Enrico Toti (S 506): differenze tra le versioni

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== Nome ==
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Il battello è intitolato ad [[Enrico Toti]], nome già dato in precedenza ad un sommergibile. Il [[Enrico Toti (sommergibile)|primo Toti]] aveva prestato servizio nella [[Regia Marina]] dal [[1928]] al [[1943]] e durante la [[seconda guerra mondiale]], trovando impiego principalmente come unità scuola e trasporto, ma è ricordato per essere stato l'unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un sommergibile nemico: il 15 ottobre 1940 il Toti affondò a cannonate il sottomarino [[Regno Unito|britannico]] [[HMS Triad (N53)|HMS ''Triad'' (N53)]] mentre navigava nelle acque del [[Mare Ionio]].
Il battello è intitolato ad [[Enrico Toti]], nome già dato in precedenza ad un sommergibile. Il [[Enrico Toti (sommergibile)|primo ''Toti'']] aveva prestato servizio nella [[Regia Marina]] dal [[1928]] al [[1943]] e durante la [[seconda guerra mondiale]], trovando impiego principalmente come unità scuola e trasporto, ma è ricordato per essere stato l'unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un sommergibile nemico: il 15 ottobre 1940 il ''Toti'' affondò a cannonate il sommergibile [[Regno Unito|britannico]] [[HMS Triad (N53)|HMS ''Triad'' (N53)]] mentre navigava nelle acque del [[Mare Ionio]].


== Curiosità ==
== Curiosità ==

Versione delle 01:10, 8 dic 2015

Coordinate: 45°27′42.12″N 9°10′16.03″E / 45.4617°N 9.17112°E45.4617; 9.17112[1]
Enrico Toti
S 506
Descrizione generale
ClasseToti
Proprietà Marina Militare
IdentificazioneS 506
CantiereCRDA di Monfalcone
Impostazione4 novembre 1965
Varo12 marzo 1967
Entrata in servizio22 gennaio 1968
Radiazione30 settembre 1997
Statoesposto presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Caratteristiche generali
Dislocamentoin superficie: 536 t
in immersione: 593
Lunghezza46 m
Larghezza4,75 m
Profondità operativa150 m
di collaudo 300 m
Propulsione2 diesel FIAT MB 820-N1 da 570 CV l'uno
1 motore elettrico SIEMENS da 900 CV
2 sottobatterie da 56 doppi elementi ciascuna
1 elica
Velocitàin superficie: 9,7 nodi
in immersione: oltre 14 nodi
Autonomiain superficie: 3.500 n.mi. a 6,5 nodi
in immersione:200 miglia a 4 nodi
Equipaggio4 ufficiali
22 tra sottufficiali e comuni
Armamento
Armamento4 tubi lanciasiluri da 533 mm per siluri filoguidati a testa autocercante A184
Note
MottoVincere ad ogni costo
voci di sottomarini presenti su Wikipedia

L'Enrico Toti, contraddistinto dal distintivo ottico S 506, è un sottomarino[2] costruito in Italia negli anni sessanta che dopo aver prestato un lungo servizio con la Marina Militare, a seguito della sua dismissione e dopo numerosi lavori di adattamento, è stato ceduto al museo della scienza e della tecnologia di Milano dove, dal 2006, è esposto e visitabile.

Storia

A causa della sconfitta nella seconda guerra mondiale, all'Italia era stata vietata la costruzione di sottomarini secondo le clausole del trattato di pace. Decadute le clausole la componente sommergibilistica italiana ricominciò ad addestrarsi con i vecchi battelli statunitensi in attesa del proprio progetto: l'Enrico Toti è stato il primo sottomarino costruito in Italia dal dopoguerra.

Il sottomarino venne costruito a Monfalcone dalla Italcantieri, che ne iniziò la fabbricazione l'11 aprile 1965. Venne varato il 12 marzo 1967 e consegnato alla Marina Militare il 22 gennaio 1968.

Il sottomarino è stato progettato con caratteristiche antisottomarino (da cui la sigla NATO SSK- Submarine Submarine Killer) ed essendone il capostipite diede il nome alla classe, completata in circa due anni dai sottomarini Dandolo, Mocenigo e Bagnolini.

Il 30 giugno 1999, l'unità militare, terminato il servizio attivo, venne donata al museo della scienza e della tecnologia di Milano, dove è conservata dal 14 agosto 2005. L'arrivo nella città milanese è stato alquanto travagliato, a causa della sua mole. Partito dal porto di Augusta (5 aprile 2001), ha risalito l'Adriatico e quindi il Po fino al porto fluviale di Cremona (6 maggio 2001), dove rimase fino all'8 agosto 2005, quando iniziò il suo viaggio fino al museo grazie al lavoro dei militari del 2º Reggimento Pontieri di Piacenza che lo trasportarono, via terra, fino alla sua collocazione attuale il 14 agosto 2005.

Nome

Il battello è intitolato ad Enrico Toti, nome già dato in precedenza ad un sommergibile. Il primo Toti aveva prestato servizio nella Regia Marina dal 1928 al 1943 e durante la seconda guerra mondiale, trovando impiego principalmente come unità scuola e trasporto, ma è ricordato per essere stato l'unico sommergibile italiano ad aver affondato in azione un sommergibile nemico: il 15 ottobre 1940 il Toti affondò a cannonate il sommergibile britannico HMS Triad (N53) mentre navigava nelle acque del Mare Ionio.

Curiosità

I motori diesel del sottomarino erano stati denominati dalla componente motoristi del sommergibile, il destro "Turiddu", diminutivo in siciliano di Salvatore, ed il sinistro "Ianuzzu" diminutivo di Sebastiano; entrambi i nomi sono tipici della zona di Augusta e sono stati presi in prestito dalla letteratura del Verga.

Operatività

Il Crest dell'unità

Nel corso della sua attività il Toti ha accumulato 27.030 ore di moto percorrendo 137.000 miglia nautiche. L'equipaggio era composto da un numero variabile di persone; questo numero, cambiato più volte nel corso della storia dell'S-506, è stato in genere compreso tra le 20 e le 30 unità, divise in due o tre squadre di guardia a seconda della durata della "missione" e della categoria (specializzazione) di appartenenza. In taluni casi prestavano servizio secondo lo schema 4+4, cioè 4 ore di guardia, 4 ore di riposo in una branda “calda” (alternata con un collega) in altri casi i turni rispettavano lo schema 4+8 (sempre con branda calda quindi, con due brande si dormiva in tre).

Il caratteristico bulbo a prora (detto "naso") conteneva l'impianto ecogoniometrico che costituiva il "sistema attivo" meglio conosciuto col nome di sonar, mentre l'impianto idrofonico che costituiva il "sistema passivo" era contenuto nella porzione di perimetro anteriore basso, subito sotto i tubi lanciasiluri del "battello" e tutto ciò, con la netta prevalenza nell'uso del sistema passivo, creava l'impianto necessario ad individuare i bersagli. Il Toti è stato essenzialmente impiegato per addestramento e nelle esercitazioni per simulare attacchi a sommergibili sovietici o a task force del Patto di Varsavia, riscuotendo sempre lusinghieri risultati grazie alla sua silenziosità e manovrabilità.

Durante gli anni settanta, nel corso di una esercitazione NATO, il battello riuscì a penetrare lo schermo delle unità di scorta di un gruppo da battaglia dell'US Navy, simulando l'affondamento della portaerei[3]; dopo il riuscito "attacco" il sommergibile riemerse a fianco alla portaerei[4]. In un'altra occasione, un siluro difettoso tornò indietro verso il battello, urtandolo e lasciando una traccia d'impatto sulla prua[4].

Narrativa

Il sottomarino Enrico Toti ed il suo equipaggio sono i protagonisti del romanzo "Delfini d'acciaio - Sfida nel Mediterraneo" di Marco Mascellani in cui l'unità, salvata dal disarmo, deve affrontare il difficile compito di porre soluzione ad un colpo di Stato in un paese arabo[5].

Note

  1. ^ Coordinate prese da OpenStreetMap.
  2. ^ Sebbene l'Enrico Toti sia a tutti gli effetti un sottomarino (destinato ad operare prevalentemente in immersione, con velocità in immersione superiore a quella in superficie etc.), per i suoi battelli la Marina Militare predilige l'utilizzo del termine sommergibile
  3. ^ Il Toti si è messo «la vela», presto si potrà visitare - accesso 20 aprile 2011
  4. ^ a b Bollettino 61 Speciale - ARMI Bollettino telematico - accesso 20 aprile 2011
  5. ^ http://www.delfinidacciaio.it/perchelibro.html Perché un libro

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