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Mariano Baglioni (Perugia, ... – Perugia, 18 aprile 1498) è stato un politico italiano.

Baglioni
'Semper idem'
Arma: "d'azzurro alla fascia d'oro"
Cimiero: "mezzo grifone con coda di serpente, coronato con ali spiegate e tenente una spada diritta
nella branca destra
"
Statosignoria di Perugia
(Stato Pontificio)
Titolisignori di Perugia,
conti di Spello e di Bettona
FondatoreMalatesta I
Ultimo sovranoRodolfo II
Data di fondazione1424
Data di estinzione1540
(annessione a Stato Pontificio)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mariano era figlio di Mariotto Baglioni [1] e della sua seconda moglie, Maddalena Narducci del Bisochetto, ricca borghese nota col nome di Brigida, da cui “della Brigida” attribuito a questo ramo della famiglia [2], sposata nel 1431 [3]. Il padre Mariotto, iscritto già dal 1417 nella matricola dell’arte della Mercanzia,, fu tra i protagonisti minori della storia di Perugia del '400 grazie anche all’appartenenza alla più potente famiglia perugina e alla protezione e benevolenza accordata loro dai pontefici in cambio del vincolo di fedeltà. Presumibilmente Eugenio IV accordò a Nicolò Baglioni, padre di Mariotto, una provvisione di 50 ducati d’oro, riconfermata poi alla famiglia dai successori fino a Giulio II, per di più maggiorata a 100 ducati da Paolo II [4]. Uomo avvezzo alle pratiche politiche ed amministrative, sposò in seconde nozze Andromaca Baglioni, figlia di Pantasilea Salimbeni, moglie di Pandolfo Baglioni di Nello, nel novembre 1467, contemporaneamente alle nozze del fratello Valmario con Onesta Baglioni [5]. Andromaca sposa in prime nozze Atto degli Atti di Sassoferrato, in seconde nozze Mariano di Mariotto. Donna pragmatica di cui si conservano due lettere al genero Alfano Alfani per questioni matrimoniali. In una lettera a lei indirizzata da una certa Atalanta (probabilmente Atalanta di Galeotto, cugina per parte di padre) nel 1504, si fa riferimento all'andata di Andromaca, in fuga dalla peste, alla “Morcella”[6], località dove Mariano le aveva lasciato in eredità un “intangibile ed incedibile molino con arboreto e palazzo”, lì dove la stessa avrebbe dovuto realizzare “una casa con chiesa e cappella per i frati” [7]. Ebbe tre figli: Giantaddeo, Nicolò e Marietta (o Mariotta)[8]. Giantaddeo, nel 1517 sarà coinvolto in un tentativo di congiura contro Giampaolo Baglioni: sarà trucidato e i suoi beni saranno confiscati e dati ad Orazio figlio di Giampaolo. Quando questi cade in disgrazia, la memoria di Gian Taddeo sarà riabilitata e i beni restituiti alla famiglia della sorella Marietta moglie di Alfano Alfani [9]. Pur non raggiungendo la popolarità e forza politica del padre, Mariano ricoprì a sua volta, spesso insieme ai fratelli, una miriade di pubblici uffici, a partire dal primo priorato del settembre-ottobre 1456 a quello successivo del marzo 1470. Nello stesso 1470 e successivamente nel 1478, Mariano è Podestà e Capitano del Popolo a Bologna[10]. Per quanto riguarda il priorato del 1456 si noti che dalle Riformanze si riscontra che Mariano fu surrogato il 21 agosto come capo dei priori al posto di Nicolò di Ser Luca, mentre gli Offici non registrano tale surrogazione[11]. Mariano, già vivente il padre, si era distinto nel campo della politica. Il 9 febbraio 1453 era stato designato quale “elezionario” del podestà Pietro “de Cambacurtis” da Pisa. Il 22 agosto 1454, l’anno della morte del padre, entrò nel collegio della Mercanzia: è da questo momento che praticamente prende inizio la sua fortunata attività politica[12]. Ecco ora puntualizzata l’attività politico amministrativa dei Baglioni della Brigida nel periodo preso in considerazione. Nel maggio del 1454, Mariano fu revocato come riformatore della giustizia, eletto dal l° marzo: non si conosce la ragione. In seguito operò come ufficiale della custodia. Dal luglio 1456 figura console della mercanzia. Il 7 dello stesso mese fu eletto, insieme a Biordo degli Oddi ambasciatore al campo dell’esercito pontificio di stanza a Todi per scongiurare ulteriori razzie nel contado perugino. Mariano entrò poi a far parte di una commissione di dieci camerari, due per porta, eletta il 21 luglio “pro emendo grano de pretio redacto e redigendo ex farina et grano communis”. Il l° settembre 1457 entrò in carica come capitano del contado; console della mercanzia del l° gennaio 1460; castellano di Città della Pieve per un anno dal giugno successivo: per questo incarico ricevette 270 fiorini a lui pagati in tre rate [13]. Dal 24 dicembre Mariano figura di nuovo castellano di Castiglion del Lago, dal l° aprile 1463 prestò servizio come capitano del contado per Porta San Pietro, sapiente dello studio per un anno dal l° aprile 1467. Dal l° gennaio 1469 Mariano entrò in carica come console della mercanzia mentre Valmario come ufficiale della custodia [14]. La indiscutibile superiorità di Mariano sugli altri fratelli, rivelata non soltanto dalla quantità ma anche dalla qualità degli incarichi assunti, gli fece ottenere dal Black la qualifica di “notabile” dei Baglioni. Partecipò in maniera determinante anche alla vicenda del “Santo Anello”[15]. Fu ancora rappresentante del Comune presso SistoIV nel 1473-1474, membro dei Dieci dell'arbitrato nel 1475, ambasciatore presso Lorenzo il Magnifico nel 1478, anno in cui perse il fratello Valmario morto di peste [16]. Noto per aver preso a pugni Lorenzo Spirito durante la processione del Corpus Domini del 1458 e reo di maltrattamenti alla madre Maddalena, fu ciò nonostante paciere delle disscordie sorte in Città della Pieve e moderatore della dissolutezza perugina nel 1483 [17]. Tra Maddalena e i figli Mariano, Valmario, Alberto, Brigida e Bonifazia, c'era stato un lungo conflitto giudiziario durata circa dieci anni per via dell’eredità di Mariotto.[18]. Come risulta nel testamento di Maddalena del 1467[19], Mariano si era rifiutato di restituire alla madre la casa del padre con villanie e minacce: «o pper via o pper un'altra io te ne trarò»; inoltre aveva infierito contro di lei malmenandola; una prima volta quando fu rimproverato dalla stessa a suon di botte, invero, per aver rubato dietro istigazione di Ragnino il mantello del padre con l'intenzione di impegnarlo al banco dell’ebreo Servadio; un'altra volta in occasione di una lite scoppiata per il possesso di alcune botti: in tale occasione aveva assistito alla scena dei maltrattamenti, dalla finestra, madonna Candia di Messer Giovanni Montesperelli la quale «gridò al dicto Mariano grandemente»[20]. Sui successi di Mariano e della famiglia influiva intorno al 1484 anche la protezione di frate Evangelista, al secolo Baglione Baglioni, suo fratello entrato nell'ordine francescano degli Osservanti nell'agosto 1463, ordine del quale successivamente era stato a lungo vicario provinciale. Morì il 25 agosto [[1494] a Ragusa, in Dalmazia, mentre era in visita ad un convento [21]. Alla fine del 1468 il Papa costituì in Perugia il consiglio ecclesiastico, organo che doveva esercitare una funzione di controllo sulla vita del Comune: su 115 membri appena sette erano i Baglioni e su sette ben due appartenevano al ramo della Brigida ed erano Mariano e Alberto [22]. Intorno al 1492 i Baglioni raggiunsero un momento di grande splendore. Dal primo gennaio del 1492 Mariano è in carica come console della mercanzia e conduce in porto il matrimonio tra la figlia Marietta [23]e Alfano Alfani, esponente di una delle più ricche famiglie perugine . Il 18 aprile 1498 Mariano muore [24]. Di lui si trova un testamento olografo “in scriptis”del 6 aprile 1494.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mariotto, figlio di Nicoló Baglioni del Giogo, nato nel 1393 circa, morto di pleurite nel gennaio/febbraio 1454. La sua vita, costellata di incarichi di primo piano nella vita politica perugina, è integralmente riportata nell'opera di F. Frascarelli, Nobiltà minore e borghesia a Perugia nel secolo XV, Ricerche sui Baglioni della Brigida e sui Narducci, Perugia, Pubblicazioni degli Istituti di Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia, 1974. Ripetute annotazioni che lo riguardano inoltre in BAP 1424, cc. 323v, 324 r, 324v, 325v, 326r, come podestà di Città di Castello, Capo dei priori del Magistrato di Perugia, Commissario sopra la guerra, Ambasciatore al Papa, Capitano del Contado..
  2. ^ L. de Baglion de la Dufferie, cfr. F. Frascarelli, Nobiltà minore e borghesia a Perugia nel secolo XV, Ricerche sui Baglioni della Brigida e sui Narducci, Perugia, Pubblicazioni degli Istituti di Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia, 1974
  3. ^ Mariotto e Maddalena ebbero 8 figli: Bonifazia, Brigida, Lucrezia, Ciancia, Baglione, Alberto, Mariano e Valmario (cfr. ASP., Catasti I, 11, c. 313r; notaio Francesco di Giacomo, prot. 209, cc. 217r-218v, in Frascarelli, ivi, p. 20)
  4. ^ (Frascarelli, ivi, p. 54)
  5. ^ O. Scavalcanti, Cronaca perugina IX, p. 373; E. Agostini, Famiglie, ms 202, c. 140r; c. Black, The Baglioni, p. 261, cfr. Frascarelli, ivi, p. 111
  6. ^ Lettere riportate in Nico Ottaviani, “Me son missa..” cit., pp. 51-52)
  7. ^ BAP, Manoscritto in Miscellanea giuridica, C 1475, carta 192 in...............
  8. ^ Maria Grazia Nico Ottaviani in Donne tra Medioevo ed età moderna in Italia: ricerche, a cura di Giovanna Casagrande , Morlacchi Editore
  9. ^ B. Astur, I Baglioni, cit. p. 211 nota 4. Vedi anche le due lettere ricevute da Alfano da eminenti personaggi di curia che lo rassicurano riguardo all'eredità: ASP, carteggio Alfani, busta 9, n.239, 1520, aprile 22 e n. 241, 1520, maggio 29, in Nico Ottaviani, ivi, p. 50, nota 38
  10. ^ Bibl. Comunale Archiginnasio (BO), Manoscritto Gozzadini 13, c. 80r
  11. ^ Per questo priorato e altri incarichi vedi ASP, Offici, 11, c. 33r; ASP, consigli e riformanze, 92, cc. 79v, 87r; P. Pellini, Dell’historia, II, p. 705; Arc. S. Pi., E. Agostini, Famiglie, ms 202, c. 140r; O. Scavalcanti, Cronaca perugina, IX, p.78)
  12. ^ (ASP, Offici 9, c. 91r; Perugia, Collegio della Mercanzia Matricole, II, c. 125r; Arch. S. Pi., E. Agostini, Famiglie, ms 202, c. 14Or.; L. de Baglion de La Dufferie, Les Baglioni, cit., p. 382)
  13. ^ (BAP 1424 c. 344v del 14 giugno 1457, BAP 1,549 c. 20r, BAP 1549 c. 29v, anno 1460)
  14. ^ (BAP 1424 c. 327v, anno 1470, c. 328v anno 1480, sempre in c. 327v come ambasciatore dal Papa nell’anno 1473)
  15. ^ . Frascarelli, op. cit, pp.95-97)
  16. ^ C. Massari Saggio storico sulle pestilenze di Perugia e sul governo sanitario di esse dal secolo XlV fino ai giorni nostri, Perugia, Tipografia Baduel - da Vincenzo Bertelli, 1838, in Frascarelli, ivi, p.103
  17. ^ P. Pellini, Dell’historia, cit., II, pagg. 819,822, cfr. Frascarelli, op. cit. p. 106
  18. ^ La vicenda, che prende spunto da tre testamenti (maggio 1467, marzo 1476 e marzo 1485), è ricostruita nel libro più volte citato del Frascarelli, Nobiltà minore e borghesia a Perugia nel sec. XV, Ricerche sui Baglioni della Brigida e sui Narducci
  19. ^ Il testamento del marzo 1476 autografo in volgare è stato preso ad esempio da Bartoli Langeli per rappresentare, con la sua sicurezza grafica e la ricchissima capacità espressiva, la libertà di scrivere “come si poteva” raggiunta nell'Italia del Tre-Quattrocento (A. Bartoli Langeli, La scrittura dell'italiano, cit., pp.68-71)
  20. ^ (Frascarelli ivi, p. 33)
  21. ^ A. Baloneus, I Baglioni, Condottieri e signori del Rinascimento italiano, Foligno, Edizione Fover 2001, p. 443
  22. ^ Frascarelli, ivi, p. 107
  23. ^ ...”dotata” di ottocento fiorini, seicento in moneta e duecento in “vestimenti”. Avrà quattro figli: Mariano, Pandora, Marcello e Vincenzo (M.G.Nico Ottaviani, “Me son missa a scriver questa letera...”,cit., p. 82 tavola genealogica Baglioni
  24. ^ Perugia, Collegio della Mercanzia, Matricole, II, c. 125r, ; Arch. S. Pi. E. Agostini, Famiglie, ms 202, 140r; cfr. Frascarelli, op. cit., p. 121

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., “Per buono stato della citade” Le matricole delle arti di Perugia, Perugia Volumnia Editrice 2001.
  • Astur Baloneus (Astorre Baglioni), I Baglioni, Condottieri e signori del Rinascimento italiano, Foligno, Edizione Fover 2001.
  • A. Bartoli Langeli, La scrittura dell’Italiano, Bologna Il Mulino 2000.
  • Donne tra Medioevo ed età moderna in Italia: ricerche, a cura di Giovanna Casagrande , Morlacchi Editore.
  • F. Frascarelli, Nobiltà minore e borghesia a Perugia nel secolo XV, Ricerche sui Baglioni della Brigida e sui Narducci, Perugia, Pubblicazioni degli Istituti di Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia, 1974.
  • O. Gurrieri, Il tempio di S. Francesco al Prato e l’Oratorio di S. Bernardino, Perugia, Grafica Perugia.
  • M. G. Nico Ottaviani, “Me son missa a scriver questa letera...”, Lettere e altre scritture femminili tra Umbria, Toscana e Marche nei secoli XV-XVI, Napoli Liguori Editore 2006.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]