Utente:Giaccai/Sandbox/Kienerk

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Vittoria Kienerk (Firenze, 11 gennaio 1920Pisa, 4 marzo 2013) è stata una storica dell'arte, scrittrice e insegnante italiana, fondatrice del Museo civico Giorgio Kienerk di Fauglia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia unica dell’artista Giorgio Kienerk e di Margherita Marcacci, due toscani che si conoscono a Pavia, trascorre l’infanzia e la prima giovinezza nella città lombarda, dove il padre, pittore, scultore e illustratore, dal 1905 ricopre l’incarico di direttore della Civica Scuola di Pittura. Pavia resterà sempre nel suo cuore, mantenendo vivi i contatti con la sua città[1].cuore di Vittoria,e manterrà vivi i conta che, durante la sua lunga esistenza, manterrà vivi i contatti con la città che la vide bambina e protagonista di quell’età favolosa, che da ottuagenaria ha rievocato in Spazi d’inverno (2000). (1) Sin dalla nascita, trascorre i mesi estivi e il primo autunno nella casa di Poggio alla Farnia a Fauglia, che il nonno Arturo Marcacci, professore di fisiologia all’Università di Pavia(>https://www.treccani.it/enciclopedia/arturo-marcacci_%28Dizionario-Biografico%29/) grande amico di Giorgio Kienerk, ha acquistato nel 1912 da Albertina Palau. Dal 1919, anno del matrimonio di Giorgio e Margherita, Fauglia che rappresenta per la famiglia il miraggio dell’estate la distensione e il riposo generosamente elargito dalle solatie colline pisane. Per l’artista, dopo i mesi invernali trascorsi nelle fredde nebbie pavesi senza dipingere, dato che la gestione della Scuola di Pittura richiede tutto il suo tempo, Fauglia rappresenterà anche il piacere di riprendere dove il padre riprende i pennelli per dipingere la campagna intorno a casa e in cui la figlia sarà, nello scorrere degli anni, la sua piccola musa campestre.

Nel 1936, al ritorno della famiglia a Firenze, frequenta il Liceo classico Michelangelo e consegue la maturità tra i primi della classe (preceduta solo dalla carissima amica e già allora promettente poetessa , Margherita Guidacci e dal compagno di studi, futuro critico letterario, Domenico De Robertis. Nel novembre 1943 si laurea a Firenze in storia dell’arte medievale sotto la guida dello storico dell’arte Mario Salmi, con una tesi sull'archivolto della porta della Pescheria del Duomo di Modena.

Si dedica all'insegnamento della storia dell'arte ed entra nel mondo della scrittura e dell’editoria, specializzandosi non solo in novelle e racconti brevi sui grandi temi dell’arte, destinati ai ragazzi ma anche BREVE ACCENNO AI SUOI INTERESSi ..... Si spenge a 93 anni dopo una breve malattia.

Attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

Vivace, fantasiosa, autonoma, attiva ed anche energica, Vittoria vive gli anni fiorentini della giovinezza con grande entusiasmo e positività. Nei primi anni Quaranta svolge anche attività sportiva partecipando ai littoriali di atletica (ci sono delle foto).

Alla fine della guerra, insieme all’insegnamento che esercita per mantenersi, entra nel mondo della scrittura e dell’editoria, specializzandosi in novelle e racconti brevi sui grandi temi dell’arte, destinati ai ragazzi: un genere letterario nuovo e inesplorato, propedeutico ad avvicinare le giovani generazioni all’arte italiana della tradizione. Dal giugno del 1946 le sue garbate e spigliate “novelline sull’arte”[2], così le definisce l’autrice, sono pubblicate su “La Settimana dei Ragazzi”, periodico fondato da Laura Orvieto , moglie del noto poeta Angelo Orvieto, e illustrato da artisti come Piero Bernardini, Giancarlo Bartolini Salimbeni, Vinicio Berti, Gastone Rossini, Fiorenzo Faorzi. Vittoria ha l’opportunità di conoscere Laura Orvieto per il tramite della vecchia amica di famiglia (sia del nonno Marcacci, sia del padre Giorgio), Albertina Palau (1873-1960), traduttrice e romanziera, che in Vittoria, oltre alla conoscenza approfondita dell’arte, ravvisa l’attitudine alla narrativa e una briosa dimensione inventiva e affabulatoria Fino al 1949 pubblicherà i suoi racconti sull’arte ne “La Settimana dei Ragazzi”, ne “Il Corriere dei Ragazzi” diretto da Giuseppe Fanciulli[3] RIPETUTA LA NOTA ma necessario indicare le pagine del testo di VITTORIA (tutte le notizie sono date da Vittoria nel suo testo riportato nel volume della storia della Biblioteca dei miei ragazzi)

Su suggerimento di Albertina Palau, sperimenta anche il romanzo. Sul finire degli anni Quaranta, si dedica alla stesura de I figli del “San Giorgio”, il suo primo romanzo pubblicato nel 1951 da Adriano Salani Editore. Sempre per Salani, traduce dal francese Les Robinson de la montagne (romanzo per ragazzi di André Bruyère, pseudonimo di Claire Edmond Ducos) uscito a puntate nella celebre rivista per giovanette La Semaine de Susette[4] dal titolo italiano La squadra dei sei (numero 97 della Biblioteca dei Miei Ragazzi, 1954). Sempre per Salani cura un’edizione ridotta del best-seller internazionale Il giardino di Allah (1904) di Robert Hichens.

Intanto la casa editrice Vallecchi, per Fontelucente, collana per ragazzi diretta da Piero Bargellini, pubblica altri tre romanzi di Vittoria, nel 1951 Il maestro dei pittori (Giotto), due anni dopo Il grande picchiapietre (Donatello), infine Il gigante dell’arte (Michelangelo) nel 1958.

Insegnamento[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte del padre nel 1948, decide di passare all'insegnamento, dato che l'attività letteraria nella quale pure ottiene riconoscimenti non le consente di mantenersi. Dall’ottobre del 1953 e nel 1954 insegna storia dell’arte nel liceo Gian Battista Vico di Napoli, città dove si trasferisce con la madre. Nel 1955 si stabilisce a Pisa[5]dove insegna nel Liceo Classico Galileo Galilei fino al 1985, quando raggiunge l’età della pensione. In questi decenni si dedicherà con appassionato impegno e capacità didattica a trasmettere metodi di studio, competenze ed entusiasmo per la storia dell’arte a generazioni di allievi che ne conservano, tutti, un ricordo indelebile[6].ACCERTARSI CHE LE PAGINE CITATE SIANO TUTTE RIFERITE AI RICORDI E APPREZZAMENTO DAGLI STUDENTI

L’insegnamento non le impedisce di dedicarsi alla scrittura per avvicinare e educare i giovani lettori al patrimonio artistico europeo, raccontando aneddoti e facendo loro vivere la giornata quotidiana dell’epoca. La casa editrice La Scuola di Brescia seleziona alcuni suoi racconti sull’arte apparsi nei periodici per ragazzi negli anni Quaranta e li ripubblica in Un bambino e un artista (1962). In seguito stamperà altri due scritti di Vittoria, riccamente illustrati: Un ragazzo nel mondo dell’arte (1966) e Viaggio in Europa. I segreti dell’arte (1977). Negli stessi anni, Vittoria e l’amica e collega Pina Ciotti Marzi mettono a frutto le loro competenze sull’arte occidentale, elaborando ottimi testi di storia dell’arte per i licei editi da Sandron di Firenze. Nel 1967 esce Introduzione didattica allo studio dell’arte, e nel 1973 Storia dell’arte in prospettiva europea, con riferimenti interdisciplinari, volume che sarà ristampato più volte.

Museo Giorgio Kienerk[modifica | modifica wikitesto]

Notando che il padre Giorgio è assente nella mostra curata da Carlo Ludovico Ragghianti, Arte moderna in Italia. 1915 – 1935 allestita a Firenze nel Palazzo Strozzi nel 1967, si attiva per valorizzarlo e per dargli un’adeguata collocazione nel contesto artistico italiano a cavallo tra Otto e Novecento. Si adopera per realizzare la prima mostra monografica di Giorgio Kienerk curata da Dario Durbè e Franco Russoli, allestita all’Accademia delle arti del disegno nel 1970 e per promuovere quella organizzata nelle sale del Castello Visconteo di Pavia (1997), dove sono conservate diverse opere dell’artista, tra cui il ragguardevole trittico simbolista L’enigma umano (1900). Promuove anche la mostra bolognese dedicata a Giorgio Kienerk scultore, curata da Carla Bernardini nel 2004. (questi cataloghi vanno messi nella bibliografia?)

Qualche anno dopo il suo pensionamento, si trasferisce definitivamente nel comune di Fauglia e dona l’intera collezione delle opere paterne, i documenti e gli strumenti dell’artista alla comunità faugliese. Viene così realizzato con contributi pubblici statali e privati, senza pesare sulle casse dell’Amministrazione Comunale, il Museo Comunale Giorgio Kienerk[7], allestito nelle vecchie prigioni cittadine e inaugurato nel settembre del 2008.

Per l’occasione dell’apertura del Museo, parteciperà alla stesura del catalogo del Museo[8] in cui figura il suo testo Il babbo e la bambina[9], pubblicherà il libro illustrato per l’infanzia Cinque bambine, raccontando il Museo e, prendendo spunto da alcuni dipinti lì esposti che la ritraggono bambina, rievoca la sua infanzia accanto al pittore nella campagna faugliese[10].

Negli ultimi anni di vita Vittoria perfeziona - recandosi a Pavia e accordandosi con l’amica soroptimista pavese Luisa Erba - la donazione al Museo per la Storia dell’Università di Pavia delle numerose carte, diari, lettere, appunti e libri di medicina scritti dal nonno Arturo Marcacci, donazione realizzata post mortem, il 23 novembre 2016.

Altre attività[modifica | modifica wikitesto]

Socia molto attiva dell’ANISMA (associazione degli insegnanti di Storia dell’arte), è stata segretaria della sezione pisana di Italia Nostra e nel 1967 è socia fondatrice e Presidente del club Soroptimist di Pisa. E' stata anche assessora alla cultura del Comune di Fauglia dal 1967 al 1973. NOTA

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 2010 è insignita dal Comune di Pisa del titolo di “Pisana di Adozione”. NOTA
  • E’ stata ispettrice onoraria della Soprintendenza ai Monumenti di Pisa, è stata membro di numerosi comitati scientifici di esposizioni di macchiaioli e di postamacchiaioli. NOTA
  • 11 gennaio 2015 nel Teatro Comunale di Fauglia, un incontro “Omaggio a Vittoria Kienerk” NOTA

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Annunciazione di Ghizzano, in Belle Arti, vol. 1, 1, settembre-ottobre, 1946.
  • I figli del 'San Giorgio', Firenze, Salani, 1951.
  • Il grande picchiapietre: Donatello, Firenze, Vallecchi, 1953.
  • Il maestro dei pittori: Giotto, Firenze, Vallecchi, 1954.
  • Il gigante dell'arte: Michelangiolo, Firenze, Vallecchi, 1958.
  • Un bambino e un artista, Brescia, La Scuola, 1962.
  • Un ragazzo nel mondo dell'arte, Brescia, La Scuola, 1966.
  • Viaggio in Europa: i segreti dell'arte, Brescia, La Scuola, 1977.
  • Spazi d'inverno, Livorno, Erasmus, 2000.
  • Vittoria Kienerk, Il babbo e la bambina, in Museo Giorgio Kienerk, Pisa, Pacini, 2008, pp. 47-48.
  • Giovanna Bacci di Capaci e Vittoria Kienerk, Giorgio Kienerk un artista tra Toscana e Europa, Bientina, La grafica pisana, 2013, ISBN 978-88-97732-09-9.
  • Il tuo canto che sa d'estate: cinque inediti di Margherita Guidacci proposti da Vittoria Kienerk, in Caffé Michelangiolo, vol. XVI/XVII, n. 3/1, 2011-2012.

Manuali scolastici[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittoria Kienerk e Pina Ciotti Marzi, Introduzione didattica allo studio dell'arte, Firenze, Sandron, 1967.
  • Vittoria Kienerk e Pina Ciotti Marzi, Storia dell'arte in prospettiva europea con riferimenti interdisciplinari, Firenze, Sandron, 1973.

Testi inediti[modifica | modifica wikitesto]

  • Zibaldone (I-VI quaderni manoscritti), in Archivio Vittoria Kienerk, Fauglia.
  • Libriccino dei 90 anni di Vittoria Kienerk (manoscritto), in Archivio Vittoria Kienerk, Fauglia.
  • Frammenti di cronaca pavese (dattiloscritto), in Archivio Vittoria Kienerk, Fauglia, 2004.

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bruyère, La squadra dei sei, Firenze, Salani, 1954.
  • Robert S. Hichens, Il giardino di Allah, Firenze, Salani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Spazi d'inverno, Livorno, Erasmus, 2000.
  2. ^ Anna Levi, Storia della Biblioteca dei miei ragazzi, Pontedera, 2012, pp. 206-208.
  3. ^ Storia della Biblioteca
  4. ^ La semaine de Suzett, su en.wikipedia.org. URL consultato il 3 aprile 2024.
  5. ^ Abita in Lungarno Gambacorti n. 77, a ridosso della Chiesa di Santa Maria della Spina
  6. ^ Vincenzo Letta, Sergio Piane e Antonio G. Sisinno, Caro liceo. Storia, immagini, ricordi del «Galilei» di Pisa nel racconto dei suoi protagonisti, Pisa, Sophia Media, 1998, pp. 92-93, 137, 140, 142, 166, ISBN 8887042004.
  7. ^ Museo comunale Giorgio Kienerk, su https://www.comune.fauglia.pi.it/vivere-fauglia/museo-comunale-giorgio-kienerk/4239, 2008. URL consultato il 3 aprile 2024.
  8. ^ Giovanna Bacci di Capaci, Eugenia Querci e Vittoria Kienerk (a cura di), Museo Giorgio Kienerk, Fauglia, Ospedaletto, Pacini, 2008, ISBN 978-88-6315-022-3.
  9. ^ Vittoria Kienerk, Il babbo e la bambina, in Museo Giorgio Kienerk, Pisa, Pacini, 2008, pp. 47-48.
  10. ^ Cinque bambine, Pisa, Campanila, 2008, ISBN 978-88-89850-23-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vincenzo Letta, Sergio Piane e Antonio G. Sisinno, Caro liceo. Storia, immagini, ricordi del «Galilei» di Pisa nel racconto dei suoi protagonisti, Pisa, Sophia Media, 1998, pp. 92-93, 137, 140, 142, 166, ISBN 8887042004.
  • Anna Levi, Storia della Biblioteca dei miei ragazzi, Pontedera, 2012, pp. 206-208.
  • Luisa Erba, La casa e il tempo, un ritratto di Vittoria Kienerk, Pavia, Grqfiche TCP, 2020, pp. 30-31.
  • Eugenia Querci, La casa e il tempo, un ritratto di Vittoria Kienerk, Livorno, Media Print, 2021.


???? (a p. 207 è pubblicata La carriera letteraria di Vittoria Kienerk raccontata dall’autrice, in cui Vittoria riassume quanto da lei tradotto e scritto)


(Giovanni Finzi Contini Le ha dedicato due poesie. v. In Di canto in canto e altre poesie, Pisa, ETS, 2016)