Ève Lavallière

Ève Lavallière, nata Eugénie Marie Pascaline Fenoglio oppure Eugenia Fenoglio (Tolone, 1º aprile 1866 – Thuillières, 10 luglio 1929), è stata un'attrice e religiosa francese, di origine italiana, appartenente all'Ordine francescano secolare.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]




L'infanzia e gli inizi[modifica | modifica wikitesto]
La vita di Ève Lavalliere è divisa in tre parti: la sua gioventù difficile, la sua vita da attrice di successo e la sua vita religiosa.[1]
Ève Lavallière nacque a Tolone, figlia Louis-Emile Fénoglio, sarto di origine napoletana, e di Albania-Marie Audenet, nata a Perpignano.[1]
Studiò in una scuola privata, ma il 16 marzo 1884, Ève assistette a una litigata dei suoi genitori, conclusasi tragicamente con l'uccisione della madre ed il suicidio del padre.[2][3][4]
Dopo questo tragico evento, venne accolta dapprima da una zia, poi in un collegio e successivamente frequentò a Parigi una scuola di danza, canto e recitazione.[2]
Attrice di successo[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1891 venne presentata a Eugène Bertrand, il direttore del Théâtre des Variétés, che la ingaggiò per i primi spettacoli.[5][6]
Esordì ne La Belle Hélène di Jacques Offenbach,[5] e all'età di venticinque anni diventò Ève Lavallière, dotata di una bella voce,[3] di una bella presenza, che la renderanno una famosa attrice teatrale nella Belle Époque, dai café-chantant a Montparnasse ai migliori teatri parigini, tra il 1891 e il 1917.[2]
Tra le più acclamate interpreti di operette e di commedie leggere,[5] idolo di tutte le classi sociali, principi e re inclusi,[1] ricevette complimenti ed elogi da molti suoi contemporanei, tra i quali, Sarah Bernhardt, che dichiarò:
Negli stessi anni ebbe una relazione con il direttore del Théâtre des Variétés, Fernand Samuel, ma nonostante la fama, il denaro e il successo popolare,[3] soffrì di conflitti interiori,[4] che in un primo tempo cercò di mitigare tramite la magia e lo spiritismo.[2]
La vita religiosa[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, dopo l'ultima esibizione al Théâtre Michel di Parigi, Ève Lavallière si ammalò e subito dopo cercò di riposarsi a Tours, di abbracciare la fede, e grazie all'incontro con l'abate Chasteignier di Chanceaux, che le diede un libro su Maria Maddalena,[3] si convertì al cattolicesimo il 19 giugno 1917, andò frequentemente in pellegrinaggio a Lourdes, dove soggiornò al Convento delle Suore dell'Immacolata Concezione,[6] e non si esibì più sul palcoscenico.[2]
Alle persone che cercavano di ricondurla alla vita teatrale, lei rispondeva:
«Ora sono così felice! Ho scoperto l’amore di Dio, non sono mai stata tanto felice come dal momento in cui ho conosciuto Dio.[2]»
«Una sola cosa mi rimette a posto: l’abbandono totale nell’amore. Allora dimentico tutto: il passato, il presente, gli scrupoli fuggono e io sono inondata da una gioia profonda fatta di pace e di fiducia.[2]»
Il 19 settembre 1920 entrò nell'Ordine francescano secolare diventando suor Marie-Eve del Sacro Cuore di Gesù,[4] in un convento parigino, dove si occupò della portineria e della cucina, oltre che di penitenza, di preghiera, di servizio e di carità.[2][3]
Dal 1921 al 1923 soggiornò frequentemente in Tunisia, per poter assistere in un lebbrosario i più inermi, deboli e rifiutati.[2][4][7]
Negli ultimi anni Ève Lavallière si ammalò e morì a Thuillières il 10 luglio 1929 e tra le sue ultime parole, disse:
«Ho sete di giungere in Cielo e vedere Gesù.[2]»
Sulla sua lapide al cimitero di Thuillieres si leggono le parole di Ève Lavallière, che descrivono esaurientemente la sua conversione:
L'attrice convertita fu proclamata Serva di Dio da Giovanni Paolo II nel 1996.[2]
Teatro[modifica | modifica wikitesto]



- 1892 : La vie parisienne, di Jacques Offenbach, Henri Meilhac, Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
- 1896 : Le Carillon, d'Ernest Blum e Paul Ferrier, Théâtre des Variétés;
- 1897 : Paris qui Marche, d'Hector Monréal e Henri Blondeau, Théâtre des Variétés;
- 1898 : Les Petites Barnett, di Paul Gavault e Louis Varney, Théâtre des Variétés;
- 1899 : La Belle Hélène, di Jacques Offenbach, libretto Henri Meilhac e Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
- 1900 : Mademoiselle George, di Victor de Cottens e Pierre Veber, musica di Louis Vernet, Théâtre des Variétés;
- 1901 : La Veine, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
- 1902 : Les Deux Écoles, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
- 1902 : Orphée aux Enfers, opera buffa in due atti d’Hector Crémieux e Ludovic Halévy, musica di Jacques Offenbach, Théâtre des Variétés;
- 1903 : Le Sire de Vergy, di Gaston de Caillavet, Théâtre des Variétés;
- 1903 : Paris aux Variétés, di Paul Gavault, Théâtre des Variétés;
- 1903 : Le Beau Jeune Homme, commedia in cinque atti d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
- 1904 : La Boule, di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
- 1904 : Monsieur de la Palisse, di Robert de Flers e Gaston de Caillavet, musica di Claude Antoine Terrasse, Théâtre des Variétés
- 1904 : Barbe Bleue, di Jacques Offenbach, libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, Théâtre des Variétés;
- 1905 : L'Âge d'Or, di Georges Feydeau e Maurice Desvallières, Théâtre des Variétés;
- 1905 : Miss Helyett, operetta in tre atti, libretto di Maxime Boucheron, musica d'Edmond Audran, Théâtre des Variétés;
- 1905 : La Petite Bohême, operetta in tre atti, libretto di Paul Ferrier su Henri Murger, musica d'Henri Hirschmann, Théâtre des Variétés;
- 1906 : Miquette et sa mère, di Robert de Flers e Gaston de Caillavet, Théâtre des Variétés;
- 1907 : Le Faux-pas, d'André Picard, Théâtre des Variétés;
- 1908 : Le Roi, di Robert de Flers, Gaston de Caillavet, Emmanuel Arène, Théâtre des Variétés;
- 1908 : L'Oiseau blessé, d'Alfred Capus, Théâtre de la Renaissance;
- 1909 : Un ange, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
- 1910 : Le Bois sacré, di Robert de Flers e Gaston Arman de Caillavet, Théâtre des Variétés;
- 1911 : Les Favorites, d'Alfred Capus, Théâtre des Variétés;
- 1912 : Les Petits, di Lucien Népoty, Théâtre Antoine;
- 1912 : L'Habit vert, di Robert de Flers e Gaston Arman de Caillavet, Théâtre des Variétés;
- 1913 : La Dame de chez Maxim, di Georges Feydeau, Théâtre des Variétés;
- 1913 : Le Tango, commedia di Jean Richepin, Théâtre de l'Athénée;
- 1914 : Ma tante d'Honfleur, di Paul Gavault, Théâtre des Variétés.
Opere pubblicate[modifica | modifica wikitesto]
- La Conversion d'Eve Lavallière [Lettres inédites à des amies], S.I., 1930;
- Ecrits spirituels d'Eve Lavallière, précédés de sa biographie par Omer Englebert, Editions franciscaines, 1939;
- Ma Conversion, Gallimard, 1931.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c (FR) Quelques mots sur Eve Lavalliere, su danrj.chez-alice.fr. URL consultato il 20 ottobre 2018.
- ^ a b c d e f g h i j k C. Dobner, Dai caffè parigini al convento, su carmelitanescalze-concenedo.it. URL consultato il 20 ottobre 2018.
- ^ a b c d e f (EN) Eve Lavallière, su catholicireland.net. URL consultato il 20 ottobre 2018.
- ^ a b c d (EN) Eve Lavalliere, su findagrave.com. URL consultato il 20 ottobre 2018.
- ^ a b c Lavallière, Ève, su sapere.it. URL consultato il 20 ottobre 2018.
- ^ a b c (EN) Charlotte Kelly, A Saint of the Stage Eve Lavalliere (PDF), su todayscatholicworld.com. URL consultato il 20 ottobre 2018.
- ^ a b c (EN) Eve Lavalliere, su michaeljournal.org. URL consultato il 20 ottobre 2018.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (FR) Bertrand Beyern, Guide des tombes d'hommes célèbres, Parigi, Le Cherche midi, 2011.
- (FR) Jean-Paul Claudel, Ève Lavallière : Orpheline de la terre, Gérard Louis éditeur, 2007.
- (FR) Concetta Condemi, Le café-concert à Paris (1849-1914), essor et déclin d'un phénomène social, Tesi EHESS, 1989.
- (FR) Concetta Condemi, Les cafés-concerts, histoire d'un divertissement (1849-1914), Parigi, Éditions Quai Voltaire Histoire, 1992.
- (FR) Omer Englebert, Vie et conversion d'Eve Lavallière, Parigi, Librairie Plon, 1936.
- (ES) Omer Englebert, Vida y conversión de Eva Lavallière, Buenos Aires, Mundo Moderno, 1953.
- (FR) Jacques Feschotte, Histoire du music-hall, Parigi, Puf, 1965.
- (FR) Louis Gauthier, La belle procession des saints tertiaires franciscains, Parigi, Librairie Saint-François, 1923.
- (FR) Régis Gignoux, Mort de Fernand Samuel, in Le Figaro, n. 356, Parigi, dicembre 1914, p. 2.
- (ES) José María Hernández Gamell, Una mujer extraordinaria. Vida y conversión de la famosa artista de París, Eva Lavallière, Madrid, Caballeros Comendadores de Santa Teresita del Niño Jesús y de la Santa Faz, 1944.
- (EN) Charlotte Kelly, A Saint of the Stage - Eve Lavalliere Australian Catholic Truth Society, Melbourne, A.C.T.S. publications, 1947.
- (EN) L.L. McReavy, A Modern Magdalen, Eva Lavalliere (1866-1929), Alexander-Ousele, 1934.
- (FR) Louis Schneider e Pierre Souvestre, Théatre des Variétés, Geneviève de Brabant, in Comoedia, n. 96, Parigi, febbraio 1908, p. 1.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ève Lavallière
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Lavallière, Ève, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Opere di Ève Lavallière, su Open Library, Internet Archive.
- (FR) Biografia con molte immagini di Ève Lavallière, su danrj.chez-alice.fr.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 89657172 · ISNI (EN) 0000 0001 0192 2101 · SBN CUBV088292 · BAV 495/144026 · LCCN (EN) n85241600 · GND (DE) 133584909 · BNF (FR) cb12011998x (data) · CONOR.SI (SL) 126564451 · WorldCat Identities (EN) lccn-n85241600 |
---|