Poema a fumetti: differenze tra le versioni

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L'opera ripropone i classici temi buzzatiani del mistero, della poesia, dell'erotismo, della melanconia e le riflessioni sulla vita rielaborando in chiave moderna il mito di [[Orfeo]] ed [[Euridice (ninfa)|Euridice]].<ref name=academia>{{cita pubblicazione|url=https://www.academia.edu/4219439/Orfeo_y_Euridice_en_el_comic|titolo= Orfèo y Eurìdice en el comic|autore= Ramiro Gonzàlez Delgado|editore= Universidad de Extremadura|anno= 2009|lingua=es|accesso=29 gennaio 2018}}</ref>
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Dino Buzzati era un'artista poliedrico e il suo approccio al mondo dei fumetti, e prima a ancora a quello dell'illustrazione, è ben documentato; la moglie, Almerina Antoniazzi, ricordava che il marito era solito leggere [[Diabolik]] e lo stesso artista dichiarava la sua incondizionata stima nei confronti degli eroi [[Walt Disney|disneyani]], in particolare di [[Paperino]] e di [[Paperon de' Paperoni]], affermando: "La loro statura, umanamente parlando, non mi sembra inferiore a quella dei famosi personaggi di [[Molière]], o di [[Goldoni]], o di [[Balzac]], o di [[Dickens]]."<ref>Dall'introduzione di Buzzati a {{cita libro|autore=Walt Disney|altri=[[Carl Barks]]|titolo=Vita e dollari di Paperon de' Paperoni||edizione=Oscar Mondadori n.170|editore=Arnoldo Mondadori Editore|anno=1968|città=Milano}}</ref><ref name=oscar>Dall'introduzione di Lorenzo Viganò a {{cita|Buzzati (2011)||Oscar}}</ref>
Dino Buzzati era un'artista poliedrico e il suo approccio al mondo dei fumetti, e prima a ancora a quello dell'illustrazione, è ben documentato; la moglie, Almerina Antoniazzi, ricordava che il marito era solito leggere [[Diabolik]] e lo stesso artista dichiarava la sua incondizionata stima nei confronti degli eroi [[Walt Disney|disneyani]], in particolare di [[Paperino]] e di [[Paperon de' Paperoni]], affermando: "La loro statura, umanamente parlando, non mi sembra inferiore a quella dei famosi personaggi di [[Molière]], o di [[Goldoni]], o di [[Balzac]], o di [[Dickens]]."<ref>Dall'introduzione di Buzzati a {{cita libro|autore=Walt Disney|altri=[[Carl Barks]]|titolo=Vita e dollari di Paperon de' Paperoni||edizione=Oscar Mondadori n.170|editore=Arnoldo Mondadori Editore|anno=1968|città=Milano}}</ref><ref name=oscar>Dall'introduzione di Lorenzo Viganò a {{cita|Buzzati (2011)||Oscar}}</ref>


L'idea di realizzare un romanzo grafico traspare da una lettera dell'autore del novembre 1965 indirizzata a [[Vittorio Sereni]], l'allora direttore letterario della [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], nella quale Buzzati anticipa il progetto, ispirato al mito di [[Euridice (ninfa)#Mito|Orfeo ed Uridice]], basato sulla rielaborazione grafica di fotografie, pitture e altro materiale iconografico appositamente raccolto. Il progetto, inizialmente, non accoglie lo sperato consenso presso la casa editrice e Buzzati, seppure continui a lavorare al romanzo grafico, decide di non insistere a volerlo pubblicare e affida il manoscritto nelle mani della moglie, con la raccomandazione di non pubblicarlo per almeno vent'anni. La moglie di Buzzati, invece, convinta della bontà dell'opera, inizialmente intitolata ''La dolce morte'', insiste presso Mondadori affinché la pubblichi; ciò avviene nel 1969 ma l'editore volle un titolo meno "lugubre" e convinse lo stesso Buzzati a modificarlo in ''Poema a fumetti''. Mentre la critica si divise in merito, ritenendo alcuni critici, uno fra tutti [[Indro Montanelli]],<ref>{{cita news|autore=Indro Montanelli|titolo=L'ultimo Buzzati|data=15 novembre 1969|pubblicazione=[[Il Corriere della Sera]]}}</ref> i disegni troppo licenziosi, al contrario il pubblico accolse subito positivamente quest'esperimento espressivo,<ref name=oscar /> considerato oggi uno dei primi [[graphic novel]] (romanzi grafici) mai realizzati.<ref name=spaziobianco />
L'idea di realizzare un romanzo a fumetti traspare da una lettera dell'autore del novembre 1965 indirizzata a [[Vittorio Sereni]], l'allora direttore letterario della [[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], nella quale Buzzati anticipa il progetto, ispirato al mito di [[Euridice (ninfa)#Mito|Orfeo ed Uridice]], basato sulla rielaborazione grafica di fotografie, pitture e altro materiale iconografico appositamente raccolto. Il progetto, inizialmente, non accoglie lo sperato consenso presso la casa editrice e Buzzati, seppure continui a lavorare al romanzo a fumetti, decide di non insistere a volerlo pubblicare e affida il manoscritto nelle mani della moglie, con la raccomandazione di non pubblicarlo per almeno vent'anni. La moglie di Buzzati, invece, convinta della bontà dell'opera, inizialmente intitolata ''La dolce morte'', insiste presso Mondadori affinché la pubblichi; ciò avviene nel 1969 ma l'editore volle un titolo meno "lugubre" e convinse lo stesso Buzzati a modificarlo in ''Poema a fumetti''. Mentre la critica si divise in merito, ritenendo alcuni critici, uno fra tutti [[Indro Montanelli]],<ref>{{cita news|autore=Indro Montanelli|titolo=L'ultimo Buzzati|data=15 novembre 1969|pubblicazione=[[Il Corriere della Sera]]}}</ref> i disegni troppo licenziosi, al contrario il pubblico accolse subito positivamente quest'esperimento espressivo,<ref name=oscar /> considerato oggi uno dei primi [[graphic novel]] (romanzi grafici) mai realizzati.<ref name=spaziobianco />


==Trama==
==Trama==

Versione delle 21:58, 21 set 2019

Poema a fumetti
AutoreDino Buzzati
1ª ed. originale1969
Sottogenerefantastico
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneMilano, anni 1960
ProtagonistiOrfi
Altri personaggiEura, un uomo verde, Trudi, Diavolo custode

Poema a fumetti è un romanzo a fumetti dello scrittore e pittore italiano Dino Buzzati edito nel 1969; l'opera sperimentale è considerata una delle prime graphic novel mai pubblicate.[1]

L'opera ripropone i classici temi buzzatiani del mistero, della poesia, dell'erotismo, della melanconia e le riflessioni sulla vita rielaborando in chiave moderna il mito di Orfeo ed Euridice.[2]

Storia editoriale

Dino Buzzati era un'artista poliedrico e il suo approccio al mondo dei fumetti, e prima a ancora a quello dell'illustrazione, è ben documentato; la moglie, Almerina Antoniazzi, ricordava che il marito era solito leggere Diabolik e lo stesso artista dichiarava la sua incondizionata stima nei confronti degli eroi disneyani, in particolare di Paperino e di Paperon de' Paperoni, affermando: "La loro statura, umanamente parlando, non mi sembra inferiore a quella dei famosi personaggi di Molière, o di Goldoni, o di Balzac, o di Dickens."[3][4]

L'idea di realizzare un romanzo a fumetti traspare da una lettera dell'autore del novembre 1965 indirizzata a Vittorio Sereni, l'allora direttore letterario della Mondadori, nella quale Buzzati anticipa il progetto, ispirato al mito di Orfeo ed Uridice, basato sulla rielaborazione grafica di fotografie, pitture e altro materiale iconografico appositamente raccolto. Il progetto, inizialmente, non accoglie lo sperato consenso presso la casa editrice e Buzzati, seppure continui a lavorare al romanzo a fumetti, decide di non insistere a volerlo pubblicare e affida il manoscritto nelle mani della moglie, con la raccomandazione di non pubblicarlo per almeno vent'anni. La moglie di Buzzati, invece, convinta della bontà dell'opera, inizialmente intitolata La dolce morte, insiste presso Mondadori affinché la pubblichi; ciò avviene nel 1969 ma l'editore volle un titolo meno "lugubre" e convinse lo stesso Buzzati a modificarlo in Poema a fumetti. Mentre la critica si divise in merito, ritenendo alcuni critici, uno fra tutti Indro Montanelli,[5] i disegni troppo licenziosi, al contrario il pubblico accolse subito positivamente quest'esperimento espressivo,[4] considerato oggi uno dei primi graphic novel (romanzi grafici) mai realizzati.[1]

Trama

La trama ricalca quella del mitoma in chiave moderna: Orfi è un cantautore rock che suscita l'entusiasmo dei giovani frequentatori del locale milanese "Polypus". Una sera casualmente, la vede l'amata Eura Storm attraversare una misteriosa porta, ubicata nell'inesistente via Saterna, della centrale Milano. Il giorno dopo assiste a una lunga parata di carri funebri e da un misterioso uomo verde riceve la tremenda notizia della morte della fidanzata; Orfi non si dà pace e quella sera, recatosi a via Saterna, trova la porta serrata, presidiata dallo stesso uomo verde che aveva conosciuto la mattina. A nulla valgono i tentativi di aprire la porta, fino a quando Orfi non si mette a cantare. La porta si apre finalmente e il giovane, scendendo una buia scalinata, si trova in un giardino in cui, avvenenti ragazze lo dissuadono dal continuare la ricerca di Eura, proponendosi in cambio. In particolare la bella Trudi lo porta al cospetto di un diavolo che assume le sembianze di un cappotto. Il "Diavolo custode" spiega che l'aldilà è pieno di anime il cui maggiore rammarico è di non poter più aspirare a morire ancora e quindi di essere costrette a vivere in eterno.[6]

Orfi convince il Diavolo custode, con le sue canzoni, a farsi concedere un giorno intero per cercare Eura. La lunga ricerca dà finalmente i suoi frutti: i due giovani si ricongiungono ma il tempo sta per terminare e i due devono varcare la soglia per tornare alla vita prima che le ventiquattr'ore siano trascorse. Eura non è convinta di poter tornare in vita ma il giovane insiste; il tempo però non è sufficiente e solo Orfi ritorna alla luce mentre Eura rimane nell'aldilà. Dietro la porta c'è l'uomo verde che tenta di convincere Orfi che l'avventura sotterranea altro non era che un sogno. Orfi, però, ha la prova che l'incontro con Eura era reale: nella sua mano è rimasto l'anello della giovane, sfilatosi durante un ultimo abbraccio prima della separazione.[6]

Il titolo originariamente pensato (La dolce morte) era stato scelto a sintetizzare il tema centrale dell'opera, ossia la tristezza dei defunti e il loro unico rimpianto: il non poter più ambire alla morte.[4]

Temi e influenze

Le 208 tavole a colori, copertina inclusa, del Poema a fumetti sono una serie di dichiarate citazioni ad artisti[7] le cui esatte opere, fonte di ispirazione e rielaborazione di Buzzati, sono oggetto di costante ricerca da parte degli appassionati: le tavole anatomiche di Waldemar Weiman e Otto Prokop tratte dal loro Atlante di medicina legale, le foto dell'indossatrice Runa Pfeiffer (ispirazione per il personaggio di Trudi), il progetto della Torre Velasca di Milano dello Studio BBPR, Salvador Dalí e il suo Telefono aragosta, la stripper Mademoiselle Féline, ritratta nel libro Métaphysique du strip-tease dal fotografo Irving Klaw e altre foto fetish tratte da riviste da questi pubblicate, il pittore Caspar David Friedrich, l'illustratore Arthur Rackham, il dipinto simbolista Il diavolo mostra al mondo la sua donna di Max Klinger, la celebre scena di Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau, alcune tavole dell'illustratore italiano Achille Beltrame, il disegnatore Wilhelm Busch, le bambole di Hans Bellmer, alcune idee tratte dalla sceneggiatura realizzata con Federico Fellini per il film, mai realizzato, Il viaggio di G. Mastorna.[4]

Il poema nel suo ibridismo compositivo riflette anche trame cinematografiche sul mito di Orfeo. Un'influenza si può cogliere nel momento della catabasi di Orfi, precisamente nell'illustrazione della scala. Per l'impostazione essa rievoca la scala nell'Orfeo Negro di Marcel Camus (1958).[2]

Note

  1. ^ a b Gianluigi Filippelli, Poema a fumetti: come Dino Buzzati anticipò i graphic novel, su Lo Spazio Bianco, 21 maggio 2009. URL consultato il 26 gennaio 2018.
  2. ^ a b (ES) Ramiro Gonzàlez Delgado, Orfèo y Eurìdice en el comic, Universidad de Extremadura, 2009. URL consultato il 29 gennaio 2018.
  3. ^ Dall'introduzione di Buzzati a Walt Disney, Vita e dollari di Paperon de' Paperoni, Carl Barks, Oscar Mondadori n.170, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1968.
  4. ^ a b c d Dall'introduzione di Lorenzo Viganò a Buzzati (2011)
  5. ^ Indro Montanelli, L'ultimo Buzzati, in Il Corriere della Sera, 15 novembre 1969.
  6. ^ a b Buzzati (2011)
  7. ^ Dall'introduzione dell'autore a Buzzati (2011)

Edizioni

  • Dino Buzzati, Poema a fumetti, 1ª ed., Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1969, pp. 224.
  • Dino Buzzati, Poema a fumetti, Oscar varia di letteratura, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979.
  • Dino Buzzati, Poema a fumetti, Introduzione di Claudio Toscani, Oscar narrativa, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1991.
  • Dino Buzzati, Poema a fumetti, Oscar scrittori del Novecento, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997.
  • Dino Buzzati, Poema a fumetti, Introduzione di Lorenzo Viganò, Oscar scrittori moderni, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2011, ISBN 978-88-04-47251-3.
  • Dino Buzzati, Poema a fumetti, Introduzione di Lorenzo Viganò, Oscar Ink, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2017, ISBN 978-88-04-67922-6.