Visione fotopica

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La visione fotopica ([comp. di fot(o)-1 e del tema gr. ὀπ- «vedere»]) è la visione dovuta unicamente all'attività dei coni della retina ed è usata principalmente in presenza della luce diurna (o di valori equivalenti). Il livello di illuminazione ambientale è compreso tra il limite superiore di circa 3200 Cd/m2 (sconforto alla luce del Sole) e il limite inferiore che è intorno a 0,01 Cd/m2 (entrando nella notte fonda, dalla fine del crepuscolo astronomico), ma con variazioni individuali anche più grandi, fino a 0,001 Cd/m2 per gli occhi più sensibili. Negli esseri umani, è la visione fotopica che consente la percezione dei colori, tramite i tre differenti tipi di coni retinici, ognuno maggiormente sensibile ad una frequenza elettromagnetica diversa e attribuibile al rosso, al verde e al blu (RGB), con un bilanciamento di intensità adeguato a percepire la luce bianca di insieme, potendo discriminare più di 1 milione di sfumature dei colori.

Si tratta del tipo di visione che si ha quando il livello di illuminazione è "normale" (luce del giorno), ovvero con livelli di illuminamento compresi tra 0,01 lux e più di 100.000 lux[senza fonte], e consente di rilevare differenze cromatiche.

La visione a livelli di illuminazione bassi è la visione scotopica, mentre quella a livelli intermedi è la visione mesopica.

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