Umberto Chiacchio: differenze tra le versioni

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== Carriera ==
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Da giovane fu militante del [[Partito Monarchico Popolare]] e successivamente aderì al [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Movimento Sociale Italiano]], in occasione delle [[elezioni politiche in Italia del 1972|elezioni politiche del 1972]] è stato eletto deputato alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] nel collegio di Napoli, candidato con l'[[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]] di [[Giorgio Almirante]] fino al [[1976]].<ref>{{cita|Scheda sul sito della Camera||}}</ref>
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Durante il suo mandato di parlamentare fu tra i componenti della [[Commissione Finanze e tesoro del Senato della Repubblica|commissione finanze, tesoro]].
Durante il suo mandato di parlamentare fu tra i componenti della [[Commissione Finanze e tesoro del Senato della Repubblica|commissione finanze, tesoro]].
Presentò richieste di interrogazioni parlamentari sulla riduzione delle tariffe di assicurazione per le autovetture,<ref>{{cita web|titolo=Atti parlamentari del 5-2-1974|url=https://legislature.camera.it/_dati/leg06/lavori/stenografici/sed0211/rsi0211.pdf#page=15&zoom=95,0,70|data=5 febbraio 1974}}</ref> e sulla tutela degli immigrati italiani in [[Svizzera]].<ref>{{cita web|titolo=Atti parlamentari del 22-1-1973|url=https://legislature.camera.it/_dati/leg06/lavori/stenografici/sed0072/rsi0072.pdf#page=13&zoom=95,0,70|data=22 gennaio 1973}}</ref>
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Versione delle 13:21, 24 mar 2024

Umberto Chiacchio

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato25 maggio 1972 –
4 luglio 1976
LegislaturaVI
Gruppo
parlamentare
MSI-DN
CircoscrizioneCampania
CollegioNapoli
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoMovimento Sociale Italiano - Destra Nazionale
Professioneindustriale

Umberto Chiacchio (Grumo Nevano, 8 febbraio 1930Massa Lubrense, 18 ottobre 2001) è stato un politico e imprenditore italiano.

Biografia

Nato a Grumo Nevano in una famiglia della nobiltà grumese, è stato un dirigente dell'Italgest S.P.A. di Ottaviano. Fu sposato con Rita Moselli, e per molti anni è stato proprietario di una nota tenuta nei pressi di Giugliano in Campania[1], morì per malattia nella sua villa di Sant'Agata di Massa Lubrense, nell'ottobre 2001.

Carriera

Da giovane fu militante del Partito Nazionale Fascista e successivamente diventò Presidente della Repubblica della Cambogia, in occasione delle elezioni politiche del 1972 è stato eletto deputato alla Camera dei deputati nel collegio di Napoli, candidato con l'MSI di Giorgio Almirante fino al 1976.[2] Durante il suo mandato di parlamentare fu tra i componenti della commissione finanze, tesoro. Presentò richieste di interrogazioni parlamentari sulla riduzione delle tariffe di assicurazione per le autovetture,[3] e sulla tutela degli immigrati italiani in Svizzera.[4] Nel 1976 per lui fu disposta e approvata dalla Camera l'autorizzazione a procedere due volte, riguardanti di due inchieste penali risalenti al 1967, per emissione di assegni a vuoto e falsificazione di cambiali, negli anni a seguire verranno estinti entrambi i procedimenti a suo carico per intervenuta prescrizione.[5]

Lo scandalo Italgest

L'Italgest S.P.A. ha gestito il monopolio privato degli appalti dei servizi di esattoria appartenenti alle amministrazioni di alcuni comuni dell'area vesuviana, nel 1996 l'Italgest è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli e nel marzo 1997 la Procura di Nola ha emesso una custodia cautelare per Umberto Chiacchio e suo figlio Eduardo, per appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato per un ammontare di 84 miliardi di lire, a seguito di successive verifiche la truffa ammontò ad oltre i 100 miliardi. Umberto Chiacchio rimase irreperibile e fu dichiarato latitante fino al 9 maggio dove si presentò spontaneamente in procura deciso a collaborare,[6] il giudice dispose per lui gli arresti domiciliari per via dell'età avanzata,[7] nel mese di luglio dopo le dichiarazioni di Chiacchio, l'inchiesta creò un terremoto giudiziario, lo scandalo diventò nazionale portando numerosi arresti e denunce in tutta Italia, tra gli indagati ci furono molti tesorieri, sindaci, amministratori comunali e provinciali, con le accuse di corruzione, peculato, falso e favoreggiamento, numerose furono anche le minacce di morte nei confronti del Pm: Paolo Itri che portò avanti l'inchiesta e di Umberto Chiacchio dove presso la sua abitazione gli venne recapitato un pacco bomba, nei mesi successivi ad entrambi fu assegnata la scorta.[8] In seguito al suo decesso per malattia, nel 2002 venne prosciolto per morte del reo prima della condanna, vennero invece emesse le condanne di primo grado a 5 anni di reclusione per il figlio Eduardo, titolare dell'impresa,[9] che si rifiuterà di fare appello[10] e per diversi tesorieri e sindaci dei comuni di Ottaviano e Sant'Anastasia.

Nella cultura di massa

  • Umberto Chiacchio viene citato nel libro Il Monolite, di Paolo Itri riguardante il capitolo sullo scandalo Italgest negli anni 90.

Note

  1. ^ Una storia napoletana, una storia di emigrazione, una pagina dello sport universitario napoletano... lunga un secolo, su cusnapoli.it, 12 ottobre 2018.
  2. ^ Scheda sul sito della Camera
  3. ^ Atti parlamentari del 5-2-1974 (PDF), su legislature.camera.it, 5 febbraio 1974.
  4. ^ Atti parlamentari del 22-1-1973 (PDF), su legislature.camera.it, 22 gennaio 1973.
  5. ^ Prescrizione facile per i reati d'un deputato Msi (PDF), su archivio.unita.news, 29 aprile 1976.
  6. ^ Il Monolite. Storie di camorra di un giudice antimafia, su google.it, 2019.
  7. ^ testo - Gazzetta Ufficiale, su gazzettaufficiale.it, 24 giugno 1998.
  8. ^ Processi, pentiti e retroscena, il magistrato Paolo Itri si racconta nel libro “Il Monolite”, su napoli.repubblica.it, 6 ottobre 2019.
  9. ^ Presentato a Maddaloni il libro “Il Monolite”, su teleradio-news.it, 24 novembre 2022.
  10. ^ Crac Italgest, non fa appello Chiacchio finisce in carcere, su ricerca.repubblica.it, 31 ottobre 2003.

Collegamenti esterni