Utente:STANAG1874/Sandbox

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Scuola di cavalleria
Stemma della Scuola di cavalleria
Descrizione generale
Attiva15 settembre 1947 - oggi
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ServizioEsercito Italiano
TipoEnte addestrativo
RuoloAddestramento specialistico dei militari di Cavalleria. Sperimentazione di nuove dottrine e materiali
DimensioneEnte a livello di brigata
SedeCaserma "Zappalà", Lecce
MottoCon impeto e ferreo cuore oltre l'ostacolo
Anniversari30 ottobre (Battaglia di Pozzuolo del Friuli)
Dipendenza gerarchica
Comando per la formazione, specializzazione e dottrina dell'Esercito
Comandanti
ComandanteGen.B. Claudio Dei
Fonti nel corpo del testo
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La Scuola di cavalleria è l'ente addestrativo dell'Esercito Italiano deputato alla formazione specialistica degli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa dell'Arma di Cavalleria (Cavalleria di linea e Carristi) e della sperimentazione di nuove dottrine operative e materiali. Formata a seguito delle esperienze della seconda guerra mondiale come ente addestrativo per soli Carristi, attualmente dipende dal Comando per la formazione, specializzazione e dottrina dell'Esercito e ha sede a Lecce.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

A seguito delle esperienze negative dei reparti carristi del Regio Esercito italiano durante il secondo conflitto mondiale, in cui era apparsa evidente la necessità di addestrare tutto il personale da impiegare nelle unità corazzate in un'apposita scuola specialistica, il 15 settembre 1947 viene costituita presso la Caserma "d'Avanzo" di Forte Tiburtino (già "Regina Elena") la Scuola di carrismo. L'istituzione della Scuola, che sarà inaugurata il 1º ottobre successivo, segna contestualmente la ricostituzione della Specialità di fanteria carrista del neonato Esercito Italiano[1]. Con gli ufficiali, sottufficiali e militari di truppa addestrati presso l'ente si formerà nel 1948 il I Battaglione carristi su carri M4 Sherman, che sarà poi inserito nel 1º Reggimento carristi della Brigata corazzata "Ariete".

La necessità di affidare ad un singolo ente l'addestramento di tutto il personale destinato all'impiego presso i reparti corazzati e di cavalleria blindata della forza armata porta alla fusione, il 1º luglio 1951, della Scuola di carrismo con la Scuola di cavalleria blindata di Tor di Quinto, Roma, dando così vita alla nuova Scuola truppe corazzate di sede a Caserta, nella Caserma "Ferrari-Orsi". La nuova scuola ha come compiti quello di provvedere alla formazione degli ufficiali di complemento, dei sottufficiali e degli equipaggi di mezzi corazzati e all'aggiornamento dei quadri riguardo nuove dottrine e materiali corazzati e blindati in dotazione. I corsi sono rivolti al personale dei Carristi, Bersaglieri, Lagunari e Cavalleria blindata. Sotto la stessa data il Centro addestramento reclute truppe corazzate di Avellino (già 10º Centro addestramento reclute) viene posto alle dipendenze della scuola di Caserta col compito di fornire l'addestramento di base alle reclute successivamente destinate ai reparti Carristi, Bersaglieri, di Cavalleria blindata ed Artiglieria corazzata[2].

Ordinamento e sedi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2019 la Scuola di Cavalleria presentava il seguente ordinamento[3]:

  • Comando Scuola (Caserma "Zappalà")
  • Reparto comando e supporto logistico (Caserma "Zappalà")
  • Centro ippico militare "F. Caprilli" (Località Fondone)
  • Reggimento addestrativo (Caserma "Nacci")
    • Gruppo squadroni addestrativo (3 squadroni allievi)
    • Dipartimento automobilismo e simulatori
    • Dipartimento materie tecniche
    • Dipartimento RSTA
    • Dipartimento educazione fisica

Oltre alle Caserme "Zappalà" e "Nacci", la Scuola comprende l'area addestrativa di Torre Veneri, dotata di un Centro addestramento tattico di 2º livello per le esercitazioni meccanizzate e corazzate a livello di complesso tattico minore BLUEFOR (alleati) contro plotone OPFOR (nemici)[4]. Durante la fase addestrativa gli allievi sono ospitati nella Caserma "Floriani".

Stemma Araldico[modifica | modifica wikitesto]

Adottato con Decreto del presidente della Repubblica del 1998, è composto da[5]:

  • Scudo: troncato semipartito, nel primo d'oro, all'aquila di nero, allumata, rostrata, linguata, armata di rosso, caricata in cuore dallo scudetto ellittico, di rosso, alla croce d'argento; nel secondo, di rosso, al Pegaso di argento, passante, con la testa piegata verso il petto; nel terzo, tagliato di azzurro e di rosso, al carro armato d'oro, attraversante, rivoltato, cimato dal drago di verde, allumato di rosso, di fronte, con la testa rivolta, in parte nascosto dalla torretta, con le zampe poste a destra e a sinistra della torretta stessa, con le ali aperte, l'ala sinistra attraversante, esso drago vomitante la fiamma di rosso caricante l'ala sinistra.
  • Corona turrita
  • Ornamenti: lista bifida d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto: "CON IMPETO E FERREO CUORE OLTRE L'OSTACOLO".

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

Decorazioni allo Stendardo dell'Arma di cavalleria[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ottobre 1998 la neonata Scuola di cavalleria e delle truppe corazzate riceve dalla soppressa Scuola di cavalleria di Montelibretti la Bandiera dell'Arma di cavalleria, che viene cambiata con lo Stendardo durante la cerimonia tenuta a Pinerolo il 3 ottobre 1999. Lo Stendardo è decorato di[6]:

Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«In terra d'Africa rinnovava le sue gloriose secolari tradizioni, a cavallo, sui carri veloci, sugli automezzi; ammirevole sempre per audacia e tenacia, seppe ovunque, fedele al suo motto, gittare l'anima oltre ogni ostacolo, dando alla Patria il fremito della travolgente vittoria (Guerra Italo-Etiopica, 3 ottobre 1935 - 5 maggio 1936).»
— Regio decreto 27 gennaio 1937
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In quarantuno mesi di guerra diede mirabile esempio di abnegazione e di sacrificio, prodigandosi nei vari campi della cruenta lotta. Rinnovò, a cavallo, i fasti della sua più nobile tradizione: emulò, appiedata, fanti, artiglieri e bombardieri; fornì, pei duri cimenti dell'aria, piloti di rara perizia e singolare eroismo (maggio 1915 - novembre 1918).»
— Regio decreto 17 settembre 1933

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gli autoveicoli da combattimento dell'Esercito Italiano, Volume Terzo (1945-1955), p. 230
  2. ^ Gli autoveicoli da combattimento dell'Esercito Italiano, Volume Terzo (1945-1955), pp. 50-51
  3. ^ Francesca Cannataro, ESCLUSIVA. Reportage Scuola di Cavalleria, “Con Impeto e Ferreo Cuore Oltre l’ostacolo”. Alla scoperta della Scuola., su reportdifesa.it. URL consultato il 19 agosto 2020.
  4. ^ I Centri di Addestramento Tattico, su esercito.difesa.it. URL consultato il 20 agosto 2020.
  5. ^ Scuola di Cavalleria - Lo Stemma, su esercito.difesa.it. URL consultato il 19 agosto 2020.
  6. ^ Arma di Cavalleria - Il Medagliere, su esercito.difesa.it. URL consultato il 20 agosto 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianfranco Gasperini e Alberto Scotti (a cura di), L'Esercito e le sue scuole, Stato Maggiore dell'Esercito, 1995, ISBN non esistente.
  • Nicola Pignato e Filippo Cappellano, Gli autoveicoli da combattimento dell'Esercito Italiano, Volume Terzo (1945-1955), Stato Maggiore dell'Esercito, 2007, ISBN 88-87940-77-0.
  • Nicola Pignato e Filippo Cappellano, Gli autoveicoli da combattimento dell'Esercito Italiano, Volume Quarto (1956-1975), Stato Maggiore dell'Esercito, 2010, ISBN 978-88-96260-05-0.