifene è un farmaco analgesico che presenta proprietà tipiche della famiglia degli oppioidi.
Analogamente alla codeina, non esplica attività antipiretica.[1] Contrariamente alla codeina, non ha azione antitussiva. Il norpropossifene, metabolita del propossifene, ha un lieve effetto anestetico locale.

Farmacocinetica

Il destropropossifene è ben assorbito dal tratto gastrointestinale e viene estesamente metabolizzato durante il primo passaggio attraverso il fegato.
Si distribuisce rapidamente soprattutto nel fegato, nei reni, nei polmoni e nel cervello.
Il farmaco attraversa la placenta e viene secreto anche nel latte materno.
Dopo la somministrazione di una dose di 130 mg si ottiene un picco di concentrazione plasmatica di 0,23 µg/ml a distanza di 1-2 ore dall'ingestione. Le concentrazioni plasmatiche terapeutiche sono comprese nell'intervallo di 0,05-0,75 µg/ml.[2][3]
L'emivita plasmatica del destropropossifene è di 8-24 ore. Quella del norpropossifene (principale metabolita) è di 25-50 ore.[4][5]
Il 70-80% del destropropossifene risulta legato alle proteine plasmatiche. Il volume di distribuzione è di 16 l/kg.
Il destropropossifene (in piccola quantità) e i suoi metaboliti, fra cui il norpropossifene, sono escreti principalmente nelle urine, per il 35% entro 24 ore e per il 60-70% entro 5 giorni. Circa il 18% della sostanza viene invece escreta con le feci.[6][7][8][9]

Tossicologia

I valori di DL50 nel topo sono di 28 mg/kg per via endovenosa, 111 mg/kg per via intraperitoneale, 211 mg/kg per via sottocutanea, 282 mg/kg per os. Nel ratto sono di 15 mg/kg per via endovenosa, 58 mg/kg per via intraperitoneale, 134 mg/kg per via sottocutanea, 230 mg/kg per os.[10] Nell'uomo la dose letale minima è di 500 mg. Concentrazioni plasmatiche di 10-20 µg/kg possono essere letali.

Usi clinici

Il farmaco è stato usato come analgesico nel trattamento di dolori di intensità moderata.
È spesso somministrato in associazione con altre sostanze dotate di proprietà antiinfiammatorie e antipiretiche, come l'aspirina ed il paracetamolo.[11][12] Dosi elevate di destropropossifene (975-1950 mg/die) sono state impiegate, in sostituzione del metadone, come terapia di mantenimento nel trattamento della tossicodipendenza da oppiacei.

Effetti collaterali ed indesiderati

Vertigini, stordimento, cefalea, debolezza, disturbi visivi, stato di sedazione, sonnolenza, eccitazione e insonnia paradosse, rash cutanei e disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito, dolori addominali, stipsi. Occasionalmente si manifestano euforia e disforia e insufficienza epatica.

Controindicazioni e precauzioni d'uso

L'assunzione di destropropossifene è controindicata in età pediatrica e nei pazienti che presentano tendenze suicide o predisposizione all'abuso.
Il paziente che assume destropropossifene dovrebbe essere avvertito che il farmaco può compromettere la sua capacità di concentrazione, i suoi tempi di reazione e l'attenzione nell'eseguire lavori di precisione. Come gli altri analgesici oppioidi, può causare tolleranza e dipendenza psichica e fisica. È infatti abbastanza comune l'abuso per via endovenosa, dopo aver disciolto il farmaco, commercialmente disponibile in pillole, in acqua. La brusca sospensione della somministrazione cronica di destropropossifene determina modeste sindromi di astinenza. Il farmaco deve essere somministrato con cautela a pazienti che assumono in concomitanza alcool, sedativi, tranquillanti, miorilassanti, antidepressivi, deprimenti del SNC.

Dosi terapeutichee

Il destropropossifene si somministra per via orale in dosi di 65 mg 3-4 volte al giorno. La dose massima raccomandata è di 390 mg al giorno.

Sovradosaggio ed antidoti

I sintomi del sovradosaggio da destropropossifene sono simili a quelli dell'avvelenamento da morfina.
Si possono inoltre osservare convulsioni e reazioni psicotiche, edema polmonare e aritmie cardiache.[13]
In caso di assunzione concomitante di alcool o di altri deprimenti del SNC, anche l'ingestione di una dose di 750 mg potrebbe risultare letale.
Il naloxone non risulterebbe sempre efficace e potrebbe essere necessario somministrarlo in dosi elevate e ripetute. L'assistenza respiratoria è essenziale. La lavanda gastrica e la somministrazione di carbone attivo può essere utile, mentre la dialisi non presenta alcun vantaggio. Le convulsioni possono essere controllate con anticonvulsivanti. L'uso di stimolanti è controindicato per il rischio di convulsioni.[14][15][16]

Interazioni

Il destropropossifene interagisce con alcuni farmaci, inibendo il loro metabolismo epatico: benzodiazepine, b-bloccanti, carbamazepina, fenitoina, warfarin.

Note

  1. ^ Wilson WL, Deere H, Desiderio VC, A comparison of the effectiveness of codeine phosphate and dextropropoxyphene hydrochloride, in Pa Med J, vol. 62, n. 2, February 1959, pp. 186–7.
  2. ^ Verebely K, Inturrisi CE, Disposition of propoxyphene and norpropoxyphene in man after a single oral dose, in Clin. Pharmacol. Ther., vol. 15, n. 3, March 1974, pp. 302–9.
  3. ^ Gram LF, Schou J, Way WL, Heltberg J, Bodin NO, d-Propoxyphene kinetics after single oral and intravenous doses in man, in Clin. Pharmacol. Ther., vol. 26, n. 4, October 1979, pp. 473–82.
  4. ^ Brøsen K, Gram LF, Schou J, Larsen NE, Thayssen P, Dextropropoxyphene kinetics after single and repeated oral doses in man, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 29, n. 1, 1985, pp. 79–84.
  5. ^ Crome P, Gain R, Ghurye R, Flanagan RJ, Pharmacokinetics of dextropropoxyphene and nordextropropoxyphene in elderly hospital patients after single and multiple doses of distalgesic. Preliminary analysis of results, in Hum Toxicol, 3 Suppl, August 1984, pp. 41S–48S.
  6. ^ Verebely K, Inturrisi CE, The simultaneous determination of propoxyphene and norpropoxyphene in human biofluids using gas-liquid chromatography, in J. Chromatogr., vol. 75, n. 2, January 1973, pp. 195–205.
  7. ^ Pearson RM, Pharmacokinetics of propoxyphene, in Hum Toxicol, 3 Suppl, August 1984, pp. 37S–40S.
  8. ^ Gram LF, Schmidt K, Christensen FN, Schou J, D-propoxyphene kinetics in man: significance of a deep third compartment, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 26, n. 6, 1984, pp. 749–52.
  9. ^ Colburn WA, Inturrisi CE, D-Propoxyphene: accumulation or altered kinetics?, in Eur. J. Clin. Pharmacol., vol. 28, n. 6, 1985, pp. 725–6.
  10. ^ Goldenthal EI, A compilation of LD50 values in newborn and adult animals, in Toxicol. Appl. Pharmacol., vol. 18, n. 1, January 1971, pp. 185–207.
  11. ^ (French) Laborie G, [A new antalgic drug in rheumatology: the D-propoxyphene-N-acetyl-p-aminophenol combination], in Clinique (Paris), vol. 60, n. 614, December 1965, pp. 805–11. Lingua sconosciuta: French (aiuto)
  12. ^ Collins SL, Edwards JE, Moore RA, McQuay HJ, Single dose dextropropoxyphene, alone and with paracetamol (acetaminophen), for postoperative pain, in Cochrane Database Syst Rev, n. 2, 2000, pp. CD001440, DOI:10.1002/14651858.CD001440.
  13. ^ Cravey RH, Shaw RF, Nakamura GR, Incidence of propoxyphene poisoning: a report of fatal cases, in J. Forensic Sci., vol. 19, n. 1, January 1974, pp. 72–80.
  14. ^ Hunt V, Treatment of dextropropoxyphene poisoning, in Br Med J, vol. 1, n. 5852, March 1973, p. 554.
  15. ^ Corby DG, Decker WJ, Treatment of propoxyphene poisoning, in JAMA, vol. 205, n. 4, July 1968, pp. 250–1.
  16. ^ (Danish) Jans H, Møller BB, [Treatment of severe propoxyphene poisoning], in Ugeskr. Laeg., vol. 137, n. 11, March 1975, pp. 626–8. Lingua sconosciuta: Danish (aiuto)

Letteratura

A. Pohland, H.R. Sullivan, J. Am. Chem. Soc. 75, 4458, 1953; A. Pohland, H.R. Sullivan, ibid. 77, 3400, 1955; H.R. Sullivan et al., J. Org. Chem. 28, 2381, 1963; A. Pohland et al., J. Org. Chem. 28, 2483, 1963; J.L. Emerson et al., ibid. 19, 445, 1971; L.F. Gram et al., ibid. 28, 726, 1985; Beaver, Hum. Toxicol. 3, Suppl., 191S, 1984; Sturrock, ibid., 221S, 1984; Turner, ibid., 237S, 1984; Drug & Ther. Bull. 21, 17, 1983; W.M. Bennett et al., Am. J. Kidney Dis. 3, 155, 1983; S.M. Pond et al., J. Toxicol. Clin. Toxicol. 19, 1, 1982; A.T. Proudfoot, Hum. Toxicol. 3, Suppl., 85S, 1984; M. Lader, ibid., 229S, 1984; J.A. Henry, S.L. Cassidy, Lancet 1, 1414, 1986; F.S. Tennant, Archs Intern. Med. 132, 191, 1973; R. Wall et al., Br. Med. J. 280, 1213, 1980; D.A. Johnson, M.E. Bohan, Am. J. Psychiat. 140, 1217, 1983; N.B. D'Abadie, J.D. Lenton, Sth. Med. J. 77, 299, 1984.