Uberto di Liegi: differenze tra le versioni
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Primogenito del duca Bertrando di [[Aquitania]] e nipote di re [[Cariberto II]], nacque probabilmente a Tolosa attorno al 656 e crebbe a [[Metz]], come conte palatino presso la corte di re [[Teodorico III]] di [[Neustria]]; con l'avvento al potere da parte di [[Ebroino]] si trasferì in [[Austrasia]], dove venne accolto benevolmente da [[Pipino di Herstal]], e nel [[692]] sposò la figlia del conte di [[Lovanio]] da cui ebbe un figlio, Floriberto. |
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Secondo la tradizione agiografica ispirata alla leggenda di [[Eustachio (martire)|sant'Eustachio]], un [[Venerdì santo]], durante una battuta di caccia, avrebbe ricevuto la visione di un [[crocifisso]] tra le corna di un [[Cervus|cervo]] che lo avrebbe invitato ad abbandonare la sua vita dissoluta e a convertirsi (l'episodio è alla base dell'[[iconografia]] del santo).<ref>Il [[Cervo (mitologia)|cervo]] fu rappresentato assai presto nell'iconografia cristiana quale simbolo di [[Gesù|Cristo]] che combatte il [[demonio]], rappresentato dal [[serpente]], a seguito della credenza, alimentata da molti scrittori dell'antichità, che il cervo fosse un avversario implacabile del serpente, cui darebbe la caccia stanandolo ed uccidendolo. ([[Louis Charbonneau-Lassay]], ''Il bestiario del Cristo'', vol II, |
Secondo la tradizione agiografica ispirata alla leggenda di [[Eustachio (martire)|sant'Eustachio]], un [[Venerdì santo]], durante una battuta di caccia, avrebbe ricevuto la visione di un [[crocifisso]] tra le corna di un [[Cervus|cervo]] che lo avrebbe invitato ad abbandonare la sua vita dissoluta e a convertirsi (l'episodio è alla base dell'[[iconografia]] del santo).<ref>Il [[Cervo (mitologia)|cervo]] fu rappresentato assai presto nell'iconografia cristiana quale simbolo di [[Gesù|Cristo]] che combatte il [[demonio]], rappresentato dal [[serpente]], a seguito della credenza, alimentata da molti scrittori dell'antichità, che il cervo fosse un avversario implacabile del serpente, cui darebbe la caccia stanandolo ed uccidendolo. ([[Louis Charbonneau-Lassay]], ''Il bestiario del Cristo'', vol II, Edizioni Arkeios, Roma, 1995, ISBN 88-86495-02-1, p. 357 e ss.)</ref> |
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Rimasto vedovo si pose sotto la direzione spirituale di [[san Lamberto di Maastricht]], rinunciando ai suoi beni e ai suoi titoli in favore di suo fratello minore [[Oddone di Aquitania|Oddone]], al quale affidò anche la cura del figlio Floriberto. |
Rimasto vedovo si pose sotto la direzione spirituale di [[san Lamberto di Maastricht]], rinunciando ai suoi beni e ai suoi titoli in favore di suo fratello minore [[Oddone di Aquitania|Oddone]], al quale affidò anche la cura del figlio Floriberto. |
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Studiò teologia e venne [[ordine sacro|ordinato]] [[presbitero|sacerdote]], divenendo il principale assistente di Lamberto al quale nel [[706]] succedette come [[vescovo]] di [[Maastricht]]: divenne predicatore e si dedicò all'evangelizzazione delle zone orientali del Belgio ([[Provincia del Brabante|Brabante]], Ardenne) e fondò la diocesi di Liegi, di cui divenne il primo vescovo; nella cattedrale che fece costruire nella sua nuova sede episcopale fece anche traslare il corpo di Lamberto. |
Studiò teologia e venne [[ordine sacro|ordinato]] [[presbitero|sacerdote]], divenendo il principale assistente di Lamberto al quale nel [[706]] succedette come [[vescovo]] di [[Maastricht]]: divenne predicatore e si dedicò all'evangelizzazione delle zone orientali del Belgio ([[Provincia del Brabante|Brabante]], Ardenne) e fondò la [[diocesi di Liegi]], di cui divenne il primo vescovo; nella cattedrale che fece costruire nella sua nuova sede episcopale fece anche traslare il corpo di Lamberto. |
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==Culto== |
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Alla sua morte venne sepolto nella chiesa di San Pietro, a Liegi, ma nell'[[825]] le sue reliquie vennero traslate nell'abbazia di [[Andage]], nelle Ardenne. |
Alla sua morte venne sepolto nella chiesa di San Pietro, a Liegi, ma nell'[[825]] le sue reliquie vennero traslate nell'abbazia di [[Saint-Hubert (Belgio)|Andage]], nelle Ardenne. |
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La venerazione come santo ebbe ampia diffusione nel Medioevo, fu invocato contro il morso dei cani e la rabbia, la sua tomba fu meta di numerosi pellegrinaggi. |
La venerazione come santo ebbe ampia diffusione nel Medioevo, fu invocato contro il morso dei cani e la rabbia, la sua tomba fu meta di numerosi pellegrinaggi. |
Versione delle 17:53, 15 mar 2020
Sant'Uberto | |
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Immagine del santo in una miniatura | |
Vescovo | |
Nascita | Tolosa?, 656 |
Morte | Fura, 30 maggio 727 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Ricorrenza | 3 novembre |
Attributi | Cervo che reca tra le corna una croce[1] |
Patrono di | fonditori, cani, cacciatori |
Sant' Uberto, detto "l'apostolo delle Ardenne" (Tolosa ?, 656 – Fura, 30 maggio 727), apparteneva alla dinastia merovingia: fu vescovo di Maastricht e primo vescovo di Liegi; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Primogenito del duca Bertrando di Aquitania e nipote di re Cariberto II, nacque probabilmente a Tolosa attorno al 656 e crebbe a Metz, come conte palatino presso la corte di re Teodorico III di Neustria; con l'avvento al potere da parte di Ebroino si trasferì in Austrasia, dove venne accolto benevolmente da Pipino di Herstal, e nel 692 sposò la figlia del conte di Lovanio da cui ebbe un figlio, Floriberto.
Secondo la tradizione agiografica ispirata alla leggenda di sant'Eustachio, un Venerdì santo, durante una battuta di caccia, avrebbe ricevuto la visione di un crocifisso tra le corna di un cervo che lo avrebbe invitato ad abbandonare la sua vita dissoluta e a convertirsi (l'episodio è alla base dell'iconografia del santo).[2]
Rimasto vedovo si pose sotto la direzione spirituale di san Lamberto di Maastricht, rinunciando ai suoi beni e ai suoi titoli in favore di suo fratello minore Oddone, al quale affidò anche la cura del figlio Floriberto.
Studiò teologia e venne ordinato sacerdote, divenendo il principale assistente di Lamberto al quale nel 706 succedette come vescovo di Maastricht: divenne predicatore e si dedicò all'evangelizzazione delle zone orientali del Belgio (Brabante, Ardenne) e fondò la diocesi di Liegi, di cui divenne il primo vescovo; nella cattedrale che fece costruire nella sua nuova sede episcopale fece anche traslare il corpo di Lamberto.
Culto
Alla sua morte venne sepolto nella chiesa di San Pietro, a Liegi, ma nell'825 le sue reliquie vennero traslate nell'abbazia di Andage, nelle Ardenne.
La venerazione come santo ebbe ampia diffusione nel Medioevo, fu invocato contro il morso dei cani e la rabbia, la sua tomba fu meta di numerosi pellegrinaggi.
Festa il 3 novembre (memoria della traslazione delle reliquie).
Influenza culturale
Il romanzo psicologico Ipotesi di cacciatore di Gregorio Ponci edito nell'ottobre 2018, viene giudicato una possibile trasposizione in chiave attuale della leggenda del Santo riportata anche in appendice al libro.
Note
- ^ Anche sant'Eustachio è così rappresentato: li si può distinguere poiché Eustachio indossa una veste militare, ancorché talvolta incompleta ((FR) Jacomet Des Graviers, Reconnaître les saints - Symboles et attributs, Massin, 2006. ISBN 2-7072-0471-4)
- ^ Il cervo fu rappresentato assai presto nell'iconografia cristiana quale simbolo di Cristo che combatte il demonio, rappresentato dal serpente, a seguito della credenza, alimentata da molti scrittori dell'antichità, che il cervo fosse un avversario implacabile del serpente, cui darebbe la caccia stanandolo ed uccidendolo. (Louis Charbonneau-Lassay, Il bestiario del Cristo, vol II, Edizioni Arkeios, Roma, 1995, ISBN 88-86495-02-1, p. 357 e ss.)
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Uberto di Liegi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Uberto di Liegi
Collegamenti esterni
- (EN) Hubert, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Uberto di Liegi, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- Uberto di Liegi, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- (DE) Scheda bio-bibliografica (Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon), su bautz.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 70602369 · ISNI (EN) 0000 0001 2028 1290 · CERL cnp00553418 · ULAN (EN) 500354889 · LCCN (EN) n93045286 · GND (DE) 118554131 · J9U (EN, HE) 987010635530305171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n93045286 |
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