Cooper T43: differenze tra le versioni

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==Descrizione==
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La Cooper T43 Climax, è considerata la prima vettura ad aver introdotto il motore posteriore nel campionato di F1. La soluzione è derivata dall'esperienza del costruttore nel campionato di [[Formula 3]], dove le vetture Cooper venivano equipaggiate con motori da 500 cc di derivazione motociclistica e che per soluzioni economiche e tecniche, vista la trasmissione a catena, venivano posti nel retro della vettura. La Cooper T43 motorizzata Climax con motore posteriore debuttò il 19 maggio 1957 nel GP di Montecarlo. Nonostante il motore Climax da 2207 cc con 195 CV che era più piccolo rispetto alla concorrenza; la vettura vinse il GP di Argentina con Stirling Moss il 19 gennaio 1958. Tale soluzione fece sì che anche scuderie come Lotus e Ferrari, equipaggiati all'epoca con motori più grandi e potenti, cambiarono per sempre la collocazione del motore al retrotreno.<ref>{{Cita libro|autore=Mauro Forghieri|autore2=Marco Giachi|curatore=Daniele Buzzonetti|titolo=Capire la formula 1|edizione=2|data=ottobre 2018|editore=Minerva|lingua=Italiano|p=p38|ISBN=9788833241067}}</ref>
La Cooper T43 Climax è considerata la prima vettura ad aver introdotto il motore posteriore nel campionato di F1. La soluzione è derivata dall'esperienza del costruttore nel campionato di [[Formula 3]], dove le vetture Cooper venivano equipaggiate con motori da 500 cc di derivazione motociclistica e che per soluzioni economiche e tecniche, vista la trasmissione a catena, venivano posti nel retro della vettura. La Cooper T43 motorizzata Climax con motore posteriore debuttò il 19 maggio 1957 nel GP di Montecarlo. Nonostante il motore Climax da 2207 cc con 195 CV che era più piccolo rispetto alla concorrenza; la vettura vinse il GP di Argentina con Stirling Moss il 19 gennaio 1958. Tale soluzione fece sì che anche scuderie come Lotus e Ferrari, equipaggiati all'epoca con motori più grandi e potenti, cambiarono per sempre la collocazione del motore al retrotreno.<ref>{{Cita libro|autore=Mauro Forghieri|autore2=Marco Giachi|curatore=Daniele Buzzonetti|titolo=Capire la formula 1|edizione=2|data=ottobre 2018|editore=Minerva|lingua=Italiano|p=p38|ISBN=9788833241067}}</ref>


== Note ==
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Versione delle 15:36, 23 feb 2021

Cooper T43
Descrizione generale
Costruttore Bandiera del Regno Unito  Cooper Car Company
Categoria Formula 1
Produzione 1957-1960
Squadra Cooper Car Company
Rob Walker Racing Team
OSCA Automobili
Scuderia Colonia
Progettata da Owen Maddock
Sostituisce Cooper T40
Sostituita da Cooper T44
Descrizione tecnica
Meccanica
Telaio monoscocca
Motore Climax, OSCA
Dimensioni e pesi
Peso 454 kg
Altro
Pneumatici Dunlop, Continental, Avon Tyre
Avversarie Vetture di Formula 1 1957
Risultati sportivi
Debutto Gran Premio di Monaco 1957
Piloti Stirling Moss
Jack Brabham
Alejandro de Tomaso
Piero Drogo
Ron Flockhart
Maurice Trintignant
Vic Wilson
Roy Salvadori
Palmares
Corse Vittorie Pole Giri veloci
11 1 0 0
Campionati costruttori 0
Campionati piloti 0

La Cooper T43 è una monoposto di Formula 1 realizzata dalla scuderia britannica Cooper per partecipare al Campionato mondiale di Formula 1 1957 e utilizzata da scuderie private per 4 stagioni fino al 1960. Vinse il Gran Premio d'Argentina del 1958 guidata da Stirling Moss.

Descrizione

La Cooper T43 Climax è considerata la prima vettura ad aver introdotto il motore posteriore nel campionato di F1. La soluzione è derivata dall'esperienza del costruttore nel campionato di Formula 3, dove le vetture Cooper venivano equipaggiate con motori da 500 cc di derivazione motociclistica e che per soluzioni economiche e tecniche, vista la trasmissione a catena, venivano posti nel retro della vettura. La Cooper T43 motorizzata Climax con motore posteriore debuttò il 19 maggio 1957 nel GP di Montecarlo. Nonostante il motore Climax da 2207 cc con 195 CV che era più piccolo rispetto alla concorrenza; la vettura vinse il GP di Argentina con Stirling Moss il 19 gennaio 1958. Tale soluzione fece sì che anche scuderie come Lotus e Ferrari, equipaggiati all'epoca con motori più grandi e potenti, cambiarono per sempre la collocazione del motore al retrotreno.[1]

Note

  1. ^ (IT) Mauro Forghieri e Marco Giachi, Capire la formula 1, a cura di Daniele Buzzonetti, 2ª ed., Minerva, ottobre 2018, p. p38, ISBN 9788833241067.

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