Tempio di Minerva (Assisi)

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Tempio di Minerva
Fronte esastilo del tempio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneUmbria
LocalitàAssisi
IndirizzoPiazza del Comune, 14 ‒ 06081 Assisi (PG)
Coordinate43°04′17″N 12°36′53″E / 43.071389°N 12.614722°E43.071389; 12.614722
Religionecattolica
Titolarebasilica di Santa Maria sopra Minerva
Diocesi Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino
Consacrazione1539
Stile architettonicoromano
Inizio costruzioneI secolo a.C.;
rimaneggiato in stile barocco nel XVII secolo
Sito webwww.diocesiassisi.it/

«Non mi sarei mai saziato d'osservare la facciata e la geniale coerenza dell'artista ch'essa dimostra. [...] A malincuore mi strappai a quella vista, proponendomi di richiamare l'attenzione di tutti gli architetti su questa fabbrica, in maniera che se ne possa avere una pianta esatta.»

 Bene protetto dall'UNESCO
Assisi, la basilica di San Francesco e altri siti francescani
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (ii) (iii) (iv) (vi)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2000
Scheda UNESCO(EN) Assisi, the Basilica of San Francesco and Other Franciscan Sites
(FR) Scheda

Il cosiddetto tempio di Minerva, di arte augustea, sorge ad Assisi (Asisium), in piazza del Comune, dedicato probabilmente ad Ercole ed eretto nel 30 a.C.. Fu trasformato in chiesa di Santa Maria sopra Minerva nel XVI secolo, con il relativo campanile, chiamato "Torre del Popolo". Risulta essere tra i templi romani meglio conservati del mondo antico.

L'edificio appartiene alla tipologia del tempio prostilo corinzio "in antis" (con pronao delimitato lateralmente dal prolungamento delle pareti della cella), con colonne scanalate poggianti su alti plinti quadrangolari, trabeazione e frontone.

Il nome deriva da un'interpretazione posteriore, dovuta al ritrovamento di una statua femminile; è stata invece rinvenuta una lapide votiva dedicata ad Ercole.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio fu edificato per volere di due dei quattuorviri (massimi magistrati cittadini), Gneo Cestio e Tito Cesio Prisco, che furono anche i finanziatori del progetto.

Nell'alto medioevo, la cella fu trasformata nella chiesa di San Donato, poi degradata a "casalino", per passare poi all'ordine benedettino che vi ricavò abitazioni e botteghe.[1] Nel XIII secolo fu adattata a sede del comune, che destinò il piano inferiore a sede carceraria, deputando quello superiore ad aula del consiglio cittadino.

Nel 1539 il papa Paolo III volle far trasformare il suo interno in chiesa cattolica dedicata alla Vergine. L'edificio venne quindi rimaneggiato poi in stile barocco nel XVII secolo.[2]

Durante il suo viaggio in Italia, il 25 ottobre 1786 il poeta Goethe giunse ad Assisi e volle visitare soltanto il tempio di Minerva.[3]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Piazza del Comune (Assisi).

Il tempio conserva la facciata, che in origine si affacciava su una piazza identificata come la piazza del foro romano, spiccando su un podio rialzato. Restano sei colonne con basi attiche, fusti scanalati e capitelli corinzi, poggiate su piedistalli che interrompono la scalinata di accesso. Si conserva anche la trabeazione con il fregio, che in antico recava un'iscrizione con lettere di bronzo, delle quali restano i fori di fissaggio, e con la cornice con mensole e il frontone, di dimensioni proporzionalmente ridotte.

La cella è andata completamente distrutta durante la costruzione della chiesa nel XVI secolo.[4]

Recentemente è stato riscoperto un breve tratto del tempio vicino all'altare, con un arco murato. Il piccolo tratto non è più stato coperto ed è tuttora visibile. Sono emerse inoltre parte dell'antica pavimentazione romana e il grande muro di terrazzamento posteriore. Dal cortile dell'edificio attiguo risulta visibile il fianco sinistro dell'edificio templare e, al fondo, il muro di sostegno del terrapieno.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Umbria, Touring Club Italiano 1999.
  • J.W. Goethe, Viaggio in Italia, Milano 2006.
  • L. Santini, Assisi, Narni-Terni 1992.
  • G. Troiano-A. Pompei, Guida illustrata di Assisi, Terni 1989.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (ITEN) Foro romano e collezione archeologica, su Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2014).
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