Stazione di Sadali-Seulo

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Sadali-Seulo
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSadali
Coordinate39°48′54.83″N 9°16′10.81″E / 39.815231°N 9.26967°E39.815231; 9.26967
Altitudine763 m s.l.m.
Lineeferrovia Mandas-Arbatax
Storia
Stato attualeattiva per usi turistici
Attivazione1894
Caratteristiche
Tipostazione ferroviaria passante in superficie
Binari3
Interscambiautolinee interurbane

La stazione di Sadali-Seulo, nota anche come stazione di Sadali[1][2][3][4][5] è una stazione ferroviaria al servizio del comune di Sadali posta lungo la linea Mandas-Arbatax, utilizzata esclusivamente per i servizi turistici del Trenino Verde.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione fu realizzata nella parte ovest di Sadali dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna negli anni novanta dell'Ottocento, venendo inaugurata il 20 aprile 1894[1] insieme al tronco ferroviario Villanova Tulo-Ussassai[6], ultimo lotto della Mandas-Arbatax ad essere completato. L'impianto nacque per servire sia il centro sadalese che il limitrofo comune di Seulo, il cui paese è distante dall'impianto oltre dieci chilometri, da cui la doppia denominazione in voga già al momento dell'inaugurazione[7], benché non di rado l'impianto sia stato identificato nei primi anni di esercizio col nome della sola Sadali[1][2]. A inizio Novecento la stazione fu utilizzata anche per il carico della galena estratta presso la miniera di Alera[8].

Alla gestione SFSS nel 1921 subentrò quella della Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui seguì nel 1989 la Ferrovie della Sardegna. Sotto questa amministrazione l'intera Mandas-Arbatax fu destinata, a partire dal 16 giugno 1997[9][10], all'impiego per il solo traffico turistico legato al progetto Trenino Verde, fatto che portò alla cessazione dell'utilizzo regolare dello scalo. Da allora la stazione, che dal 2010 è gestita dall'ARST, viene utilizzata quasi esclusivamente nel periodo estivo, restando per il resto dell'anno sostanzialmente priva di traffico.

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

Quella di Sadali-Seulo è una stazione di tipo passante, classificata dal gestore come assuntoria. Il piazzale ferroviario presenta una configurazione in cui dal binario di corsa se ne dirama uno di incrocio[11][12], ciascuno di essi dotato di una propria banchina[12] e, nel caso del binario deviato, anche di un prolungamento tronco in direzione Arbatax[11][12]. Ad essi si aggiunge un tronchino[11] che serviva in passato il locale scalo merci (dismesso), composto anche da un piano caricatore (trasformato in una piazzetta[12]).

Adiacente a quest'ultimo è ubicato il fabbricato viaggiatori della stazione, una costruzione a pianta rettangolare con sviluppo su due piani più tetto a falde in laterizi, dotata di tre accessi sul lato binari[12], destinata a scopi turistici dopo la cessazione dei servizi di trasporto ordinario sulla linea.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

Dall'estate 1997 la stazione è utilizzata esclusivamente per il traffico turistico ed è attiva principalmente tra la primavera e l'autunno: nell'estate 2016[4] lo scalo era servito da una coppia di corse giornaliera per Mandas e Seui sei giorni alla settimana. Ulteriori treni sono di norma calendarizzati nel periodo primaverile ed autunnale, mentre nel corso dell'intero anno la stazione è utilizzabile per eventuali treni espletati su richiesta di comitive di turisti.

Servizi[modifica | modifica wikitesto]

Nel fabbricato viaggiatori dell'impianto sono presenti i servizi igienici. L'impianto era inoltre dotato di una biglietteria e di una sala d'attesa, i cui locali sono stati destinati all'Ecomuseo delle acque della Barbagia che ha in stazione anche un punto informazioni per i turisti.

  • Servizi igienici Servizi igienici
  • Ufficio informazioni turistiche Ufficio informazioni turistiche

Interscambi[modifica | modifica wikitesto]

Dinanzi all'impianto, dotato anche di un'area deposito per gli autobus dell'ARST, è ubicata una fermata delle autolinee di questa società che permettono il collegamento con alcuni centri del circondario e con Cagliari.

  • Fermata autobus Fermata autobus

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ogliari, p. 526.
  2. ^ a b Altara, p. 214.
  3. ^ Il Trenino Verde della Sardegna - Catalogo dei viaggi (PDF), 6ª ed., Ferrovie della Sardegna, 2003, p. 13. URL consultato il 24 febbraio 2017 (archiviato il 22 febbraio 2014).
  4. ^ a b Il Trenino Verde della Sardegna - Da Mandas a Gairo (PDF), su treninoverde.com, ARST, 2016. URL consultato il 24 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2017).
  5. ^ La stazione non ha mai cambiato la sua dicitura, seppur negli orari contenuti nel "Catalogo dei viaggi del Trenino Verde" venga riportata la dicitura semplificata "Sadali". Il catalogo ha il solo valore commerciale per la promozione turistica. La dicitura aziendale rimane "Sadali-Seulo".
  6. ^ Altara, p. 146.
  7. ^ Nonostante negli orari venga riportata la dicitura "Sadali", nell' "Elenco delle stazioni ferroviarie d'Italia" del 1894, viene già riportata la dicitura ufficiale "Sadali-Seulo". Analogamente il dato è riscontrabile anche nel "Piano longitudinale e altimetrico" (progetto della linea).
  8. ^ Miniera di Alera, su minieredisardegna.it. URL consultato il 9 ottobre 2017.
  9. ^ Cronistoria delle FdS - Ferrovie della Sardegna, su digilander.libero.it. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  10. ^ Dalla 'littorina' ai trenini verdi, in L'Unione Sarda, 13 giugno 1997.
  11. ^ a b c Altara, p. 202.
  12. ^ a b c d e Sardegna foto aeree - Foto oblique, su sardegnageoportale.it, Regione Autonoma della Sardegna. URL consultato il 25 febbraio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edoardo Altara, Binari a Golfo Aranci - Ferrovie e treni in Sardegna dal 1874 ad oggi, Ermanno Albertelli Editore, 1992, ISBN 88-85909-31-0.
  • Elettrio Corda, Le contrastate vaporiere - 1864/1984: 120 anni di vicende delle strade ferrate sarde: dalle reali alle secondarie, dalle complementari alle statali, Chiarella, 1984.
  • Francesco Ogliari, La sospirata rete, Milano, Cavallotti Editori, 1978.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]