Utente:Mattepagu/The Formula of the Classical Detective Story

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The Formula of the Classical Detective Story

Nel saggio, John G. Cawelti delinea i caratteri essenziali della detective story classica così come si è sviluppata a partire dalla metà del XIX secolo, in particolare dai racconti Edgar Allan Poe di Arthur Conan Doyle.

La detective story classica inizia con un crimine non risolto e procede verso la spiegazione del mistero. Poe definisce due maggiori tipi di crimine sui quali si basa questo tipo di letteratura: l’omicidio, spesso con implicazioni sessuali o grottesche, e il crimine associato all'intrigo politico. Il crimine, seppur grave, spesso non è centrale nella vicenda: gli autori di questi romanzi fanno sì che i personaggi principali vivano i crimini in modo distaccato per non distogliere l’attenzione dall'investigazione.[senza fonte]

Pattern d'azione

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Il pattern d'azione della detective story classica è lo schema di azioni che compongono la trama di un racconto poliziesco. Il pattern d'azione si suddivide in: introduzione del detective, crimine e indizi, investigazione, annuncio della soluzione, spiegazione della soluzione ed epilogo. Queste azioni possono coincidere tra loro e seguire un ordine diverso, ma sono elementi necessari allo sviluppo narrativo della storia.[senza fonte]

Introduzione del detective

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Spesso il lettore prende confidenza con la figura del detective vedendolo all'opera nella risoluzione di un caso minore in cui dimostra le sue prodigiose abilità, come accade per August Dupin in I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe.[senza fonte]

In La lettera rubata, sempre di Poe, lo scrittore presenta un secondo modo di introdurre il detective: un evento improvviso che disturba la quiete dell'investigatore e della collettività[1]. In questo caso, il crimine pregiudica l’ordine della società e deve essere risolto per ristabilirne l’armonia.

Nei due racconti di Poe viene mostrato un detective distaccato: la mente di Dupin rimane un mistero grazie ad un narratore il cui punto di vista coincide con quello di un suo amico, un suo assistente, molto meno brillante di lui ma vicino abbastanza da seguire la vicenda. L’espediente del narratore anonimo di Poe, ripreso da Conan Doyle con il personaggio del Dottor Watson, diventerà poi un elemento ricorrente della detective story classica. Questo punto di vista è funzionale a vari aspetti strutturali: il lettore può essere fuorviato e tenuto così lontano dalla prematura risoluzione del crimine dal momento che non partecipa al processo mentale del detective, il quale da subito sembra intuire la giusta strada di investigazione. Il momento della soluzione del crimine avviene dopo un climax drammatico e sorprendente in quanto non permette al lettore, il quale si immedesima nel dottor Watson, con i suoi sospetti, simpatie e antipatie, un'identificazione con il detective, le cui intuizioni rimangono celate fino a questo istante.[senza fonte]

In La pietra di Luna di Wilkie Collins emerge un altro espediente narrativo: la storia è presentata dal punto di vista di più personaggi. La problematica di questo tipo di narrazione è dovuta alla frammentazione dell’investigazione e del ruolo del detective.

Crimine, indizi e investigazione

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Il secondo elemento nello schema d’azione di una detective story è il crimine. Inizialmente in Conan Doyle e Poe il crimine segue l’introduzione del detective, tuttavia, successivamente, gli scrittori iniziano a invertire le due fasi per dare più enfasi al puzzle del crimine rispetto al personaggio del detective. Il crimine deve essere circondato da indizi ma allo stesso tempo deve sembrare irrisolvibile. Un esempio di questo paradosso è presente nel racconto La lettera rubata: il lettore ha prove tangibili che il Ministro D. ha rubato la lettera ma prove altrettanto evidenti che lui non ne è più in possesso: il caso sembra non trovare risoluzione. Per quanto riguarda I delitti della Rue Morgue, gli indizi sono tanto lampanti quanto oscuri, ma non c’è un paradosso e la soluzione per Cawelti appare meno soddisfacente.

La sezione del crimine e degli indizi in Poe [dove?]è seguita da una sequela di testimonianze, sospettati e false soluzioni che vengono presentate al lettore. In I delitti della Rue Morgue questa sezione è breve e mostra due convenzioni proprie del genere: la successione di testimoni presentata in maniera quasi documentaristica e la “falsa pista”, che nel racconto di Poe prende forma con il personaggio di Adolphe Le Bon. In La lettera rubata la sezione, seppur non più estesa, presenta una combinazione di elementi strutturali ed emozionali più chiara: è presente più trasporto emotivo nel rischio - personale e politico - che corre la regina, e ciò ha un impatto maggiore rispetto all'oscuro fato di Adolphe Le Bon. Sebbene questa sezione sembrerebbe chiarire meglio l’accaduto, in realtà confonde ulteriormente le idee; da qui il ruolo del detective, con la sua intelligenza trascendentale, essenziale per la risoluzione del puzzle.[senza fonte]

Annuncio e spiegazione della soluzione

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L’annuncio della soluzione del crimine è spesso più importante dell’effettivo arresto o punizione del criminale. Nel momento in cui il detective apre gli occhi al lettore svelando la soluzione del caso, quest'ultimo può finalmente cambiare prospettiva e analizzare la situazione dal suo punto di vista.[senza fonte]

La spiegazione è una sezione fondamentale in quanto consente al lettore di mettere finalmente in ordine i pezzi del puzzle. Le migliori detective stories sono quelle in cui il lettore arriva alla soluzione solo dopo l'acuta spiegazione del detective: se infatti il lettore risolvesse il caso prima del detective perderebbe interesse nella storia. Questo rischio permane però anche nel caso in cui la soluzione appaia fin troppo sorprendente e surreale, poiché il lettore si sente in questo caso come ingannato dallo scrittore. La soluzione del crimine è quindi soddisfacente quando si fa notare al lettore un altro modo di vedere le cose.[senza fonte]

Nella maggior parte dei casi l’epilogo è unito alla sezione precedente, come ad esempio nelle storie di Nero Wolfe. Nella variante offerta da I delitti della Rue Morgue invece i due momenti sono separati: l’epilogo in questo caso ha lo scopo di rafforzare la soluzione e le spiegazioni del detective piuttosto che creare un momento di suspense. In generale, la tendenza che prevale nello strutturare quest’ultima sezione della storia è quella di mantenerla abbastanza breve da non permettere al lettore di concentrare la propria attenzione sul criminale a discapito del detective.

Personaggi e relazioni

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Cawelti individua quattro principali ruoli nella detective story classica: la vittima, il criminale, il detective e qualcuno minacciato dal crimine ma incapace di risolverlo.

Il ruolo della vittima è un punto delicato per lo scrittore, perché vi è il rischio di creare pathos ed empatia per la sua sorte togliendo il focus dall'investigazione. Ne I delitti della Rue Morgue, Poe utilizza alcuni espedienti che diventeranno ricorrenti nella caratterizzazione di questo personaggio, infatti lo rende ordinario, oscuro e lo condanna a una fine grottesca. Il lettore, dunque, non è indotto a provare empatia verso di esso, mantenendo invece il suo interesse rivolto alla risoluzione dell'enigma.

Neanche la figura del criminale deve essere particolarmente approfondita: come nel caso della vittima, il movente del crimine e la complessità umana rischierebbero di compromettere l'efficacia della storia. Il criminale può essere interessante e caratterizzato, ma comunque indiscutibilmente cattivo. Per esempio, le figure del ministro D. e del Professor Moriarty sembrerebbero complementari a quelle dei detective Dupin e Holmes, quasi i primi lo specchio dei secondi, ma sempre eticamente ben distinti.

Il detective è il ruolo più importante. Poe ha delineato il personaggio di Dupin come aristocratico, eccentrico, brillante, la sintesi dello sguardo intuitivo di un poeta e del potere del ragionamento induttivo di uno scienziato. Il detective rimane distaccato dalla società e dall'ordinaria esperienza umana, acquisendo un aspetto di superiorità psicologica e morale. L'evoluzione del detective segna il superamento di una narrativa freudiana[2], di cui il genere gotico era infuso e su cui Cawelti si soffermerà maggiormente nella sezione dedicata al background della formula.

Il quarto gruppo di personaggi è composto da persone coinvolte nel crimine che però non riescono a risolverlo. Questo gruppo include tre principali tipologie: il narratore di Poe, ovvero l’amico o l’assistente del detective, i membri inefficienti della polizia e infine i sospettati, ovvero persone innocenti ma sospettabili che necessitano del detective per essere scagionate dalle accuse. Questo quarto gruppo di personaggi rappresenta la classe media, in cui il lettore dell'epoca si riflette e la cui sicurezza è interrotta dal disordine del crimine.

Ambientazione

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Entrambe le storie di Poe sono ambientate in luoghi isolati dal resto del mondo. Siamo consapevoli del caos del mondo, tuttavia è difficile che questo fattore penetri nella storia, perché distoglierebbe l’attenzione dalla trama. L’ambiente (scena del crimine o studio del detective) deve essere limitato per avere un controllo maggiore dei personaggi coinvolti nel crimine, e per dare un’idea più enfatizzata di un equilibrio che viene spezzato.

Background culturale

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In questa sezione del saggio[quale sezione?] Cawelti si concentra sulla relazione tra le caratteristiche proprie della formula e il periodo storico in cui è fiorita, ovvero la fine del XIX secolo. In questo periodo va affermandosi in Europa una borghesia che basa la propria visione del mondo su valori economico-sociali di matrice capitalistica e protestante, i quali vanno a sostituire quelli delle decadenti autorità tradizionali sia sociali che spirituali. Questi cambiamenti si riflettono secondo l’autore in uno dei generi più significativi del periodo: il gotico. Personaggi come il monaco corrotto o il signore decadente sono per i lettori della classe media fonte di repulsione a causa del sentimento di ribellione provato nei confronti delle antiche gerarchie, ma allo stesso tempo ancora fonte di attrazione. Cawelti rileva però una perdita di interesse nei confronti di questi personaggi in favore di temi più moderni e innovativi. La svolta più importante, e anche più significativa per quanto riguarda la formula della detective story, viene riscontrata all’interno del racconto La caduta della casa degli Usher (1839) di Edgar A. Poe. Innanzi tutto, mediante lo spostamento del punto di vista da quello della vittima confusa e allucinata a quello di un osservatore esterno, Poe attua una trasformazione sotto il profilo estetico dando al racconto un’alta formalizzazione. In secondo luogo elimina il conflitto esterno con un villain fisico spostandolo nella dimensione immateriale della mente del protagonista. Il senso di colpa che invade Roderick Usher e che spinge il suo inconscio ad agire anche sulla realtà materiale, è un riverbero della situazione in cui si trova classe media europea di fine secolo. L’emergere politico delle classi povere (un tempo guidate contro l’aristocrazia dagli stessi borghesi) sotto la bandiera del socialismo, gli impulsi sessuali in conflitto con l’ideale della cerchia familiare e la severa educazione ricevuta sin da piccoli a sempre più alti standard di successo e all’individualismo (la domanda interiore di successo non è mai soddisfatta) sono da esso considerate le radici di un senso di colpa nascosto e diffuso all’interno del ceto medio. Se si osservano attentamente le caratteristiche tipiche della detective story classica si può quindi supporre che esista un legame con questo senso di colpa. La formalizzazione, la trasformazione del crimine in un puzzle e un gioco (pratica inaugurata da Poe), la sua localizzazione all’interno di una cerchia familiare (tipica del genere da Conan Doyle in poi) e le peculiarità del detective (diretta evoluzione di Roderick Usher, si immerge nelle profondità più recondite della mente e grazie alle sue capacità induttive isola un unico individuo colpevole) concorrono secondo Cawelti ad una liberazione temporanea dal senso di colpa, esonerando la società dal peso di un rimorso collettivo.

  1. ^ espediente perfezionato poi da Arthur Conan Doyle con il suo personaggio Sherlock Holmes.
  2. ^ nonostante se ne mantenga il metodo investigativo che, come John G. Cawelti fa notare, ha molte affinità con il processo di interpretazione dei sogni descritto da S. Freud ne L'interpretazione dei Sogni.
  • Adventure, Mystery, and Romance: Formula Stories as Art and Popular Culture (1976). Chicago: University of Chicago Press, ISBN 0226098672.

Voci correlate

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