Utente:Sabbatini58/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Alberto Sabbatini[modifica | modifica wikitesto]

Alberto Sabbatini (Roma, 8 dicembre 1958) è un giornalista professionista italiano specializzato nel settore automobilistico. Vive e lavora a Bologna. È stato redattore di Motosprint e caporedattore del settimanale Rombo, poi redattore del Corriere della Sera e de La Gazzetta dello Sport dal 1989 al 1992, quindi direttore del settimanale Autosprint in due fasi, dal 2001 al 2003 e dal 2007 al 2016, e del mensile Auto dal 2009 al 2017. È uno dei membri della Giuria del premio Auto dell'Anno (Car of the Year) e attualmente ricopre anche l'incarico di vicepresidente della giuria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Roma nel 1958, figlio primogenito del giornalista Marcello Sabbatini e di Maria Pia Fiore, entrambi di Teramo. Ha una sorella di nome Eleonora e un fratello di nome Carlo. È sposato con Nicoletta Bonora ed ha un figlio, Mattia, nato dal suo primo matrimonio.

Gli inizi della carriera[modifica | modifica wikitesto]

La passione per gli sport motoristici, ereditata dal padre, lo spinge a prendere la licenza di pilota per correre nel motocross all'età di 19 anni. Un giorno la redazione del settimanale Motosprint, di cui il padre era direttore, sapendo che avrebbe partecipato ad una gara di motocross nella provincia bolognese, gli chiede di procurarsi le classifiche della corsa e di stilare un riassunto dell'evento per pubblicare sul settimanale il resoconto della gara poiché mancavano altri collaboratori del giornale in quella zona. Quei brevi appunti diventeranno così un articolo, il primo della sua carriera. Sabbatini si appassiona al mestiere di giornalista e cronista. Inizia a collaborare con il settimanale Motosprint da cui verrà assunto cone giornalista nell'aprile 1979. Frequenta l'università di Lingue e Letterature Straniere Moderne. Sostiene l'esame di Stato e diventa giornalista professionista nel giugno 1984.

Giornalista di moto[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni Sabbatini si dedica al motociclismo: come giornalista sportivo, segue il motomondiale per dieci anni, dal 1977 al 1987. Prima per il settimanale Motosprint, poi per Rombo per il quale cura e redige tutte le pagine motociclistiche, occupandosi anche di prove di moto stradali che collauda personalmente, forte dei suoi trascorsi nel motocross. Tra le sue passioni c'è anche la fotografia per cui alle corse affianca la redazione di articoli a servizi fotografici in pista. Nel 1985 e 1986 segue per Rombo anche due edizioni della Parigi-Dakar documentando con articoli e fotografie l'avventura nel deserto. Tra i piloti che frequenta all'epoca ci sono tutti i più grandi campioni italiani della specialità, da Marco Lucchinelli, a Franco Uncini a Graziano Rossi.

Giornalista di F1[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1984 inizia a seguire come inviato anche le gare di Formula Uno. La sua prima trasferta è al Gran Premio di Gran Bretagna 1984 a Brands Hatch dove conoscerà l'allora debuttante pilota F1 Ayrton Senna. Sabbatini lo intervista e nasce un rapporto professionale e d'amicizia che proseguirà per tanti anni. Il 1987 è l'anno professionale più intenso: Sabbatini segue entrambi i campionati del mondo, quello del motomondiale e quello di Formula 1 alternandosi tra i due mondi e trascorrendo all'estero dietro alle corse o agli eventi sportivi oltre 200 giorni. Dal 1988 abbandona il motociclismo e si dedica unicamente al mondiale di Formula 1.

Dal Corriere della Sera alla Gazzetta dello Sport[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1989 viene assunto al Corriere della Sera e si trasferisce a Milano per curare il supplemento settimanale dedicato ai motori: Corriere Motori. Sabbatini comincia ad occuparsi soprattutto di prodotto automobilistico e di nuovi modelli di auto abbandonando lo sport. Nel 1990 però la Gazzetta dello Sport, che deve rinforzare la redazione motori, gli offre la possibilità di tornare ad occuparsi di Formula 1. Sabbatini trasloca da un piano all'altro dell'edificio di via Solferino passando dalla redazione del Corsera alla Gazzetta sotto la direzione di Candido Cannavò. Per tre anni affianca in Formula 1, come inviato, lo storico giornalista di F1 del quotidiano rosa, Pino Allievi. In quegli anni segue soprattutto le vicende Ferrari ma anche quelle del rivale delle Rosse, Ayrton Senna che in quelle stagioni domina il mondiale Formula 1. Tra i suoi articoli più importanti, quello sulla famosa finta pace fra Senna e il francese Alain Prost in sala stampa, a Monza nel 1990, disattesa poi dall'incidente al GP Giappone. Un anno dopo, a fine 1991, Sabbatini in un articolo per la Gazzetta raccoglierà le confessioni di Senna sulla vicenda in cui ammetterà la volontarietà dell'episodio.

L'investigazione sull'incidente di Senna[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992 a Sabbatini viene proposta la direzione del settimanale Rombo, che l'imprenditore bolognese Alfredo Cazzola, organizzatore del Motor Show di Bologna ha appena rilevato e vuole rilanciare. Sabbatini accetta e lascia la Gazzetta per tornare a Bologna. In tre anni rivitalizza il giornale con una formula diversa, rafforza la redazione e restituisce nuovo slancio al settimanale. Il periodo coincidevano il tragico incidente che vedrà la morte a Imola di Ayrton Senna. È proprio in quell'occasione che Rombo-Auto&Sport farà il suo scoop più grande, pubblicando la riproduzione della telemetria della Williams negli secondi determinanti dell'incidente, che permetterà di capire senza alcun dubbio come la causa della tragedia fosse dovuta ad una anomalia accaduta allo sterzo. Comprovando in questo modo la teoria della rottura del piantone dello sterzo, ipotizzata dall'altro settimanale automobilistico bolognese Autosprint. In occasione della tragedia di Senna perciò i due periodici sportivi motoristici bolognesi hanno compiuto un grandissimo lavoro di investigazione giornalistica scoprendo uno la causa dell'incidente, l'altro documentandone la dinamica e anche la causa delle ferite mortali alla testa.

Autosprint e Auto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1995 Sabbatini passa alla casa editrice Conti Editore dove si alternerà con ruoli direzionali nelle varie testate del gruppo. Inizialmente è vicedirettore di un supplemento motoristico illustrato per il quotidiano Corriere dello Sport dl nome Sprint, poi diventa vicedirettore del mensile di auto AM e nel marzo 1999 viene nominato vicedirettore di Autosprint. L'anno dopo ne diventa condirettore, poi direttore responsabile dal 2001. Nel 2003 passa alla direzione del mensile AM, un supplemento del quotidiano Corriere dello Sport. Nel 2007 gli viene affidata di nuovo la direzione del settimanale Autosprint che reggerà per quasi nove anni. In quell'epoca si trova a gestire i difficili cambiamenti nel mondo editoriale italiano provocati dalla crisi dell'editoria cartacea e dall'avvento del web, e dà vita a numerose iniziative: la nascita di supplementi dedicati ai grandi campioni automobilistici del passato, la creazione dei siti web e della versione digitale del giornale su iPad. E addirittura un'edizione digitale in lingua inglese del numero monografico di fine anno sul mondiale di Formula 1 2013. Dal 2009 al 2017 Sabbatini dirige contemporaneamente anche il mensile specializzato Auto, dove rinforza la sezione delle prove su strada strumentali.

I Caschi d'Oro[modifica | modifica wikitesto]

Tra le varie iniziative per Autosprint, Sabbatini si occupa di rivitalizzare la premiazione dei Caschi d'Oro, storica premiazione dei campioni automobilistici da parte di Autosprint inventata negli anni '60 dal padre Marcello. Sul palco dei Caschi d'Oro, sotto la direzione di Sabbatini, negli anni sfilano i più grandi protagonisti dell'automobilismo: da Raikkonen a Massa, a Kubica, ad Adrian Newey il geniale progettista della Red Bull, dai campioni del passato come Ickx, Fittipaldi, Andretti, fino al campione del mondo 2015 Nico Rosberg.

A fine 2016 Sabbatini decide per motivi personali di rallentare l'attività giornalistica lasciando la direzione attiva di entrambi i giornali. D'intesa con l'Editore, continua a svolgere il ruolo di editorialista per Autosprint sulla F1 e di Auto sui test delle nuove vetture. Coordina anche il neocostituito Centro Prove Auto, struttura che svolge ogni mese le prove strumentali delle nuove vetture da pubblicare sul mensile.

Auto dell'Anno (Coty)[modifica | modifica wikitesto]

Dal 2013 Sabbatini è membro della giuria del premio internazionale Auto dell'Anno, (in inglese Car of The Year), considerato il più importante riconoscimento internazionale assegnato nell'industria automotive. È un premio istituito da sette riviste europee (fra cui Auto per l'Italia) ed è assegnato una giuria di 60 giornalisti europei specializzati in automobilismo che ogni anno premia la migliore auto nuova lanciata sul mercato in base a molteplici caratteristiche, quali design, qualità costruttiva, tecnologia e rapporto qualità/prezzo. Sabbatini è rappresentante italiano dei giurati Coty e dal 2018 è stato eletto vicepresidente della giuria.