Vittorio Amedeo Balbo Bertone di Sambuy

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Vittorio Amedeo Balbo Bertone
Conte di Sambuy
Stemma
Stemma
In carica1828–1846
PredecessoreCarlo Gabriele Balbo Bertone
SuccessoreErnesto Balbo Bertone
Altri titoliSignore di Revigliasco
NascitaTorino, 21 settembre 1793
MorteVienna, 6 febbraio 1846
DinastiaBalbo Bertone
PadreCarlo Gabriele Balbo Bertone
MadreDaria Delfina Ghilni
ConsorteLuisa Carlotta Pallavicino
FigliMaria
Carlo Alberto
Carlotta Gabriella
Ernesto

Vittorio Amedeo Balbo Bertone, conte di Sambuy (Torino, 21 settembre 1793Vienna, 6 febbraio 1846[1]), è stato un nobile, militare e diplomatico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Carlo Gabriele (*17651828) e della nobile alessandrina Daria Delfina Ghilini dei signori di Castelceriolo fu, da giovane, paggio di Napoleone e, in seguito, partecipò alla campagna di Russia.

Con la restaurazione del 1815, fu mantenuto nell'esercito del Regno di Sardegna. Durante gli eventi del 1821 espresse la sua lealtà al principe di Carignano, e ne condivise le aspirazioni patriottiche. Tuttavia, rimase fedele alla monarchia, adoperandosi per prevenire un'insurrezione nel suo reggimento di cavalleria e negoziando la clemenza per il suo superiore in seguito alla rivolta.

Nei mesi che seguirono il movimento insurrezionale lasciò l'esercito per la diplomazia[2], inizialmente come segretario di legazione a Madrid sotto Antonio Brignole Sale, per poi essere promosso a incaricato d'affari. Rientrato nell'esercito nel 1830 con il grado di colonnello, Carlo Alberto lo nominò ministro a Monaco di Baviera. Nel 1835, con le dimissioni di Vittorio Amedeo Sallier della Torre dal Ministero degli Esteri, vi fu una breve considerazione per la sua successione, ma il re optò per Clemente Solaro della Margarita. A lui fu assegnata la legazione a Vienna, dove giunse l'11 aprile 1835.

In questo incarico si trovò a bilanciare la necessità di rassicurare l'Austria sull'atteggiamento della Sardegna, mantenendo al contempo una posizione ferma contro ogni sopraffazione. La sua gestione fu talmente apprezzata[3] che declinò ogni proposta di trasferimento a sedi più vantaggiose. Particolarmente notevole fu la sua fermezza nella disputa sul sale nel 1843, resistendo alle pressioni di Metternich a difesa degli interessi sardi. Orientato verso una politica progressista, si ritrovò occasionalmente in disaccordo con il suo ministro.

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 febbraio 1825, a Torino si sposa con Luisa Carlotta Pallavicino (*? †1842), figlia di Marco Adalberto Pallavicino (*17491816), marchese delle Frabose, e di Maria Teresa Eva Polissena Orsini (*17461778). La coppia ebbe quattro figli[4]:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giulio Cesare Balbo Bertone Giovanni Battista Antonio Balbo Bertone  
 
Lucrezia Olimpia Tana  
Carlo Emanuele Balbo Bertone  
Beatrice di Saluzzo Carlo Michelantonio di Saluzzo  
 
Cristina Biandrate  
Carlo Gabriele Balbo Bertone  
Filippo Valentino Asinari Ghiron Roberto Asinari di San Marzano  
 
Maria Margherita Alfieri di Magliano  
Rosalia Asinari di San Marzano  
Maria Luigia Ferrero-Fieschi Vittorio Amedeo Ferrero-Fieschi  
 
Giovanna Irene Caracciolo  
Vittorio Amedeo Balbo Bertone  
Giovanni Tommaso II Ghilini Francesco Gerolamo II Ghilini  
 
Angelica Mussa  
Manfredo III Ghilini  
Daria Prati Andrea Agostino Prati  
 
Isabella Mandrino  
Daria Delfina Ghilini  
Francesco Provana -  
 
-  
Costanza Provana  
- -  
 
-  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clemente Solaro della Margarita, Memorandum storico politico, Torino, Tipografi-librai Speirani e Tortone, 1851.
  • Nicomede Bianchi, Storia documentata della diplomazia europea in Italia dall'anno 1814 all'anno 1861, IV (1830-46), Torino, dall'Unione tipografico-editrice, 1867.
  • Mario Mori Ubaldini degli Alberti, La politica estera del Piemonte sotto Carlo Alberto secondo il carteggio diplomatico [...], Torino, Tipografia Degli Artigianelli, 1914.
  • Eugenio Passamonti
Cesare Balbo e la rivoluzione del 1821 in Piemonte, Torino, Bocca, 1923.
Vittorio Amedeo Balbo Bertone, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Conte di Sambuy Successore
Carlo Gabriele Balbo Bertone 1828–1846 Ernesto Balbo Bertone
Predecessore Ambasciatore sardo in Austria Successore
Ermolao Asinari di San Marzano 1835–1846 Alberto Ricci