Vladimiro Zagrebelsky

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Vladimiro Zagrebelsky

Giudice italiano della Corte europea dei diritti dell'uomo
Durata mandato25 aprile 2001 –
1 maggio 2010
PredecessoreBenedetto Conforti
SuccessoreGuido Raimondi

Componente del Consiglio Superiore della Magistratura
Durata mandato1981 – 1985

Durata mandato1994 – 1998

Presidente della Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione della criminalità
Durata mandato2000 – 2001

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli studi di Torino
ProfessioneProfessore universitario, Magistrato

Vladimiro Zagrebelsky (in russo Владимир Загребельский?, Vladimir Zagrebel'skij; Torino, 25 marzo 1940) è un magistrato e giurista italiano, giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo dal 2001 al 2010.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È fratello maggiore dell'ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky.[1] La famiglia, di origini russe, proveniva da San Pietroburgo; nipote di un ufficiale dell'esercito zarista a Nizza nel 1914, si trasferì coi parenti in seguito a Sanremo.[2]

Si è laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Torino nel 1963, diventando poi libero docente di Diritto penale.

Nel 1965 è entrato in Magistratura. È stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 1981 al 1985 e dal 1994 al 1998.[3] Nel 1983, componente della Sezione disciplinare del CSM, ha redatto la sentenza relativa ai magistrati iscritti alla P2. È stato presidente della commissione ministeriale istituita per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario al nuovo codice di procedura penale (1989).[4]

Dal 1998 al 2001 è stato il responsabile dell'Ufficio legislativo del Ministero della giustizia, scelto da Giovanni Maria Flick.[5] È stato inoltre Presidente della Commissione delle Nazioni Unite per la prevenzione della criminalità.[6] Il 25 aprile 2001 è stato eletto giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa,[7] carica che ha lasciato il 1º maggio 2010 per raggiungimento del limite d'età, quando è stato sostituito da Guido Raimondi.

È socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino.[8]

È componente della direzione di Cassazione Penale e del Consiglio scientifico di Diritti Umani e Diritto Internazionale e della Rivista di diritti comparati.

Dal 2010 è direttore del Laboratorio dei Diritti Fondamentali (LDF) di Torino.[9]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Il Presidente Giorgio Napolitano consegna le insegne di Cavaliere di Gran Croce a Vladimiro Zagrebelsky

Ha pubblicato numerosi volumi, articoli e note in riviste giuridiche, nonché voci di enciclopedie giuridiche.

È autore di commenti a parti del Codice penale (Concorso di reati, Reati contro la famiglia, Reati contro l'incolumità pubblica)[10] nella collana di studi di cui è direttore, Rassegna di giurisprudenza sul codice penale e sulle leggi penali speciali, UTET, 2ª ed., 1999.

È altresì autore di studi di carattere giuridico e di carattere storico in materia di sistema giudiziario e magistratura, tra cui:

  • Stabilire le priorità nell'esercizio obbligatorio della azione penale, in Il Pubblico ministero oggi, Giuffré, 1994;
  • (con P.L. Comoglio), Modello accusatorio e deontologia dei comportamenti processuali nella prospettiva comparatistica, in Rivista italiana di diritto e procedura penale, 1993, p. 435;
  • La magistratura ordinaria dalla Costituzione a oggi, in Legge, Diritto, Giustizia, Einaudi, 1998.

In tema di diritti fondamentali ha pubblicato:

  • Corte, Convenzione europea dei diritti dell'uomo e sistema europeo di protezione dei diritti fondamentali, in La Corte costituzionale compie cinquant'anni, in Foro italiano, 2006;
  • Questions autour de Bromiowski, in Liber Amicorum Luzius Wildhaber. Human Rights – Strasbourg Views. Droits de l'homme – Regards de Strasbourg, Kehl-Strasbourg-Arlington, N.P.Engel, 2007 e, in trad.it., con il titolo Violazioni “strutturali” e Convenzione europea dei diritti umani: interrogativi a proposito di Broniowski, in Diritti umani e diritto internazionale, 2008, p. 5 s.;
  • Diritti dell'Uomo e Libertà Fondamentali, La giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte di giustizia delle Comunità europee, voll. I, II, III, Milano, Giuffré ed., 2006-2008 (con M. de Salvia);
  • La Convenzione europea dei diritti dell'uomo e il principio di legalità nella materia penale, Studi e Materiali di diritto penale, 2009, p. 57 s.;
  • L'avvenire del sistema europeo di protezione dei diritti umani affidato per ora al Protocollo n.14 bis, in Diritti umani e diritto internazionale, 2009, p. 469 s.;
  • La conferenza di Interlaken per assicurare l'avvenire della Corte europea dei diritti umani, ivi, 2010, p. 309 s.;
  • Considérations sur les sources d'inspiration et la motivation des arrêts de la Cour européenne des droits de l'homme, in Festschrift für Renate Jaeger, Grundrechte und Solidarität, N.P.Engel Verlag, Kehl am Rhein, 2010, p. 211 s.;
  • Commentario breve alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, Padova, Cedam, 2012 (con S. Bartole e P. De Sena);
  • Manuale dei diritti fondamentali in Europa, Bologna, Il Mulino, 2016 e 3ª ed. 2022 (con R. Chenal e L. Tomasi).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 20 maggio 2010[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Virginia Piccolillo, Zagrebelsky e Chieppa in gara per la poltrona di Ruperto, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 24 novembre 2002. URL consultato il 7 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  2. ^ Antonio Gnoli, Gustavo Zagrebelsky: Le origini russe, Bobbio, il diritto Parla l’ex presidente della Consulta, su Libertà e Giustizia, 14 luglio 2013. URL consultato il 2 maggio 2019.
  3. ^ Composizione Consiglio 1994-1998, su csm.it, Consiglio Superiore della Magistratura. URL consultato il 29 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2009).
  4. ^ Franco Coppola, Nuovo Codice, per un decreto il Governo messo sotto accusa, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 26 settembre 1989. URL consultato il 29 aprile 2009.
  5. ^ Liana Milella, Rogatorie, rinvio del governo, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 28 febbraio 1998. URL consultato il 29 aprile 2009.
  6. ^ Anna Papa, Europa e diritti, garante la Corte di Strasburgo, su www2.unicatt.it, CattolicaNews, 5 maggio 2005. URL consultato il 29 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2007).
  7. ^ Vladimiro Zagrebelsky nuovo giudice della Corte europea dei diritti umani, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 26 aprile 2001. URL consultato il 29 aprile 2009.
  8. ^ (EN) Vladimiro Zagrebelsky, su Accademia delle Scienze. URL consultato il 3 aprile 2024.
  9. ^ Laboratorio dei Diritti Fondamentali
  10. ^ Nonché volumi su Reato continuato (Giuffré, 1ª ed. 1970 e 2ª ed. 1976) e Lesioni e percosse (Giuffré, 1980)
  11. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

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