Sidney Sonnino

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Template:Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno D'Italia Il barone Sidney Costantino Sonnino (Pisa, 11 marzo 1847Roma, 24 novembre 1922) è stato un politico italiano, presidente del Consiglio dei ministri del Regno dall'8 febbraio al 29 maggio 1906 e dall'11 dicembre 1909 al 31 marzo 1910.

Figlio di un commerciante di origine ebraica e di una gallese, Sonnino - di confessione anglicana - eredita il nome dal nonno materno, Sidney Tery.

Con lo scritto Torniamo allo Statuto tentò di contrastare le degenerazioni parlamentaristiche (con linguaggio tardonovecentesco si sarebbe detto partitocratiche) conosciute dal sistema di tipo monarchico-costituzionale prefigurato dallo Statuto albertino del 1848 (esteso progressivamente dal Regno di Sardegna al resto d'Italia nel 1861), al fine di restituire al potere esecutivo l'autorevolezza necessaria ad affrontare i gravissimi problemi del paese a cavallo fra XIX e XX secolo.

Biografia

Laureatosi in legge, a soli diciotto anni, nel 1865 all'università di Pisa, Sonnino pratica la professione per un breve periodo prima di entrare nella carriera diplomatica e trasferirsi, in successione, a Madrid, Vienna e Parigi. Lascerà ben presto per dedicarsi a studi di natura economica in primis sulle condizioni dell'agricoltura italiana. A quest'epoca, precisamente nel 1878, egli avviò una nuova pubblicazione La Rassegna Settimanale, rivista che trattava all'inizio essenzialmente questioni di natura economica e finanziaria per poi concentrarsi via via pure sull'attività politica.

Nel 1880 nella XIV legislatura è eletto deputato nel collegio di San Casciano in Val di Pesa ed in parlamento appartiene all'ala conservatrice. Nel 1893 è ministro delle Finanze e del Tesoro nel terzo Governo Crispi. Sonnino in governo persegue una politica di risanamento dei conti anche con misure impopolari (aumento dei dazi sul grano) e di rafforzamento della Banca d'Italia. Durante la crisi di fine secolo, diede inoltre ordine di sparare sulle folle che manifestavano. Tuttavia era un sostenitore del suffragio universale[1].

Negli anni successivi Sonnino si pone su posizioni liberalconservatrici, ostili alla politica di più ampie aperture di Giovanni Giolitti.

Sonnino fu Presidente del Consiglio per brevi periodi nel 1906 per la prima volta, una partecipazione dei radicali al governo e nel 1909.

Sonnino è Ministro degli Esteri nel governo Salandra nel 1914, egli partecipa pertanto ai negoziati segreti che portarono alla partecipazione dell'Italia alla I Guerra Mondiale, che sfoceranno nel Trattato di Londra, che prometteva all'Italia una serie di ampliamenti territoriali (Neutralità italiana (1914-1915)).

Egli sarà pure presente sempre come Ministro degli Esteri alla Conferenza di Parigi del 1919 che discusse i trattati di pace. In tale veste egli si confrontò con il mancato rispetto da parte di Inglesi e Francesi degli impegni assunti con il trattato di Londra. Con la conseguente caduta del governo di Vittorio Emanuele Orlando cessa la vita pubblica di Sonnino, quantunque nel 1920 fosse stato nominato senatore.

Si spegne neanche un mese dopo la marcia su Roma. La sua salma riposa in una grotta scavata in una scogliera a picco sul mare, presso il castello che lo stesso Sonnino fece costruire come sua residenza nei pressi di Livorno (vedi Castello Sonnino).

Scritti

Torniamo allo Statuto, testo in cui si auspica una riduzione dei poteri del parlamento alla luce di una lettura più restrittiva dello Statuto Albertino. Fu scritto in seguito alle tensioni sociali scoppiate in Italia alla fine del XIX secolo.

Libro Verde, storia delle trattative diplomatiche fra Italia e Austria Ungheria.

Bibliografia

Sul ruolo di Sonnino alla Conferenza di Parigi e sulla sua personalità:

  • Margaret Macmillan, Paris 1919, Random House, New York 2003, pagg. 279 e segg.

Sul ruolo di Sidney Sonnino come studioso della realtà agricola meridionale

  • Antonio Saltini Storia delle Scienze agrarie Edagricole, vol IV, 1989 pp. 191-226 ISBN 88-206-2415-X

Note

  1. ^ Sul tema pubblicò un opuscolo di 34 pagine stampato in Firenze dalla tipografia Botta nel 1870 e intitolato appunto Il suffragio universale.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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Predecessore Ministro degli Esteri del Regno d'Italia Successore
Antonio Salandra 1914 - 1919 Tommaso Tittoni
Predecessore Ministro delle Finanze del Regno d'Italia Successore
Lazzaro Gagliardo 15 dicembre 1893 - 14 giugno 1894 Paolo Boselli
Predecessore Ministro del Tesoro del Regno d'Italia Successore
Bernardino Grimaldi 15 dicembre 1893 - 10 marzo 1896 Giuseppe Colombo
Predecessore Ministro degli Interni del Regno d'Italia Successore
Alessandro Fortis 8 febbraio 1906 - 29 maggio 1906 Giovanni Giolitti I
Giovanni Giolitti 11 dicembre 1909 - 31 marzo 1910 Luigi Luzzatti II
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