Salvatore Di Natale

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Salvatore Di Natale, noto anche come Sasà Di Natale o Sasade (Napoli, 1951), è un poeta italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanissimo lascia la sua città natale con la famiglia per trasferirsi in Tunisia, dove frequenta le scuole francesi. Nel 1965 ritorna a Napoli, dove stringe amicizia con Domenico Rea e Fabrizia Ramondino, e si laurea in letteratura francese e filosofia.

Poeta in vernacolo napoletano, le sue composizioni sono apparse in periodici (come il Quotidiano dei Lavoratori, con lo pseudonimo di Sasade, Il Mattino, Diverse Lingue, Pragma, Il Belli, Dove sta Zazà, Voce della Campania[1]), opere antologiche e plaquettes.[2]

I temi che caratterizzano la sua poesia, filtrati attraverso la lettura dei poeti simbolisti[3], sono principalmente la solitudine, l'angoscia, il mal di vivere e il distacco dalla società.[4][5] Un rinnovamento tematico quanto linguistico, che segna uno stacco rispetto alla poesia tradizionale napoletana, investe la sua lirica, tanto che si è parlato di neodialetto.[6][7][8][9] Franco Loi ha scritto che Di Natale e Achille Serrao, prendendo le "distanze dal basic neapolitan, tendono a sottolineare la solitudine individuale, l'angoscia dell'uomo del nostro tempo".[10]

Nel 1984 Walter Siti lo inserisce nella raccolta einaudiana Nuovi poeti italiani 3.[11] È stato incluso anche nell'antologia Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi, a cura di Cesare Vivaldi e Giacinto Spagnoletti[12], e in Coscienza & evanescenza, antologia di poeti degli anni ottanta, a cura di Franco Cavallo.

Francesco Durante lo ha annoverato tra le migliori voci della poesia contemporanea in vernacolo napoletano.[13][14]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Salvatore Di Natale, Boîtes [raccolta di poesie], in Nuovi poeti italiani 3, introduzione di Walter Siti, Torino, Einaudi, 1984.
  • Giacinto Spagnoletti e Cesare Vivaldi (a cura di), Salvatore Di Natale [antologia], in Poesia dialettale dal Rinascimento a oggi: volume secondo, Milano, Garzanti, 1991, pp. 998-1014.
  • Matteo D'Ambrosio (a cura di), La poesia a Napoli [antologia], Napoli, Istituto Italiano di Studi Filosofici, 1992.
  • Salvatore Di Natale, Lettera amirosa [poemetto], in F. C. Greco (a cura di), Eduardo e Napoli. Eduardo e l'Europa, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1993.
  • (EN) Achille Serrao e Luigi Bonaffini (a cura di), The Bread and the Rose: A Trilingual Anthology of Neapolitan Poetry from the 16th Century to the Present, Ottawa, Legas, 2005, p. 259.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Serrao, 2005, p. 190.
  2. ^ Poesia dialettale, p. 998.
  3. ^ Nino Borsellino e Walter Pedullà (a cura di), Letteratura italiana del Novecento: Le forme del realismo, dal realismo magico al neorealismo, 1930-1960, Milano, Rizzoli, 2000, p. 483.
  4. ^ Salvatore Di Natale (Napoli, 1951), p. 792.
  5. ^ Edoardo Esposito, Dalla metafora al racconto (Parnaso IV), in Belfagor, 1º gennaio 1985, p. 87.
  6. ^ Luigi Reina, Lo specchio di Narciso: verifiche e sondaggi novecenteschi, Napoli, Libreria Croce, 2002, p. 184.
  7. ^ Nicola De Blasi, Profilo linguistico della Campania, Bari, Laterza, p. 177.
  8. ^ Giorgio Luti (a cura di), La poesia dialettale, in Storia letteraria d'Italia: Il Novecento 2, Milano; Padova, Vallardi-Piccin, 1993, p. 1645.
  9. ^ Contributi per la storia della letteratura italiana: il secondo Novecento 2, Milano, Guido Miano, 1998, p. 235.
  10. ^ Giose Rimanelli, Un'ombra sussurrata di dolore nella poesia in dialetto di Achille Serrao, in Italica, vol. 74, n. 1, Spring 1997, pp. 83-84.
  11. ^ Giorgio Moio, Tendenze di alcune riviste e poeti a Napoli 1958-1995, in Risvolti, n. 15, novembre 2006, pp. 23-24.
  12. ^ Luigi Bonaffini, Achille Serrao e la poesia neodialettale napoletana, in Rivista di Studi Italiani, vol. 14, dicembre 1996.
  13. ^ Francesco Durante, I napoletani, Vicenza, Neri Pozza, 2015.
  14. ^ Francesco Durante: «Di Natale ha avuto il coraggio di saltare le forche caudine del novecentismo digiacomiano per legarsi alla tradizione alta della lirica europea. E ha restituito al dialetto, estenuato nell'esercizio poetico da una stanca ripetizione di moduli senza più senso, una dignità di "assoluto" teso e vibrante, audacemente solitario» (Corriere di Napoli, 1986); ora in Serrao, 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Di Natale, Salvatore, su Internet Culturale. URL consultato il 10 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).