Paolo Alatri: differenze tra le versioni

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==Biografia==
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Nato in una famiglia borghese di religione ebraica, compì gli studi liceali presso il ''[[Liceo ginnasio Torquato Tasso (Roma)|Torquato Tasso]]'' di [[Roma]], dove ebbe per compagni di classe [[Bruno Zevi]] e [[Mario Alicata]].
Nato a Roma nel 1918 in una famiglia borghese di religione ebraica, compì gli studi liceali presso il ''[[Liceo ginnasio Torquato Tasso (Roma)|Torquato Tasso]]'' di [[Roma]], dove ebbe per compagni di classe [[Bruno Zevi]] e [[Mario Alicata]].


Laureatosi nel [[1940]] in lettere e filosofia presso l'[[Sapienza - Università di Roma|università]] della propria città natale (gli ebrei che avevano cominciato gli studi prima delle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] potevano terminarli), si iscrisse al [[Partito d'Azione]] prendendo parte alla difesa di Roma (settembre 1943) e, successivamente, alla [[Resistenza italiana|Resistenza]]<ref>AA.VV., Pietro Secchi, Enzo Nizza (Direttori); Ambrogio Donini, Celso Ghini, Pietro Grifone, Enzo Collotti ed Enzo Nizza (curatori), ''Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza'' vol I, pag. 18, La Pietra, Milano, 1976</ref>.
Laureatosi nel [[1940]] in lettere e filosofia presso l'[[Sapienza - Università di Roma|università]] della propria città natale (gli ebrei che avevano cominciato gli studi prima delle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] potevano terminarli), si iscrisse al [[Partito d'Azione]] prendendo parte alla difesa di Roma (settembre 1943) e, successivamente, alla [[Resistenza italiana|Resistenza]]<ref>AA.VV., Pietro Secchi, Enzo Nizza (Direttori); Ambrogio Donini, Celso Ghini, Pietro Grifone, Enzo Collotti ed Enzo Nizza (curatori), ''Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza'' vol I, pag. 18, La Pietra, Milano, 1976</ref>.
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Si dedicò anche all'attività giornalistica. Scrisse per ''[[l'Unità]]'', ''[[Il Corriere della Sera]]'' e altri quotidiani. Fu redattore capo della rivista ''[[Ulisse (rivista)|Ulisse]]'' e collaboratore di ''[[Rinascita (rivista)|Rinascita]]'' e ''[[Studi Storici]]''.
Si dedicò anche all'attività giornalistica. Scrisse per ''[[l'Unità]]'', ''[[Il Corriere della Sera]]'' e altri quotidiani. Fu redattore capo della rivista ''[[Ulisse (rivista)|Ulisse]]'' e collaboratore di ''[[Rinascita (rivista)|Rinascita]]'' e ''[[Studi Storici]]''.


Esperto di [[Unione Sovietica]], fu anche presidente dell'''Associazione Italia-Urss'' ([[1961]]-[[1970]]), e successivamente membro del suo comitato direttivo da cui si dimise nel [[1980]] per il trattamento riservato dalle autorità moscovite allo scienziato [[Andrei Sacharov]] («Non posso essere amico di chi si comporta come al tempo degli Zar» dichiarò in tale occasione<ref>La frase è riportata da [[Piero Melograni]]. Cfr. il [http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/01/Paolo_Alatri_storia_come_impegno_co_0_9511011524.shtml sito dell'Archivio storico del Corriere della Sera]</ref>). È morto a Roma nel [[1995]] a seguito di una malattia incurabile.
Esperto di [[Unione Sovietica]], fu anche presidente dell'''Associazione Italia-Urss'' ([[1961]]-[[1970]]), e successivamente membro del suo comitato direttivo da cui si dimise nel [[1980]] per il trattamento riservato dalle autorità moscovite allo scienziato [[Andrei Sacharov]] («Non posso essere amico di chi si comporta come al tempo degli Zar» dichiarò in tale occasione<ref>La frase è riportata da [[Piero Melograni]]. Cfr. il [http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/01/Paolo_Alatri_storia_come_impegno_co_0_9511011524.shtml sito dell'Archivio storico del Corriere della Sera]</ref>). È morto a Roma a settantasette anni nel [[1995]] a seguito di una malattia incurabile.


==Opere==
==Opere==

Versione delle 20:58, 23 mag 2017

Paolo Alatri

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaIV (7 maggio 1963 - 4 giugno 1968)
Gruppo
parlamentare
PCI
CollegioRoma
Incarichi parlamentari
  • Componente della II Commissione (Interni)
  • Componente della Commissione di Vigilanza sulla Biblioteca
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPCI
Titolo di studioLaurea in lettere e filosofia
ProfessioneDocente universitario

Paolo Alatri (Roma, 27 febbraio 1918Roma, 30 ottobre 1995) è stato uno storico e politico italiano, di orientamento marxista.

Biografia

Nato a Roma nel 1918 in una famiglia borghese di religione ebraica, compì gli studi liceali presso il Torquato Tasso di Roma, dove ebbe per compagni di classe Bruno Zevi e Mario Alicata.

Laureatosi nel 1940 in lettere e filosofia presso l'università della propria città natale (gli ebrei che avevano cominciato gli studi prima delle leggi razziali potevano terminarli), si iscrisse al Partito d'Azione prendendo parte alla difesa di Roma (settembre 1943) e, successivamente, alla Resistenza[1].

Nel dopoguerra aderì al comunismo (1948), venendo eletto deputato nelle liste del PCI (1963) e alternando l'attività politica all'insegnamento di materie storiche, prima presso l'Università di Palermo, poi in quella di Messina e infine a Perugia, dove, negli anni ottanta fu anche, per un periodo, il responsabile del dipartimento di scienze storiche.

Gli interessi di Paolo Alatri vertevano soprattutto sulla Storia europea moderna e contemporanea, con particolare riguardo al Settecento riformatore, al Risorgimento (materia che insegnò presso l'Università di Palermo) e all'ascesa e sviluppo del fascismo. Importanti sono stati anche i suoi studi letterari e storici sulla vita e l'opera di Gabriele D'Annunzio (Gabriele D'Annunzio e Nitti, D'Annunzio e la Questione adriatica: 1919-1920), D'Annunzio negli anni del tramonto, 1930-1938, ecc.) le sue ricerche filosofiche sui protagonisti dell'Illuminismo (Voltaire, Diderot e il Partito filosofico, Introduzione a Voltaire, Parlamenti e lotta politica nella Francia del Settecento, ecc.) e su alcuni grandi pensatori italiani contemporanei.[2] Fra questi ultimi va citata una pregevole biografia di Bertrando Spaventa, pubblicata a Roma nel 1941[3] (fu la sua opera prima) e apprezzata da Benedetto Croce, che invitò a Napoli l'autore per poterlo conoscere.

Si dedicò anche all'attività giornalistica. Scrisse per l'Unità, Il Corriere della Sera e altri quotidiani. Fu redattore capo della rivista Ulisse e collaboratore di Rinascita e Studi Storici.

Esperto di Unione Sovietica, fu anche presidente dell'Associazione Italia-Urss (1961-1970), e successivamente membro del suo comitato direttivo da cui si dimise nel 1980 per il trattamento riservato dalle autorità moscovite allo scienziato Andrei Sacharov («Non posso essere amico di chi si comporta come al tempo degli Zar» dichiarò in tale occasione[4]). È morto a Roma a settantasette anni nel 1995 a seguito di una malattia incurabile.

Opere

  • Lotte politiche in Sicilia sotto il governo della Destra, 1866-74, Torino, Einaudi, 1954
  • Nitti, D'Annunzio e la Questione adriatica: 1919-1920, Milano, Feltrinelli, 1959
  • Storia dell'antifascismo italiano, Roma, Editori Riuniti, 1964
  • Voltaire, Diderot e il Partito filosofico, Firenze, Casa Ed. G. D'Anna, 1965
  • Le origini del fascismo (V edizione), Roma, Editori Riuniti, 1971
  • L'antifascismo italiano, Roma, Editori Riuniti, 1973
  • Parlamenti e lotta politica nella Francia del Settecento, Roma-Bari, Editori Laterza, 1977
  • Gabriele D'Annunzio, Torino, UTET, 1983
  • L'Italia nel Settecento, Perugia, Galeno Editore, 1983
  • D'Annunzio negli anni del tramonto, 1930-1938, Padova, Marsilio Editore, 1984
  • L'Europa dopo Luigi XIV, 1715-1731, Palermo, Sellerio Editore, 1986
  • L'Europa delle successioni, 1731-1748 - Palermo, Sellerio Editore, 1989
  • Introduzione a Voltaire, Roma-Bari, Editori Laterza, 1989
  • Lineamenti di storia del pensiero politico moderno (II edizione), Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 1992
  • D'Annunzio: mito e realtà (II edizione), Torino, Istituto Suor Orsola Benincasa, 1993
  • Ricordi e riflessioni sulla mia vita e la mia attività (postumo), Roma, Bulzoni Editore, 1996

Attività di deputato

Note

  1. ^ AA.VV., Pietro Secchi, Enzo Nizza (Direttori); Ambrogio Donini, Celso Ghini, Pietro Grifone, Enzo Collotti ed Enzo Nizza (curatori), Enciclopedia dell'Antifascismo e della Resistenza vol I, pag. 18, La Pietra, Milano, 1976
  2. ^ Vedi tutte le sue opere segnalate dal «Sistema Bibliotecario Nazionale»
  3. ^ Il testo fu dato alle stampe sotto lo pseudonimo di Paolo Romano per eludere le leggi razziali fasciste del 1938
  4. ^ La frase è riportata da Piero Melograni. Cfr. il sito dell'Archivio storico del Corriere della Sera

Voci correlate

Altri progetti

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