Tudor (azienda)

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Montres Tudor SA
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StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Fondazione1926 a Ginevra
Fondata daHans Wilsdorf
Sede principaleGinevra
GruppoWilsdorf Foundation
Settoreorologeria
Dipendenti194[1] (2016)
Slogan«Born to dare»
Sito webwww.tudorwatch.com/
Hans Wilsdorf, fondatore di Rolex e Tudor

Tudor è un'azienda svizzera, fondata a Ginevra nel 1926 da Hans Wilsdorf, che produce orologi di lusso.

Evoluzione del logo Tudor nel corso dei decenni

Il marchio Tudor viene registrato nel 1926 e contestualmente depositato, ma la società entrerà effettivamente in attività solo a partire dal 1946, acquistando popolarità a partire dal decennio successivo. L'idea del fondatore era quella di poter creare un brand di qualità come Rolex, ma che potesse offrire i propri segnatempo ad un prezzo inferiore. Nonostante il marchio ricalchi l'estetica dei Rolex e ne condivida in parte delle componenti, è da considerarsi come completamente autonomo rispetto all'altro brand creato da Wilsdorf, il quale teneva a sottolineare proprio l'indipendenza delle due aziende.

Il marchio è consociato alla Rolex, anch'esso, come la Tudor, di proprietà della Fondazione Hans Wilsdorf. Nel corso del tempo l'azienda si è focalizzata nella produzione di orologi per subacquei e militari, tanto che il primo modello realizzato è il Tudor Oyster, il quale utilizzava la stessa cassa montata sugli omologhi Rolex. A inizio anni Cinquanta nasce così il Prince, un segnatempo elegante, ma robusto, adatto alla vita di tutti i giorni: lo stesso orologio venne adottato dalla Royal Navy inglese per una spedizione scientifica in Groenlandia[2]. Lo stesso modello venne anche presentato con quadrante tuxedo bianco e nero. Nel 1954 nasce il Tudor Oyster Prince Submariner, dall'estetica molto simile al cugino Rolex, e rimasto a catalogo, seppur con diverse modifiche, fino alla fine degli anni Novanta. L'impermeabilità garantita passa dai 100 ai 200 metri già sul finire degli anni Cinquanta. Negli anni Sessanta nasce lo svegliarino di casa Tudor, chiamato Advisor.

Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta la Tudor fornì i suoi orologi a vari corpi della marina militare, procurandone ai sommozzatori; tra questi si annoveravano la marina statunitense, che li adottò per i SEAL d'élite e la marina francese (nella ref. 9401). Con quest'ultima il marchio ginevrino ha rinsaldato la partnership presentando il Pelagos Marine Nationale con anse fisse. Nel 1967 Tudor concepì un prototipo di orologio subacqueo per la marina statunitense con un apposito sistema di bloccaggio della lunetta. L'orologio tuttavia non ottenne successo e rimase per anni negli archivi del marchio, fino al 2019 quando l'azienda decise di metterlo in commercio con il nome di P01 e caratterizzato da corona di carica a ore 4, cinturino in pelle e ghiera duodecimale[3].

A fine anni Sessanta l'azienda cambia il logo: abbandona la rosa, simbolo dei Tudor (che rimarrà solo sulla corona di carica) e adotta uno scudo stilizzato, stemma tutt'oggi utilizzato.

Tudor Heritage, fedele riproduzione moderna del Tudor Oysterdate di metà anni Settanta

Nel 1970 nasce il primo cronografo della Maison, chiamato Oysterdate (alimentato da un Valjoux 7734 a carica manuale), riproposto a partire dal 2010 per il so quarantesimo anniversario e contraddistinto da un look fortemente riconoscibile. Nel 1976 Tudor presenta un orologio destinato a ottenere notevole seguito presso gli appassionati: si tratta dell'Oyster Prince "Big Block" (ref. 9400), un cronografo massiccio in acciaio alimentato dal movimento automatico Valjoux 7750. Si tratta del primo cronografo automatico della casa[4]. Nel 1989 viene poi proposta una seconda generazione del "Big Block", contraddistinta dalla ref. 79160 con le sue varie declinazioni.

Nel 2012 Tudor lancia due modelli di grande successo: il Black Bay (declinata in numerosissime varianti, tra cui due modelli, il Pro e il GMT, che richiamano lo stile dei Rolex Explorer II e GMT Master) e il Pelagos (anche per mancini, con corona di carica a ore nove), che vanno a sostituire nella denominazione e nelle funzioni il vecchio Tudor Submariner, il cui nome viene destinato solo al Rolex.

Risale al 2013 il primo cronografo dotato di cassa monoblocco in ceramica, il Fastrider Black Shield.

Nel 2015 l'azienda ha prodotto circa 200 000 orologi[5] e a partire dallo stesso anno Tudor adotta un movimento di manifattura (realizzato da Kenissi) per primi montati sul modello diver Pelagos e sullo sportivo North Flag. Il calibro più famoso è il MT 5612 (MT significa Manifacture Tudor), un movimento automatico dotato di datario con 26 rubini e che viene montato anche su Breitling, con il nome di Breitling B20[6]. I movimenti di manifattura Tudor sono certificati cronometro dal COSC.

Tudor Clair de Rose

Dal 2017 l'azienda lancia un nuovo claim, "Born to dare", e stringe numerose partnership, come quella con la nazionale di rugby neozelandese, con David Beckham e altre, con l'intento di imprimere al marchio una connotazione ancora più sportiva. A catalogo comunque restano ancora oggi diverse collezioni meno sportive, come la Royal, la 1926, Glamour, Style e Clair de Rose. Lo stesso anno l'affermata linea Black Bay si amplia offrendo una versione cronografica, alimentata dal movimento MT 5813 che è la variante di casa Tudor del Breitling B01 (il medesimo calibro, pertanto, si ritrova montato anche sui Breitling Navitimer, Chronomat e su alcuni Premier).

Tudor Royal

Nel 2021 un orologio Tudor, il Black Bay Ceramic, è il primo orologio non di casa Omega ad ottenere la certificazione Master Chronometer.

Nel 2022, per il settantesimo anniversario della spedizione in Groenlandia con il Tudor Prince, viene lanciato sul mercato il modello Ranger.

Nel 2023, per l'asta benefica Only Watch, Tudor ha realizzato un pezzo unico dell'Oyster Prince in oro e con movimento automatico di nuova realizzazione[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.biph.ch/includes/FR_DEF_doubles_BD.pdf
  2. ^ Orologi TUDOR | Storia | Dal 1952 al 1957, su tudorwatch. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  3. ^ Domenico Sposato, BASELWORLD 2019: TUDOR BLACK BAY P01, su PERPETUAL PASSION, 20 marzo 2019. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  4. ^ Massimo Scalese, Cronografi Tudor: 50 Anni Di Successi, su Orologi di Classe, 10 aprile 2020. URL consultato il 7 luglio 2023.
  5. ^ (FR) Baselworld 2015 : chacun cherche son filon, su LEFIGARO, 20 marzo 2015. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  6. ^ Breitling B20 – Tudor MT 5612 - Segnatempo, su segnatempo.it, 21 marzo 2018. URL consultato il 5 gennaio 2023.
  7. ^ (EN) Only Watch 2023 - Tudor, su www.onlywatch.com. URL consultato il 7 luglio 2023.

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