Heracleion: differenze tra le versioni

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== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|http://www.franckgoddio.org/projects/sunken-civilizations/heracleion.html|Sito web ufficiale di Franck Goddio|lingua=En}}
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* {{cita web | url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/1375708.stm | titolo=Spectacular finds of lost city revealed | editore=BBC | data=7 giugno 2001 | lingua= inglese|accesso= 6 giugno 2013}}
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Versione delle 15:26, 28 dic 2017

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Herakleion.
Heracleion
Thonis
Mappa del Delta del Nilo che mostra le antiche città di Canopo, Heracleion, e Menouthis
Civiltàegizia
Utilizzoemporion
Localizzazione
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
Governatoraton.d.
Altitudinen.d. m s.l.m.
Dimensioni
Superficien.d. 
Scavi
Data scoperta2000
ArcheologoFranck Goddio
Amministrazione
EnteMinistry of State for Antiquities
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 31°18′15″N 30°06′02″E / 31.304167°N 30.100556°E31.304167; 30.100556

Heracleion, nota anche come Thonis, era una città dell'antico Egitto situata nel Delta del Nilo, le cui rovine si trovano oggi sommerse nella baia di Abukir, a 2,5 km dalla costa.

Archeologia

La città si trovava in origine su una delle isole del Delta del Nilo, ed era attraversata da una rete di canali. Possedeva diversi ancoraggi ed un grande tempio dedicato a Khonsu, che i greci identificarono poi con Eracle. In tempi successivi, il culto di Amon divenne più prominente.
Era anche il luogo della celebrazione dei Misteri di Osiride, che si compiva ogni anno durante il mese di khoiak. Il dio nella sua barca cerimoniale veniva portato in processione dal tempio di Amon cittadino fino al suo santuario a Canopo[1].

Heracleion prosperò particolarmente tra il VI ed il IV secolo a.C. come dimostrato da numerosi ritrovamenti archeologici: in questo periodo fu probabilmente il principale porto d'Egitto. Il faraone Nectanebo I, che regnò dal 380 al 362 a.C., ordinò molte aggiunte al tempio[2].

La città affondò nel VI o VII secolo d.C., probabilmente a causa di grandi terremoti e/o inondazioni.
Le rovine sommerse vennero infine individuate e riscoperte dall'archeologo subacqueo francese Franck Goddio nel 2000[3]. Fino ad allora, gli studiosi non avevano la certezza che Heracleion e Thonis fossero un'unica città.

Testimonianze anteriori alla riscoperta

Fino a tempi assai recenti, la città di Heracleion era nota solamente da poche fonti letterarie ed epigrafiche.

Nel periodo greco le origini leggendarie di Heracleion venivano fatte risalire al XII secolo a.C.. Secondo la tradizione, Paride ed Elena vi rimasero bloccati durante la loro fuga da Menelao, prima che iniziasse la guerra di Troia. Inoltre, Eracle stesso avrebbe visitato la città, la quale avrebbe poi preso da lui il nome.

Tra le testimonianze storiche antiche, la città viene citata da Diodoro Siculo (1.9.4) e Strabone (17. 1.16), oltre che da Erodoto (2.113). Una fonte riferisce che la città fosse un emporion, allo stesso modo della più famosa Naucratis[4].

Tra i reperti che la menzionano c'è la cosiddetta Stele di Naucratis, realizzata sotto Nectanebo I: nella stele si specifica che un decimo delle tasse d'importazione delle merci giunte a Thonis/Heracleion stava al santuario di Neith a Sais[4]. Una copia identica di tale stele è stata ritrovata proprio nel sito subacqueo dove sorgeva Heracleion. Viene citata anche nel Decreto di Canopo, onorante Tolomeo III.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ file PDF Ricerca di Franck Goddio
  2. ^ Lost city of Heracleion gives up its secrets, in The Telegraph. URL consultato il 6 giugno 2013.
  3. ^ Franck Goddio, Heracleion, in Sunken civilisation. URL consultato il 6 giugno 2013.
  4. ^ a b Naukratis: a city and trading port in Egypt, British Museum

Bibliografia

  • Frank Goddio (a cura di), Egitto. Tesori sommersi, catalogo della mostra tenuta a Torino, Venaria Reale, dal 6 febbraio al 31 maggio 2009, pag. 363, ISBN 9788842217299
  • (EN) n.d., Searching for Sunken Cities, in Ancient Egypt Magazine, vol. 2, luglio/agosto 2000.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN58144647638682502000 · LCCN (ENsh2017003830 · J9U (ENHE987007407408505171