Ève Lavallière

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ève Lavalliere nel 1890

Ève Lavallière, nata Eugénie Marie Pascaline Fenoglio oppure Eugenia Fenoglio (Tolone, 1º aprile 1866Thuillières, 10 luglio 1929), è stata un'attrice e religiosa francese, di origine italiana, appartenente all'Ordine francescano secolare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le attrici Amélie Diéterle, Ève Lavallière ed Émilienne d'Alençon, nel 1898
Dall'album del fotografo Reutlinger su Ève Lavallière, dal 1885 al 1914
Eve Lavallière e Albert Brasseur in Les favorites d'Alfred Capus, disegno di Yves Marevéry
Caricatura di Ève Lavallière, copertina di Le cri de Paris, 1902

L'infanzia e gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

La vita di Ève Lavalliere è divisa in tre parti: la sua gioventù difficile, la sua vita da attrice di successo e la sua vita religiosa.[1]

Ève Lavallière nacque a Tolone, figlia Louis-Emile Fénoglio, sarto di origine napoletana, e di Albania-Marie Audenet, nata a Perpignano.[1]

Studiò in una scuola privata, ma il 16 marzo 1884, Ève assistette a una litigata dei suoi genitori, conclusasi tragicamente con l'uccisione della madre ed il suicidio del padre.[2][3][4]

Dopo questo tragico evento, venne accolta dapprima da una zia, poi in un collegio e successivamente frequentò a Parigi una scuola di danza, canto e recitazione.[2]

Attrice di successo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1891 venne presentata a Eugène Bertrand, il direttore del Théâtre des Variétés, che la ingaggiò per i primi spettacoli.[5][6]

Esordì ne La Belle Hélène di Jacques Offenbach,[5] e all'età di venticinque anni diventò Ève Lavallière, dotata di una bella voce,[3] di una bella presenza, che la renderanno una famosa attrice teatrale nella Belle Époque, dai café-chantant a Montparnasse ai migliori teatri parigini, tra il 1891 e il 1917.[2]

Tra le più acclamate interpreti di operette e di commedie leggere,[5] idolo di tutte le classi sociali, principi e re inclusi,[1] ricevette complimenti ed elogi da molti suoi contemporanei, tra i quali, Sarah Bernhardt, che dichiarò:

«Quello che fai è innato: tu crei - non copi i personaggi. Li fai nascere da dentro te stessa. È molto bello.[3][7]»

Negli stessi anni ebbe una relazione con il direttore del Théâtre des Variétés, Fernand Samuel, ma nonostante la fama, il denaro e il successo popolare,[3] soffrì di conflitti interiori,[4] che in un primo tempo cercò di mitigare tramite la magia e lo spiritismo.[2]

La vita religiosa[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, dopo l'ultima esibizione al Théâtre Michel di Parigi, Ève Lavallière si ammalò e subito dopo cercò di riposarsi a Tours, di abbracciare la fede, e grazie all'incontro con l'abate Chasteignier di Chanceaux, che le diede un libro su Maria Maddalena,[3] si convertì al cattolicesimo il 19 giugno 1917, andò frequentemente in pellegrinaggio a Lourdes, dove soggiornò al Convento delle Suore dell'Immacolata Concezione,[6] e non si esibì più sul palcoscenico.[2]

Alle persone che cercavano di ricondurla alla vita teatrale, lei rispondeva:

«Ora sono così felice! Ho scoperto l’amore di Dio, non sono mai stata tanto felice come dal momento in cui ho conosciuto Dio.[2]»

«Una sola cosa mi rimette a posto: l’abbandono totale nell’amore. Allora dimentico tutto: il passato, il presente, gli scrupoli fuggono e io sono inondata da una gioia profonda fatta di pace e di fiducia.[2]»

Il 19 settembre 1920 entrò nell'Ordine francescano secolare diventando suor Marie-Eve del Sacro Cuore di Gesù,[4] in un convento parigino, dove si occupò della portineria e della cucina, oltre che di penitenza, di preghiera, di servizio e di carità.[2][3]

Dal 1921 al 1923 soggiornò frequentemente in Tunisia, per poter assistere in un lebbrosario i più inermi, deboli e rifiutati.[2][4][7]

Negli ultimi anni Ève Lavallière si ammalò e morì a Thuillières il 10 luglio 1929 e tra le sue ultime parole, disse:

«Ho sete di giungere in Cielo e vedere Gesù.[2]»

Sulla sua lapide al cimitero di Thuillieres si leggono le parole di Ève Lavallière, che descrivono esaurientemente la sua conversione:

«Ho lasciato tutto per Dio. Lui è solo sufficiente per me. Tu che mi hai creato, abbi pietà di me.[6][7]»

L'attrice convertita fu proclamata Serva di Dio da Giovanni Paolo II nel 1996.[2]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Dall'album del fotografo Reutlinger su Ève Lavallière, La Belle Hélène, 1899
Dall'album del fotografo Reutlinger su Ève Lavallière, La Belle Hélène, 1899
Dall'album del fotografo Reutlinger su Ève Lavallière, La Belle Hélène, 1899
  • 1892 : La vie parisienne, di Jacques Offenbach, Henri Meilhac, Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
  • 1896 : Le Carillon, d'Ernest Blum e Paul Ferrier, Théâtre des Variétés;
  • 1897 : Paris qui Marche, d'Hector Monréal e Henri Blondeau, Théâtre des Variétés;
  • 1898 : Les Petites Barnett, di Paul Gavault e Louis Varney, Théâtre des Variétés;
  • 1899 : La Belle Hélène, di Jacques Offenbach, libretto Henri Meilhac e Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
  • 1900 : Mademoiselle George, di Victor de Cottens e Pierre Veber, musica di Louis Vernet, Théâtre des Variétés;
  • 1901 : La Veine, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
  • 1902 : Les Deux Écoles, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
  • 1902 : Orphée aux Enfers, opera buffa in due atti d’Hector Crémieux e Ludovic Halévy, musica di Jacques Offenbach, Théâtre des Variétés;
  • 1903 : Le Sire de Vergy, di Gaston de Caillavet, Théâtre des Variétés;
  • 1903 : Paris aux Variétés, di Paul Gavault, Théâtre des Variétés;
  • 1903 : Le Beau Jeune Homme, commedia in cinque atti d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
  • 1904 : La Boule, di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
  • 1904 : Monsieur de la Palisse, di Robert de Flers e Gaston de Caillavet, musica di Claude Antoine Terrasse, Théâtre des Variétés
  • 1904 : Barbe Bleue, di Jacques Offenbach, libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
  • 1905 : L'Âge d'Or, di Georges Feydeau e Maurice Desvallières, Théâtre des Variétés;
  • 1905 : Miss Helyett, operetta in tre atti, libretto di Maxime Boucheron, musica d'Edmond Audran, Théâtre des Variétés;
  • 1905 : La Petite Bohême, operetta in tre atti, libretto di Paul Ferrier su Henri Murger, musica d'Henri Hirschmann, Théâtre des Variétés;
  • 1906 : Miquette et sa mère, di Robert de Flers e Gaston de Caillavet, Théâtre des Variétés;
  • 1907 : Le Faux-pas, d'André Picard, Théâtre des Variétés;
  • 1908 : Le Roi, di Robert de Flers, Gaston de Caillavet, Emmanuel Arène, Théâtre des Variétés;
  • 1908 : L'Oiseau blessé, d'Alfred Capus, Théâtre de la Renaissance;
  • 1909 : Un ange, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
  • 1910 : Le Bois sacré, di Robert de Flers e Gaston Arman de Caillavet, Théâtre des Variétés;
  • 1911 : Les Favorites, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
  • 1912 : Les Petits, di Lucien Népoty, Théâtre Antoine;
  • 1912 : L'Habit vert, di Robert de Flers e Gaston Arman de Caillavet, Théâtre des Variétés;
  • 1913 : La Dame de chez Maxim, di Georges Feydeau, Théâtre des Variétés;
  • 1913 : Le Tango, commedia di Jean Richepin, Théâtre de l'Athénée;
  • 1914 : Ma tante d'Honfleur, di Paul Gavault, Théâtre des Variétés.

Opere pubblicate[modifica | modifica wikitesto]

  • La Conversion d'Eve Lavallière [Lettres inédites à des amies], S.I., 1930;
  • Ecrits spirituels d'Eve Lavallière, précédés de sa biographie par Omer Englebert, Editions franciscaines, 1939;
  • Ma Conversion, Gallimard, 1931.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (FR) Quelques mots sur Eve Lavalliere, su danrj.chez-alice.fr. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  2. ^ a b c d e f g h i j k C. Dobner, Dai caffè parigini al convento, su carmelitanescalze-concenedo.it. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  3. ^ a b c d e f (EN) Eve Lavallière, su catholicireland.net. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  4. ^ a b c d (EN) Eve Lavalliere, su findagrave.com. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  5. ^ a b c Lavallière, Ève, su sapere.it. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  6. ^ a b c (EN) Charlotte Kelly, A Saint of the Stage Eve Lavalliere (PDF), su todayscatholicworld.com. URL consultato il 20 ottobre 2018.
  7. ^ a b c (EN) Eve Lavalliere, su michaeljournal.org. URL consultato il 20 ottobre 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Bertrand Beyern, Guide des tombes d'hommes célèbres, Parigi, Le Cherche midi, 2011.
  • (FR) Jean-Paul Claudel, Ève Lavallière : Orpheline de la terre, Gérard Louis éditeur, 2007.
  • (FR) Concetta Condemi, Le café-concert à Paris (1849-1914), essor et déclin d'un phénomène social, Tesi EHESS, 1989.
  • (FR) Concetta Condemi, Les cafés-concerts, histoire d'un divertissement (1849-1914), Parigi, Éditions Quai Voltaire Histoire, 1992.
  • (FR) Omer Englebert, Vie et conversion d'Eve Lavallière, Parigi, Librairie Plon, 1936.
  • (ES) Omer Englebert, Vida y conversión de Eva Lavallière, Buenos Aires, Mundo Moderno, 1953.
  • (FR) Jacques Feschotte, Histoire du music-hall, Parigi, Puf, 1965.
  • (FR) Louis Gauthier, La belle procession des saints tertiaires franciscains, Parigi, Librairie Saint-François, 1923.
  • (FR) Régis Gignoux, Mort de Fernand Samuel, in Le Figaro, n. 356, Parigi, dicembre 1914, p. 2.
  • (ES) José María Hernández Gamell, Una mujer extraordinaria. Vida y conversión de la famosa artista de París, Eva Lavallière, Madrid, Caballeros Comendadores de Santa Teresita del Niño Jesús y de la Santa Faz, 1944.
  • (EN) Charlotte Kelly, A Saint of the Stage - Eve Lavalliere Australian Catholic Truth Society, Melbourne, A.C.T.S. publications, 1947.
  • (EN) L.L. McReavy, A Modern Magdalen, Eva Lavalliere (1866-1929), Alexander-Ousele, 1934.
  • (FR) Louis Schneider e Pierre Souvestre, Théatre des Variétés, Geneviève de Brabant, in Comoedia, n. 96, Parigi, febbraio 1908, p. 1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN89657172 · ISNI (EN0000 0001 0192 2101 · SBN CUBV088292 · BAV 495/144026 · LCCN (ENn85241600 · GND (DE133584909 · BNF (FRcb12011998x (data) · CONOR.SI (SL126564451 · WorldCat Identities (ENlccn-n85241600