Utente:Pufui PcPifpef/Bozze/Duomo di Grosseto

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Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

La facciata

L'esterno della cattedrale è caratterizzato dalla facciata, rivolta ad occidente. Il prospetto, la cui costruzione iniziò in epoca romanica, venne terminato tra il 1338 e il 1340; successivamente subì una serie di modifiche che ne alterarono la conformazione, tra cui quella del 1540 ad opera di Anton Maria Lari. Tra il 1840 e il 1845 venne effettuato un primo intervento di ricostruzione volti a recuperare la fisionomia originaria della facciata, cui seguirono altri sotto la direzione, a partire dal 1862, di Gaetano Niccoli.[1]

La facciata è a salienti e rispecchia il gusto di matrice romantica per la bicromia bianco-rossa (con marmo rosso di Caldana) e per le forme goticheggianti che hanno orientato i rifacimenti ottocenteschi. Nella parte inferiore, in stile romanico, si aprono tre portali strombati posti in corrispondenza delle navate interne; ciascuno di essi è sormontato da una lunetta ad arco a tutto sesto ed è decorato con bassorilievi marmorei del XIX secolo, realizzati da Angelo Marucelli. L'architrave del portale maggiore è invece opera di Giuseppe Spedolo e riproduce lo schema di quello precedente (rimosso nel 1833 perché pericolante), con nove formelle raffiguranti Cristo (al centro) e i Profeti (ai lati).[2] In corrispondenza dei quattro salienti, lungo un cornicione, vi sono delle sculture del XIV secolo raffiguranti i quattro simboli del tetramorfo: da sinistra, un Santo (probabilmente in origine destinato ad un altro luogo), il Leone, il Bue e l'Aquila.[3]

Al di sopra dei portali, corre una loggia in stile gotico, rifacimento ottocentesco dell'originale trecentesco; questa è posta su un piano orizzontale in corrispondenza della navata centrale, mentre lateralmente segue il profilo degli spioventi del tetto. La galleria si apre sull'esterno con una serie di archetti a sesto acuto poggianti su colonnine con capitelli scolpiti, in parte originari. In corrispondenza delle estremità della loggia, vi sono due lanternini marmorei cinquecenteschi, realizzati su progetto di Anton Maria Lari con scopo puramente decorativo. Nella parte superiore della facciata, vi è il rosone circolare, realizzato nel 1816 da Piero Ferroni con un ampio riutilizzo del materiale originario superstite, particolarmente per la cornice; in marmo di Montino, presenta al centro la figura di Cristo benedicente.[4]

Fiancata meridionale[modifica | modifica wikitesto]

La fiancata meridionale

Il lato destro meridionale, che prospetta su Piazza Dante, fu probabilmente progettato sempre da Sozzo Rustichini, che fece realizzare le due finestre gotiche a bifora. La decorazione scultorea del portale laterale e delle finestre e la statua di san Lorenzo tra di esse furono opera della bottega di Agostino di Giovanni e del figlio di questi, Giovanni d'Agostino, tra il 1320 e il 1340. La parte superiore del portale, con il bassorilievo della Vergine nella lunetta e le due statue che lo fiancheggiano, si deve ad un intervento del 1897 dello scultore Leopoldo Maccari. Tutto il fianco destro dell’edificio, più che restaurato, fu parzialmente inventato integrando però le pre-esistenze medievali, su progetto del fiorentino Giuseppe Castellucci o del senese Giuseppe Partini. Nella fascia superiore è stata realizzata dall'artista Arnaldo Mazzanti una grande meridiana ad affresco realizzata nel 1983. Sull'angolo destro della facciata è collocata la Colonna romana, sormontata da un capitello corinzio composito, usata nel medioevo per l'affissione dei bandi

Fiancata settentrionale e campanile[modifica | modifica wikitesto]

La fiancata settentrionale, posta lungo piazza Papa Innocenzo II,

Il campanile fu innalzato sul fianco sinistro settentrionale solo nel 1402, mentre la scala interna venne realizzata nel 1611. Nel 1911 venne rimaneggiato, trasformando le finestre ad arco in bifore e trifore, e rialzato. Vi sono murati frammenti scultorei della originale decorazione gotica della chiesa.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Interno

All'interno la cattedrale presenta una pianta a croce latina, a tre navate suddivise da pilastri e coperte da volte a crociera su sei pilastri cruciformi per lato e con abside semicircolare nella quale si aprono tre absidi minori, assumendo una pianta trilobata. La planimetria dell'edificio, a croce latina, si deve probabilmente al rinnovamento eseguito nel 1540 dall'architetto senese Anton Maria Lari, aggiornato stilisticamente, dopo le modificazioni barocche, tra il 1858 e il 1865.

L'aspetto attuale della navata centrale è frutto dei rimaneggiamenti cinquecenteschi e ottocenteschi. Tra il 1592 e il 1662 fu realizzata la copertura a volta precedentemente costituita da un tetto a capriate lignee. I restauri ottocenteschi, ad opera dell'architetto Fabio Nuti, videro la realizzazione di un bassa cupola all'incrocio del transetto, decorata da dipinti neoclassici e la realizzazione del rivestimento in pietra a fasce contrastanti dei pilastri e degli archi. Furono inoltre eliminati gli altari barocchi che si trovavano lungo le pareti delle navate laterali.

In controfacciata, il portale maggiore è sormontato da una lunetta decorata con un bassorilievo gotico raffigurante Gesù benedicente entro una mandorla, adorato da quattro angeli, risalente alla fine del XIV secolo; alla base dell'arco, due Leoni accovacciati marmorei, analoghi a quelli del portale centrale della cattedrale di Santa Maria Assunta a Siena, attribuiti a Marco Romano.[5] Al di sotto del rosone, vi è una copia del Crocifisso ligneo del XIV secolo custodito nella chiesa di San Niccolò a Montepescali e collocato nella medesima posizione occupata dall'originale fino alla fine degli anni 1990.[6]

L'abside sul fondo era stata rimaneggiata nel XV secolo in forma poligonale, aprendovi un coro e due cappelle radiali e dopo i restauri cinquecenteschi era restata incompleta. Nel XVII secolo venne sistemata nell'attuale forma semicircolare, con accesso alla nuova sacrestia. Nell'abside si trova una tela del Rustici rappresentante i SS. Carlo Borromeo e Lorenzo adoranti il Nome di Gesù

Nel 1649 venne realizzato l'altare maggiore, rivestito in marmi colorati, il cui disegno è attribuibile a Tommaso Redi oppure ad Andrea Betti, il quale venne completato dal ciborio nel 1692, ad opera di Giovanni Antonio e Francesco Mazzuoli. Originariamente il coronamento era costituito da un timpano spezzato, al centro del quale trovava luogo un bassorilievo di Redi raffigurante Dio Padre Benedicente; l'attuale conformazione risale ai restauri del 1859-1865, con timpano continuo sormontato da una croce.[7]

Nella cappella della Madonna delle Grazie, nel braccio sinistro del transetto, è ospitato il dipinto raffigurante la Vergine Assunta con angeli, realizzato intorno al 1470 dal pittore Matteo di Giovanni, probabilmente parte centrale di un'originale tavola più ampia. Al dipinto, molto venerato, venne aggiunta nel 1759 la corona della Vergine. In origine la tavola era collocata in una cappella della zona absidale, al di sopra di un altare della stessa epoca, opera di Antonio Ghini. In seguito ai restauri cinquecenteschi venne spostato sulla parete della navata sinistra, e nel 1709 nella attuale cappella, su un nuovo altare, eseguito da Giovanni Antonio Mazzuoli su progetto del fiorentino Giovan Battista Foggini, che integrava la sola edicola dell'opera quattrocentesca. Nei restauri ottocenteschi il nuovo altare venne smontato e perse gran parte delle decorazioni scultoree. Tra il 1765 e il 1782, il senese Giacomo Bonechi realizzò per questo altare un paliotto mobile in argento e rame dorato, riccamente decorato a rilievo, il quale viene posto saltuariamente sulla parte anteriore del moderno altare maggiore.[8]


Nel braccio destro del transetto si trova la cappella del Crocifisso, costruita alla metà dell'Ottocento. Ospita un pregevole Crocifisso ligneo della seconda metà del XV secolo, forse attribuibile al Vecchietta. In origine anche quest'opera era collocata in una cappella dell'area absidale. L'altare fu eseguito ad imitazione di quello della Madonna delle Grazie nel 1857, dallo scultore Domenico Iardella di Lucca.

Sulla controfacciata, al di sopra del portale centrale, si conserva una lunetta scolpita con il Cristo in una mandorla sorretta da angeli, e i due leoni stilofori, attribuiti alla bottega Giovanni d'Agostino. Le vetrate delle finestre sono opera di Girolamo di Benvenuto (intorno al 1470). Nella navata centrale è un'acquasantiera riccamente decorata, che assembla un fusto datato al 1506 dall'iscrizione del donatore, Gerolamo Vantaggioli, e una vasca decorata da ghirllande e putti all'esterno e da una ricca fauna acquatica all'interno, forse attribuibile alla bottega di Antonio Federighi. Nella navata sinistra è ospitato il fonte battesimale, opera di Antonio Ghini (autore anche dell'altare della Madonna delle Grazie, 1470-1474). Nell'antisacrestia è un ciborio marmoreo del 1500, proveniente da Castiglione della Pescaia.

Nella cattedrale si trova l'organo a canne Mascioni opus 775, costruito nel 1959; originariamente su due manuali, nel corso di un importante intervento di restauro operato dalla ditta costruttrice nel 2004, i registri sono stati redistribuiti su tre manuali. Il materiale fonico si articola in tre corpi, due su cantorie contrapposte ai lati del coro e uno entro nicchia sopraelevata nella cappella alla destra del presbiterio. L'organo è a trasmissione elettrica e dispone di 27 registri.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cattedrale di S.Lorenzo - La facciata occidentale, su atlante.chelliana.it. URL consultato il 15 novembre 2015.
  2. ^ Cattedrale di S.Lorenzo - L'architrave del portale, su atlante.chelliana.it. URL consultato il 15 novembre 2015.
  3. ^ C. Gnoni Mavarelli, L. Martini (a cura di), p. 29.
  4. ^ Il rosone, il ballatoio, i lanternini, su atlante.chelliana.it. URL consultato il 15 novembre 2015.
  5. ^ C. Gnoni Mavarelli, L. Martini (a cura di), pp. 39-41.
  6. ^ La controfacciata, su atlante.chelliana.it. URL consultato il 21 marzo 2016.
  7. ^ Area presbiterale, su atlante.chelliana.it. URL consultato il 21 marzo 2016.
  8. ^ C. Gnoni Mavarelli, L. Martini (a cura di), p. 70.
  9. ^ Elenco organi Mascioni, su mascioni-organs.com. URL consultato il 15 novembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Cristina Gnoni Mavarelli, Laura Martini (a cura di), La Cattedrale di San Lorenzo a Grosseto: arte e storia dal XIII al XIX secolo, Cinisello Balsamo, Silvana, 1996.