Utente:Etrusko25/Sandbox 1

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Gobiidae
Gobius paganellus
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Ramo Bilateria
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Superclasse Gnathostomata
Classe Actinopterygii
Sottoclasse Osteichthyes
Superordine Acanthopterygii
Ordine Perciformes
Sottordine Gobioidei
Famiglia Gobiidae
Cuvier, 1816
Sottofamiglie

I Gobidi (Gobiidae Cuvier, 1816) sono una famiglia di pesci ossei marini e d'acqua dolce appartenenti all'ordine Perciformes[1]. Sono la famiglia più numerosa fra i pesci e una delle più numerose fra i vertebrati, con oltre 2 000 specie divise in circa 270 generi costituendo quasi il 10% di tutti i pesci ossei[2]. I membri di questa famiglia sono comunemente chiamati in italiano ghiozzo o ghiozzetto[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questi pesci sono diffusi nei mari di tutto il mondo e nelle acque dolci delle zone tropicali e temperate calde. Sono molto più frequenti nelle regioni tropicali ma non mancano numerose specie anche in acque fredde come quelle del mar del Nord o del mar Baltico. Sono invece del tutto assenti dai mari polari.
I Gobiidae hanno per la gran parte uno stile di vita strettamente bentonico e si mantengono quasi sempre ad intimo contatto con il substrato. Tuttavia alcune specie hanno evoluto caratteristiche di semipelagicità come il mediterraneo rossetto (Aphya minuta), il ghiozzetto di Ferrer (Pseudaphya ferreri) e il ghiozzetto cristallino (Crystallogobius linearis); sono comunque legati al fondo nel periodo riproduttivo. I Gobiidae sono quasi tutti costieri, si possono rinvenire nelle pozze di marea del piano sopralitorale e sono molto comuni nel piano infralitorale. Si diradano nel circalitorale e scompaiono nelle acque più profonde.

Schema dei pori cefalici di un gobide
Schema delle papille cefaliche di un gobide

La maggioranza è adattata agli ambienti di fondo molle, ma sono molto comuni anche tra gli scogli, nel coralligeno, nelle barriere coralline e tra le posidonie.

Le specie dulcacquicole si rinvengono sia in acqua salmastra che nei laghi, nei fiumi e nei torrenti di media montagna. Alcune specie, cieche e depigmentate, sono adattate alla vita nelle caverne.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le pinne ventrali sono, quando non ridotte, unite a formare un disco adesivo nella cui parte anteriore è presente una membrana basale. Le pinne così unite fungono da ventosa che il pesce utilizza per fissarsi al substrato[4][5].

I Gobiidae sono piuttosto uniformi come aspetto, e molto caratteristici, tanto da essere immediatamente riconoscibili anche al profano. Le pinne dorsali sono due, di cui la prima, dotata di raggi spinosi, in alcune specie può essere ridotta ed in altre presentare raggi allungati. La pinna anale è simmetrica ed opposta alla seconda dorsale.

Le pinne pettorali sono piuttosto ampie. La pinna caudale ha margine arrotondato o comunque non bilobato. Gli occhi sono grandi ed inseriti in alto sulla testa, tanto da sporgere sopra il profilo del capo. La bocca è di solito grande. Nei pesci di questa famiglia la linea laterale è del tutto assente e sostituita da un sistema di pori, canali e papille cefaliche, di fondamentale importanza tassonomica. La colorazione, che di solito è mimetica e smorta, in talune specie, soprattutto tropicali ma anche nostrane, può vantare colori davvero spettacolari. Le dimensioni sono piccole e vanno da meno di 1 cm nel caso di Pandaka pygmaea, il più piccolo vertebrato vivente proveniente dalle acque interne filippine, ai 30 cm di alcune specie in pochi e rari casi.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Pandaka pygmaea, il pesce più piccolo del mondo.

Tutti i Gobiidae sono carnivori e si cibano di piccoli animaletti come vermi, crostacei, molluschi, eccetera.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

I Gobiidae costruiscono un nido in cui vengono deposte le uova, e che poi viene sorvegliato dal maschio. Le uova generalmente non sono sferiche ma piriformi[5]

Di solito le uova vengono deposte sul soffitto del rifugio. Molto spesso la riproduzione avviene più di una volta all'anno. Diverse specie (come le italiane Knipowitschia panizzae e Pomatoschistus canestrini) hanno un ciclo annuale e tutti gli adulti muoiono dopo la lunga stagione riproduttiva. Gli avannotti spesso hanno una breve fase pelagica prima di assumere le abitudini bentoniche degli adulti.

Acquariofilia[modifica | modifica wikitesto]

Elecatinus randalli fotografato a Bonaire, nei Caraibi.

Alcune specie tropicali, sia marine che d'acqua dolce, vengono comunemente allevate in acquario, come ad esempio i rappresentanti dei generi Brachygobius o Elecatinus.

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Alcune specie si catturano in abbondanza con reti a bilancia, reti da posta e reti a strascico, ma di solito non hanno una particolare importanza per la pesca, salvo alcune eccezioni come il ghiozzo gò nella Laguna veneta.

Sottofamiglie[modifica | modifica wikitesto]

Brachygobius xanthozona, specie comunemente allevata negli acquari

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Bailly, N. (2015), Etrusko25/Sandbox 1, in WoRMS (World Register of Marine Species).
  2. ^ R. A. Patzner, J. L. Van Tassell, M Kovačić e B. G. Kapoor (a cura di), The Biology of Gobies, Enfield, Science Publishers, 2011, ISBN 978-1-57808-436-4.
  3. ^ MondoMarino.net. URL consultato il 13 agosto 2010.
  4. ^ Tortonese, Enrico, Osteichthyes - Pesci ossei, collana Fauna d'Italia, secondo, Bologna, Calderini, 1975.
  5. ^ a b (EN) FAMILY detail for Gobiidae - Gobies, su FishBase. URL consultato il 17 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • P. Louisy, E. Trainito (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 888039472X
  • J. e G. Lythgoe, Il libro completo dei pesci dei mari europei, Mursia, 1971
  • E. Tortonese, Osteichthyes, Calderini, 1975
Didogobius schlieweni, specie endemica del mar Mediterraneo

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