Il velorail (detto anche ferrociclo,bicicletta su rotaia, bicirotaia, ciclotreno, rail bike) è un veicolo ferroviario leggero a propulsione a pedali derivato dalla draisina. Esattamente come una bicicletta, il velorail è equipaggiato con pedali e catene di trasmissione; anziché, però, circolare su strada, esso scorre su binari ferroviari dismessi. Questa caratteristica rende il mezzo ideale per fare attività ludica o sportiva e facilmente impiegabile per la fruizione turistica dei territori: con il velorail è infatti possibile addentrarsi nei territori naturali di una regione e scoprire, da un punto di vista originale e ravvicinato, e senza inquinare, delle infrastrutture antiche o di valore artistico quali ponti, viadotti o tunnel.
Da anni particolarmente diffusa nel Nord Europa, soprattutto in Francia, la conoscenza delle opportunità offerte dal velorail sta diffondendosi anche in Italia a seguito di una sempre più diffusa coscienza ecologista e del turismo sostenibile.
Generalmente il velorail viene praticato lungo i binari delle linee ferroviarie dismesse. La sua velocità media si aggira intorno ai 30 chilometri orari, raggiungendo in discesa i 40km/h.
Il velorail si differenza dall’handcar principalmente per le diverse destinazioni d’uso: mentre l’handcar viene tradizionalmente impiegato come mezzo di lavoro per la manutenzione di binari e nelle miniere, l’uso del velorail è esclusivamente per svago e per scopi turistici.
Il movimento del velorail viene azionato da uno o due passeggeri che pedalano seduti su sellini; spesso il veicolo è dotato anche di ulteriori postazioni, senza pedali, riservate ai passeggeri. Per questo motivo il velorail ben si presta anche al trasporto di persone disabili.
La diffusione del velorail, a partire dal Nord Europa, è legata all’attenzione di lunga data e sempre crescente, in questi Paesi, per il turismo sostenibile e per il turismo lento. Punti forti per cui il velorail è così apprezzato sono il suo impatto zero sull'ambiente, la sicurezza per il fruitore - dal momento che il percorso è separato dalla viabilità stradale - e la possibilità di addentrarsi in molti scenari naturali altrimenti difficilmente raggiungibili[1].
Velorail presso La Ferté-Gaucher, nella regione dell'Île-de-France, in Francia La Francia è probabilmente lo Stato europeo che ha maggiormente valorizzato l'uso del velorail come risorsa turistica. Su tutto il territorio francese, nel 2021, si registravano 56 percorsi di velorail. Molti tra questi si sono riuniti, a partire dal 2004, nella Federazione dei Vélorail di Francia [2], organo che partecipa attivamente allo sviluppo del turismo locale e alla compilazione del regolamento di sicurezza per l’attività. Tra i tanti percorsi di velorail esistenti, si può citare "Sur les rails du Larzac": un sistema di quattro percorsi, intorno al comune di Sainte-Eulalie-de-Cernon (in Occitania), che si snodano su 17 chilometri complessivi, 12 tunnel e 6 viadotti [3].
In Belgio sono presenti percorsi di velorail sulla tratta Kalterherberg – Sourbrodt della Vennbahn, l’antica linea ferroviaria sul confine tra Belgio e Germania; lungo il fiume Molignée sulla tratta Maredsous – Warnant della vecchia linea 150 (che collega il basso fiume Sambre alle Ardenne francesi).
In Lussemburgo è presente una linea di velorail sulla tratta Fond-de-Gras – Bois-de-Rodange della linea industriale Pétange - Fond-de-Gras - Doihl, detta “delle Miniere”.
In Svezia è possibile vivere un’esperienza a contatto con la natura grazie al velorail, lungo circa 9 km, presente nei pressi della cittadina di Lund[4].
Anche in Italia, seppur in ritardo rispetto ai Paesi del Nord Europa, negli ultimi anni si è registrato lo sviluppo di alcuni progetti di velorail. Nel Paese sono più di 1600 i chilometri di linee ferroviarie dismesse con decreto ministeriale e abbandonate[5][6]. Un'ulteriore spinta potrebbe venire dalla legge n. 2670 del 9 agosto 2017, che promuove l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico[7].
Il 3 settembre 2022, presso la stazione di Monteu da Po, in provincia di Asti, si è tenuto l'evento, proposto dal Museo Ferroviario Piemontese, "Dalla stazione sui ferrocicli", per riportare l'attenzione sulla tratta della linea Chivasso-Asti e sul suo potenziale turistico[8].
Dal 2020, inoltre, il gruppo “Rail Bike Italy" promuove incontri sporadici di appassionati in velorail presso la stazione di Ponzano Monferrato.
Al momento[quando?] in Sardegna è allo studio la fattibilità di percorsi di velorail in Ogliastra. Al progetto per una linea di velorail, proposto nel 2018, hanno risposto positivamente i sindaci di Ussassai, Lanusei e Tortolì[9].
Nel 2018, in Puglia, è stata attivata una raccolta firme per restaurare la storica e abbandonata Ferrovia del Mar Piccolo, tra la stazione di Taranto Nasisi e quella dell'Arsenale Militare Marittimo al fine di trasformarla nel primo circuito di velorail a pedale su territorio italiano[10].
Nel 2014, il progetto "Velorail in Val d'Orcia" si è adoperato per portare il velorail lungo la ferrovia della Val d'Orcia, lunga circa 50 km, collegando le stazioni di Monte Antico ed Asciano, tra le province di Grosseto e Siena[11].
^Esiste su Google Maps una mappa aggiornata dei progetti di velorail attivati in tutto il mondo curata da un gruppo di appassionati di velorail tedeschi che si raggruppano sotto il nome di Railbike adventure tours. La mappa è consultabile qui.