Pipistrello (divinità): differenze tra le versioni
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Bigidiri Zinia, Bigidiri Beela, noto anche come Murcielago o Murciélago (termine spagnolo per "pipistrello")[1], o Piquete Ziña[2] era una creatura infernale zapoteca, rappresentata come pipistrello, associata notte e alla morte.[1][3] Essa era una divinità minore, che non compare tra le 13 divinità con cui era suddiviso il calendario zapoteco, la quale diffuse lentamente, o ha dei corrispettivi, in tutto il Mesoamerica, in Perù e in Cile.
Etimologia
Presso i Zapotechi era noto come bigidiri beela e bigidiri zinia ("farfalla di carne"), presso i Mixtechi come ticuchi léhle,[4] mentre presso i Maya era noto come Camazotz, parola composita formata dai termini K'iche Kame che significa "morte", e Sotz, che significa "pipistrello".[5]
Mitologia e culto
Il culto del Dio-pipistrello risale almeno al 500 a.C.,[4] se non fino al 800 a.C.[6] Essa era una divinità minore, che non compare tra le 13 divinità con cui era suddiviso il calendario zapoteco.[7] Oltre alla notte e alla morte, si ritiene che presso i zapotechi fosse associato a Pitao Cozobi, Dio del mais.[8]
Influenza presso altre popolazioni mesoamericane
Nelle religioni mesoamericane, i pipistrelli, per la loro indole notturna, erano associati agli Inferi, alla morte e al sacrificio.[9] Visti quale versione notturna dei colibrì, messaggeri degli Dei per eccellenza, rivestivano il ruolo di messaggeri infernali.[10]
Maya
Presso i Maya i pipistrelli erano anche associati all'impollinazione e alla fertilità (forse a causa la presenza nel Mesoamerica di specie impollinate dal hylonycteris underwoodi), ai wahy (spiriti portatori di malattie, ma anche protettori di una casata) e come glifo parte del nome delle città.[10] Il pipistrello è associato inoltre a Mictlantecuhtli, Dio della morte, assieme al ragno, alla civetta e allo scorpione,[4]
Camazotz compare due volte nei miti raccontati nel Popol Vuh, la prima come sinonimo dei mostri-pipistrelli (in plurale) che assaliscono gli eroi Gemelli Maya Hunahpu e Xbalanque durante la loro prova nel mondo sotterraneo di Xibalba, la seconda come messaggero infernale di Tohil, il Dio del fuoco, per recapitare un patto ad alcune delle prime tribù dell'Umanità, le quali accettarono non capendo che significava offrirsi in sacrificio umano.[11]
Aztechi
Come con i Maya, presso gli Aztechi il pipistrello è associato a Mictlantecuhtli,[4] nonché alla impollinazione e alla fertilità, per i quali sono pervenuti più miti.
Nel Codice Magliabechiano azteco è descritto un mito legato alla fertilità secondo cui un pipistrello nasce dal seme versato da Quetzalcóatl, dio, fra l'altro, del vento e della pioggia. Il pipistrello si reca a Xochiquetzal, dea delle piante e dei fiori, gli strappa parte della sua vagina e la riporta a Quetzalcóatl.[3] Anche il Codice Borgia rappresenta un altro mito sulla fertilità dove il pipistrello fa spola tra Xochiquetzal e Quetzalcóatl.[10] Il cerimoniale in onore di quest'ultimo prevedeva il sacrificio con eviscerazione del cuore e la decapitazione delle vittime sacrificali, di norma i prigionieri nemici catturati in battaglia, come mostrato nel Codice Fejérváry-Mayer, nel quale viene raffigurato il pipistrello,[12] cerimonia eseguita nella festa dedicata dagli Aztechi al Dio Xipe Tótec. Tuttavia, il rito più caratteristico di questa festa era la scuoiatura dei corpi delle vittime. Questa azione, si ritiene, fosse simbolicamente correlata alla defogliazione del mais maturo prima della semina e alla germogliazione di nuove foglie sulle spighe non ancora nate. Da qui anche la raffigurazione del dio con indosso la pelle umana.[13]
Iconografia
Tale divinità-pipistrello (presso i maya Camazotz) viene rappresentato interamente come un pipistrello, o come un pipistrello dal corpo umano, talvolta con elementi che richiamano al sacrificio, come gli "occhi della morte" intorno al collo (o sulle ali) e una sorta di zampillo dalla bocca che potrebbe rappresentare il fuoco o il sangue,[10] più raramente con un coltello sacrificale in una mano e la sua vittima dall'altra. Nel mixteco Codex Vaticanus B è rappresentato mentre afferra delle teste decapitante.[4]
Note
- ^ a b Licón, p. 119.
- ^ de la Fuente, de Czitrom, Saenz, p. 93.
- ^ a b (ES) El dios Murciélago en Mesoamérica, su Arqueología Mexicana, 8 luglio 2016. URL consultato il 28 dicembre 2021.
- ^ a b c d e Espinosa 2006, pp. 17-23.
- ^ Christenson 2010
- ^ figurine anthropozoomorphe, chauve-souris (?), su ville-ge.ch, Musée d'ethnographie de Genève.
- ^ González & Licón 1991, p. 119.
- ^ Westheim 2000, p. 84.
- ^ Miller & Taube 2003, p.44.
- ^ a b c d Brady & Coltman 2016, pp. 227-237.
- ^ Brock 2018, parte III, capitolo 4
- ^ (EN) Codex Fejérváry Mayer, su National Museums Liverpool. URL consultato il 28 dicembre 2021.
- ^ (ES) Dios Murciélago, su Mediateca - Instituto Nacional de Antropología e Historia. URL consultato il 28 dicembre 2021.
Bibliografia
- Ernesto González Licón, Zapotechi e Mixtechi, Milano, Jaca Book, 1991, ISBN 9682976782.
- Beatriz de la Fuente, Carolyn Baús de Czitrom e Jacqueline Saenz, L'Arte del Messico, 1988, ISBN 9788804317326.
- Christenson, Allen J., Kʼicheʼ (PDF), in English Dictionary and Guide to Pronunciation of the Kʼicheʼ-Maya Alphabet, Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, Inc. (FAMSI). URL consultato il 16 gennaio 2010.
- Paul Westheim, Obras maestras del México antiguo, Siglo XXI, 2000, p. 84, ISBN 9789682322044.
- Miller, Mary e Taube, Karl, An Illustrated Dictionary of the Gods and Symbols of Ancient Mexico and the Maya, London, Thames & Hudson, 2003, ISBN 0-500-27928-4, OCLC 28801551.
- Read, Kay Almere e González, Jason, Handbook of Mesoamerican Mythology, Oxford, ABC-CLIO, 2000, ISBN 1-85109-340-0, OCLC 43879188.
- Thompson, J. Eric S., Maya Hieroglyphs of the Bat as Metaphorgrams, in Man, New Series, vol. 1, n. 2, Royal Anthropological Institute of Great Britain and Ireland, giugno 1966, pp. 176–184.
- James E. Brady e Jeremy D. Coltman; June, Bats and the Camazotz: Correcting a Century of Mistaken Identity, in Latin American Antiquity, vol. 27, n. 2, Cambridge Core, giugno 2016, pp. 227-237, DOI:10.7183/1045-6635.27.2.227.
- María Teresa Muñoz Espinosa, El culto al dios Murciélago en mesoamérica, in Arqueología Mexicana, vol. 80, 80 (jul.-ag.), 2006, pp. 17-23, ISSN 0188-8218 .
- Brock, Zoë, Popol Vuh Part Four, LitCharts LLC, 11 maggio 2018.